Laboratorio Gruppottanta di
Cosenza
" CASA DI BAMBOLA"
di H. Ibsen
Regia di
Ennio Scalercio
Trovato Ennio, compagno di scuola all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica a Roma, nel 1969, ora Michele Placido può dirci a cosa serva avere un fermo
proposito da calabrese testa dura?
Forse di più potrà risponderci Ennio, che in
quel sogno si fermò e lo realizzò.
Serata fuori binario stasera
all’Abbazia benedettina,-Balada para un loco- , canta la voce della donna, questo
che non è un tango tradizionale, brano composto nel 1969, da Astor Piazzolla
una introduzione recitata, un preludio
come evocante un carillon di tempi che non ci sono mai stati se non nella
fantasia o nella pazzia.
Un 1969 che ritorna nell’aria
delle parole di Michele Placido come voce dal sen fuggita.
Serata che va per strade
inusuali malgrado l’uso di poesie notissime che vivono di vita nel
porgere nuovo del verso con maestria.
Avrebbe potuto anche leggerci
un cartone di detersivo, stasera, e tutti saremo stati esaltati dalla bravura,
dal saper leggere, dalla strabiliante empatia e amore fra chi legge e il suo
foglio.
Lui, magnanimo, comincia con
Anacreonte e un bicchier di vino, poi mima l’amplesso, sempre col foglio!, con la Pioggia nel pineto e si distende beato in compagnia di Neruda e la sua Ti amo quando
taci.
Mette uno zuccherino goloso di Gozzano e già siamo a Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un
milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni
gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo
viaggio.
Già
Avremmo potuto chiudere anche
senza Dante che ormai imperversa dai vari e improponibili viaggi di Dante che
ci vengono continuamente riproposti in questa estate lametina.
Per fortuna Michele Placido ci recita” Qual colombe dal
disio chiamate”, e noi tutte chiamate e ammaliate dal suo garbo e dalla sua
bellezza vorremmo fuggire dovunque con lui, con un foglio in mano, con un libro
in mano, come Paolo e Francesca che proprio leggendo persero i freni e si
innamorarono.
Potenza della lettura!
Grazie a Michele, trillanti e
felici, noi tutte torniamo alle nostre case, ingombre di libri, cartelle e
penne, fogli e poesie, amandoli tutti una volta di più.