martedì 5 novembre 2013

Le isole che non ci sono




LE ISOLE CHE NON CI SONO- 
DAL TEATRO POLITEAMA DI LAMEZIA TERME. SPETTACOLO DI PIERO BONACCURSO, 
RECITATO DA PIERPAOLO BONACCURSO, DISEGNATO E INTERPRETATO DA GRETA BELOMETTI, MUSICATO DA FABIO TROPEA. 

UNA SPERIMENTAZIONE DAVANTI AI BIMBETTI DELLA SCUOLA PRIMARIA DI BELLA E SAMBIASE.
RITORNARE ALLE FIABE PER REGALARE ALL’INFANZIA SOGNI E IMMAGINI.
ESISTONO TANTE ISOLE NEL TEATRO DI NARRAZIONE, QUESTO SI RIFÀ A LORO CON  UN RACCONTO ANIMATO CON LA SABBIA, RAPPRESENTATO CON GRANELLI.
LA STORIA DEL PIFFERAIO MAGICO E DELLA CITTÀ DI HAMELIN RISALE ADDIRITTURA AL 1600
IL RACCONTO SULLA VICENDA VERA, UN FATTO TRISTE, TRAGICO SULLA SCOMPARSA DI TANTI BAMBINI IN UNA CITTÀ TEDESCA. 
FORSE UNA MALATTIA, UNA RITORSIONE,
UNA CATTIVERIA PURA?
NELLA FIABA IL PIFFERAIO DOPO AVER LIBERATO LA CITTÀ DAI TOPI ASPETTA IL COMPENSO PATTUITO. NEGATOGLI DALLE AUTORITÀ COSTITUITE, LUI SI VENDICA, INCANTANDO COL SUO SUONO I PICCOLI E PORTANDOLI LONTANO, LONTANO, NEL VENTRE DI UNA ROCCIA.
LA PORTA SI CHIUDERÀ PER SEMPRE DIETRO DI LORO E RESTERÀ FUORI SOLO UN BIMBO ZOPPICANTE  CHE RACCONTERÀ AGLI ADULTI GIUNTI IN RITARDO IL BELLISSIMO MONDO CHE LUI NON POTRÀ VEDERE.
SULLA SCENA, A QUESTO PUNTO, COMPARE PETER PAN CHE, VOLANDO, AFFERRA IN CONSEGNA I BIMBI
E LI TRASPORTA VERSO L’ISOLA CHE NON C’È.
UNA VARIANTE PER COLLEGARE TANTE FIABE E TANTI LUOGHI DELL’IMMAGINARIO DANDO RESPIRO A FIABE TRUCI CHE DOVEVANO PREPARARE I BIMBETTI ALLE ATROCITÀ FUTURE.
NEL VOLARE E NEL DARE UN INCASTRO FRA POSTI DIVERSI SI TENTA INVECE DI SFORARE UN VISSUTO NON PARTICOLARMENTE DIFFICILE MA DENSO DI NUVOLE NERE, UN FUTURO PERCEPITO POCO O NIENTE IN ADESIONE AL NOSTRO SENTIRE DA ADULTI, E DA ADULTI IMPAURITI VORREMMO METTERE AL RIPARO I RAGAZZINI.
FORSE COME FINZIONE SCENICA POTREBBE ANCHE ANDARE E L’OPERA CHE NOI ABBIAMO VISTO CONSERVA LA CAPACITÀ DI LEGARE OLTRE STORIE VARIE STIMOLANDO LA CURIOSITÀ DI ANDARE A VEDERE, A SENTIRE LE ALTRE FIABE CHE SONO TUTTE IN QUEL LIBRO INIZIALE CHE GRETA APRE SULLA SCENA E, FACENDO SCORRERE FRA LE DITA I GRANELLI DI SABBIA CON CUI DISEGNERÀ IL RACCONTO, ENUMERA.
ANDREMO A VEDERE QUINDI PETER PAN E L’ISOLA DEL TESORO, CAPITAN UNCINO E CAMPANELLINO, IL PAESE DEI BALOCCHI E ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE E GIÀ CHE CI SIAMO LI OSPITO TUTTI NEL MIO REGNO IMMAGINARIO E LETTERARIO DELLA LITWEB, UNA FIABA ANCHE QUESTA, UNA INVENZIONE.
CANTANDO E MIMANDO, ELEONORA E CHIARA LE DUE BIMBE AL MIO FIANCO HANNO SEGUITO I GESTI DI PIERPAOLO, APPLAUDITO E SORRISO, MENTRE NOI ADULTI CI CHIEDEVAMO TITUBANTI SE RIPORTARE SULLA SCENA LA PACE E LA LIBERTÀ SAREBBE BASTATO A DARCI L’ILLUSIONE CHE AVREMMO SAPUTO POI RIPORTARLE NELLA REALTÀ.
MA QUESTA È UN’ALTRA STORIA!   

« NELL'ANNO 1284, IL GIORNO DI GIOVANNI E PAOLO
IL 26 DI GIUGNO
DA UN PIFFERAIO, VESTITO DI OGNI COLORE,
FURONO SEDOTTI 130 BAMBINI NATI AD HAMELN

E FURONO PERSI NEL LUOGO DELL'ESECUZIONE VICINO ALLE COLLINE. »









domenica 3 novembre 2013

Inno alla s-comunicazione nel web



Inno alla s-comunicazione nel web

Io s-comunico con tanti, in realtà sono s-comunicata



Ricordo che un tempo Emily scrisse una lettera al mondo che a lei non rispose mai.

Tempi passati, ora io scrivo la mia lettera al mondo e rispondono in tanti che non conoscerò mai.

Ricordo quei giorni passati a rincorrere il vento, cantava De Andrè, ora rincorro soltanto un contatto su facebook che il mio iphone segnala con un bip.

Ricordi sbocciavan le viole, tante canzoni, ora le trovo spulciando i post dei miei contatti su  social.

S-comunichiamo felici, ridiamo convinti della facezia, della connessione, ci meravigliamo, noi oltre i quaranta anni, i cinquanta , ai sessanta.

Il nostro cervello ancora non ha completato la connessione. Un cervello rettile.

Mi siedo e vi parlo come se voi foste veri, come se io avessi trovato il motivo per darmi un motivo.

Dalla tela di ragno in cui ho disposto a raggiera i miei evanescenti rapporti reali ogni tanto ho un sussulto, uno scatto, una impennata di orgoglio e mi illudo di avere un mondo ascoltante e rispondente al di là dello schermo che mi dia un arcobaleno sereno, l’odore del fieno.  Viva la campagna cantava Nino Ferrer, e cantano i Bandabardò, viva la campagna che ci da…

Felicità, i miei rapporti webbici che mi danno risate e risate senza sporcare, senza puzzare, senza nemmeno il respiro vero, senza un gesto, un gesto naturale, che proprio non c’è stato, non c’è stato mai.

Quindi viva il tablet, viva iphone che illudono di nuovo che risposta ci sia.

A tutti voi che io non conosco e che leggo soltanto per darmi un motivo di esserci ancora.

Perché, come Kant mi insegnò, se ci siete voi, ci sono anch’io.

L’essere passa dalla campagna alla compagnia…




sabato 2 novembre 2013

Commemoriamo i morti



Commemoriamo i morti



Altrimenti che due Novembre è

Commemoriamo i morti che continuano incessantemente ad alzarsi la mattina, a lavarsi, a far di cacca e di pipì, a prendere un caffè o un caffellatte con pane con biscotti con cereali. Commemoriamo i morti che ogni giorno in macchina si avviano scatarrando o sbadigliando ai loro tumuli lavorativi con orgoglio, con disprezzo, con sottile noncuranza.

Commemoriamo i morti che al ritorno fanno soste presso supermercati, macellerie e panetterie per soddisfare stomaco pancia e gambe, un motore da riavviare.

Commemoriamo i morti che alla sera, stanchi di tanto silenzio, di tanto rumore, si abbandonano alle chiacchere di uno studio aperto, di un televisore, di uno schermo pc.

Commemoriamo i morti che sapranno un giorno vivere davvero soltanto nel momento del trapasso, all’improvviso luminoso cammino che si aprirà verso l’eternità.

Commemoriamo i nostri cari che ci stanno accanto, morti, come lo siamo noi per loro, estranei, inutili e paurosi, incredibilmente ancora in carne ed ossa.

Questo che  è il più bel giorno per i trapassati veri, omaggiati da fiori, ceri e pulizie , questo giorno merita un pensiero.

Li vedo i trapassati che sorridono di loro dei presenti accorsi in  frotte in loculi e tombette.

Li vedo giocare ridere e scherzare additandosi quello o quell’altro che avranno avuto come vicino di banco, di ospedale, di orario continuato.

Vedo poi la turba dei poeti, dei fini dicitori pronti col discorso per commemorare il caro grande estinto che in vita non fu niente ma ora, che sorpresa, ora è un vincitore.

Ora che commemoriamo siamo tutti vincitori il vecchio ed il bambino, il nonno e il nipotino, il grande erudito e tu che sei una schiappa. C’è posto anche per te fra i letterati estinti all’ombra del sicomoro del tomo e del romanzo di appendice varia. Commemoriamo pure, c’è posto anche per te.

martedì 29 ottobre 2013

Non conosco nessun Luigi



 Stralcio da un romanzo mai edito.

Che terribile crudeltà!!!!

Credimi, la cosa più crudele  la vita mi vuole infliggere ogni volta che io mi affaccio alla finestra a guardare un momento è questa risposta continua, uguale e monotona.

Dalla nascita…

Evidentemente è così.

Comunque se ti posso essere utile mi fa piacere

Ma onestamente questo tuo arroccamento non mi facilita

Sarei felice se tu mi aiutassi a capire come mai  io sbagli sempre, vero?

Te lo scrissi una volta in un post

Tutto si spegne  da me

Scusami

scusami

Non voglio sapere chi sei, cosa suoni, stai tranquillo, non so assolutamente nulla.

Stai tranquillo

E scusami

Per le domande

È che ho questo difetto

Sono curiosa di sapere come si vive

Come vivono i miei simili

Come é la vita fuori

Di chi suona, di chi canta, di chi vive

Certo esco anche io

Vado per le strade

Vado a mare

E faccio

un bagno

E poi guido almeno un po’

E ho anche qualche amica

E mi dicono che  sono simpatica

Ma poi

Ma poi

Ma poi



Luigi



La bambina, tu dici?, ma perché?

Questo dispetto proprio a me?

Ma perché debbo guardare sempre in giro stupefatta

Un carosello di incontri

Ed io non incontro

nemmeno la mia ombra?

Luigi

Riscusami

È un errore madornale

A me non è permesso

incontrare umani

Dalla nascita eh

Sarà stata una strega cattiva che accanto alla mia culla ha sentenziato:

Sta piccina non incontrerà nessuno

Per quanto lei si applichi

Il mondo le sfuggirà

Per quanto lei adori conoscerlo

Il mondo di più le sfuggirà

Ci sarà un amuleto, un artificio per spezzare questo incantesimo?

Lo voglio credere e da ora da questo momento non chiederò più a nessuno come si chiami…



Figurati, Luigi, che una volta, nel reale, in un oratorio, dove ballavamo ogni venerdì, io chiesi ad una donna:-Come ti chiami?-

 lei mi rispose:-Perché lo vuoi sapere?-

Ed io didascalica:-Perché così quando ti rincontrerò ti saluterò chiamandoti per nome-

 lei acida:-La prossima volta te lo sarai scordato il nome.-

 io inflessibile:-Io non scordo, quell’altra mi ha detto il suo nome ed io me lo ricordo-

Ma non ne valeva la pena, Luigi, non ne vale la pena, vero?

Conoscere i nomi, i cognomi, i visi, le strette di mano… ma no



 mi libererò da questo sortilegio

e leggerò a voi tutti

il muro che ho buttato

per conoscervi inutilmente

mercoledì 23 ottobre 2013

Tre ore, tre donne, senza dirsi nulla



Tre ore, tre donne, senza dirsi nulla

Parlando tanto.

Siamo in tre davanti a crema di zucca fumante, crostini e tre donne. Non ci vediamo da tempo. Una, l'amica a me tanto cara, è stata molto tempo fuori, dalla figlia, dal nipotino, ha trascorso l’estate al mare con loro, ora non so. Dell’altra donna, conosciuta da me, in tempi difficili, non so assolutamente nulla. So soltanto che io e lei siamo agli antipodi, quanto più lei è misteriosa, una sfinge, celata, sul suo vivere, tanto più io sono un megafono sul mio. Stima reciproca certo ma due modi  diversissimi. Loro due, la mia amica e lei, si ritrovano in maggior sintonia. Ne sono felice. Non ho mai avuto gelosie, sono sempre molto consapevole delle innumerevoli possibilità negli incontri.

Su una tovaglia bianca, piatti bianchi con bordo rosso, e l’arancio della zucca.

Parliamo, dunque.

-La crema di zucca, squisita, con una mezza patata, per rendere cremoso il tutto, ci voleva la panna nella ricetta originaria-
 invece io ho messo il latte,
 -hai fatto benissimo-
 -la densità è quella giusta- 
-anche la cipolla si sente pochissimo-
- poi ho frullato dopo aver lasciato qualche cubetto a parte-
 Squisita.

Golosamente finiamo di assaporare quella bontà e arriva il petto di pollo all'arancia con contorno di verdure, scarola con uvetta passa. 
Qui io consiglio di comprare dal macellaio non il petto, sempre insapore, ma la sopra coscia, disossata, tolta la pelle, aperta a libro e fatta arrosto come se fosse una bistecca, una vera prelibatezza.

Alla frutta io sgranocchio felice un melograno, lo succhio, sputacchio i semi, e poi avrei macchiato tovaglia,
- però c’è il Vanish per le macchie-
- forse è meglio lo Chanteclair-
 -una spruzzata e via-
 -certo che candeggiare rovina i tessuti…io preferisco sempre il bianco, proprio per questo, biancheria deve essere bianca-
 -Sarà- intervengo io- però le lenzuola rosse, arancioni, gialle, verdi, sono allegre, un giorno nell'azzurro-
-No, no- fa lei- io non saprei dormire in un letto colorato.

Che vi dicevo prima?
 Continuiamo al caffè, non senza aver disquisito di sfilati e corredi, loro due, 
che io sin da piccola sono allergica a dodici paia di asciugamani in cotone o di spugna, mi piace comprare secondo il gusto mio, non avere cassetti già scelti da tempo, infatti loro due aggiungono che le figlie, una, già sposata, ha lasciato tutto dalla mamma perché,
- sai, indovinare il tavolo da pranzo che si sceglierà è difficilissimo. Tondo, quadrato, ovale, oppure  allungabile e allora cambiano tutte le misure delle tovaglie.-
- Sono utilissime, queste, perché nei tempi in cui si facevano le feste, i bambini festeggiavano il compleanno a casa-
 Io ricordo come un incubo quei bimbi sciamanti, loro, le mie amiche, sì, riconoscono che quei piccoli finivano anche sotto il letto, però le tante fotografie con le candeline, con la torta, quelle  nello scatolone, rimangono. 
Appunto.

Siamo sedute ora su una terrazza baciata dal sole, i monti circostanti verdi, i ruderi del castello ci fanno  da spettacolo e lei si fuma una sigaretta parlando del libro di Piperno. Persecuzioni. Vincitore del premio Strega, anzi no, lui il premio lo ha vinto con Gli inseparabili, ma avrebbe dovuto vincerlo con Persecuzioni, asserisco io.

Lei dice che è una vicenda impossibile, io teorizzo che è la realtà di nostre esistenze, insicure e deboli, in mano ad eventi che se chiudiamo nel bozzolo ci  avvolgono e ci annegano come il protagonista.  Due visioni diverse. Abbiamo trascorso un bellissimo pomeriggio senza parlarci.