Chissà dove sarà finita quella fiducia nel futuro! Chissà! Il mondo per come lo conosciamo o pensiamo di conoscerlo ci rinvia sempre più verso la distopia, una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro in cui viene presagita un'esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ed anche la fantascienza si basa su una narrazione con ipotesi tecnico-scientifiche e conseguenze sulla società e sull'individuo terribili. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o nel futuro. Ma non è più fantascienza ormai. La distopia e la fantascienza, entrambi questi generi letterari derivano dall’utopia: il primo seguendo una discendenza diretta, il secondo, per alcuni, come una forma di degenerazione.
Utopia è immaginare un mondo migliore ma "al sostanziale ottimismo vittoriano sulle possibilità del futuro della borghesia in ascesa (un ottimismo da apertura d’epoca, sia pure con le bivalenze della rivoluzione industriale) si è sostituito, nel nostro secolo, un atteggiamento culturale e mentale molto più differenziato e problematico" dice Daniela Guardamagna, "Analisi dell’incubo. L’utopia negativa da Swift alla fantascienza".
Leggo con attenzione romanzi che trattano storie come Stelle Meccaniche di Alessia Principe, romanzi dove il sole non c'è più, si è spento il sole e la stella artificiale Meti si è spenta anch'essa, potremmo dire.
Uomini e donne sono pezzi, sono usati come pezzi di ricambio, sono ormai un misto di tecnologia e umanità. La Terra è dominata dagli Arcolai che domina sui Resti, i ricordi. Inquietante futuro visto con gli occhi di due ragazzi Tito e Giosuè.
Benché in un mondo distopico incontriamo Miriam " Ogni rientro nel suo corpo era come aprire la porta di casa dopo una lunga assenza e scoprire il proprio odore cha solo gli altri riuscivano a cogliere... I sentori domestici continuavano a esplodere come bombe subacquee nella testa, e lei li sminuzzava e li rimetteva al loro posto. E metteva a posto se stessa." Stelle meccaniche
"Miriam scrisse la storia di Eva sul suo diario. Lei scrisse: Sono stata Eva. Ventidue anni dentro di lei… Il tempo è un filo di bava che si allunga su e giù"
Giosuè, Tito, come essere amici essendo rimasti circuiti di connessione. Resti di Rebecca, di Aristide, Noè, intanto a prua sta, la sua nave Nimrod ondeggia al molo 13G. Una nave entropica lunga ventidue metri
"Il tempo è un’ossessione e i ricordi l’anestesia della morte. Siamo Resti di Tempi più universali." mi dice Alessia
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