domenica 11 aprile 2021

La Carne di Cristò

 Ospite eccezionale nel Regno della Litweb Francesco Calimeri che ci parla del romanzo di Cristò La Carne. Noi abbiamo già avuto modo di apprezzare il talento di Cristò Chiapparino nel La meravigliosa lampada di Paolo Lunare,  TerraRossa  edizioni, ed ora ritroviamo Cristò per la Neo Edizione. Un grande scrittore, parola di Litweb, dal Regno della Litweb. Vi lascio con la bella lettura di Francesco Calimeri.


La carne - Cristò

"La Carne" 

Questo lavoro di Cristò è stato pubblicato per la prima volta nel 2015; rileggendolo riedito nel 2021, in piena pandemia, non è per niente facile ignorare il fatto che il suo contenuto, che fa riferimento ad una malattia che sconvolge l'umanità, appare oggi sorprendentemente profetico. Tuttavia, "La Carne" va ben oltre; proviamo a seguirlo.

Il testo (romanzo?) è decisamente originale. Diverse sono le sue caratteristiche distintive, ma probabilmente quella più evidente è la difficoltà nel definirlo o inquadrarlo in un genere; e questo vale tanto per il lettore che lo assaggia per caso, quanto per quello che intende usarlo per preparare con cura un pasto.

Come anche ne "La meravigliosa lampada di Paolo Lunare", l'autore parte da una idea relativamente semplice; lascia poi che il testo si sviluppi attorno ad essa attraverso molti dei temi chiave della letteratura e dell'umanità. In questo lavoro, tuttavia, l'idea non è un oggetto, per quanto straordinario; si tratta invece di una cesura nel tempo, un momento a partire dal quale tutto cambia definitivamente. E, paradossalmente, il più grande cambiamento della storia consiste nell'entrare in un'era in cui niente più cambia: tutto resta sempre, immutabilmente, identico a com'era nel momento in cui l'incredibile cambiamento è avvenuto. 

Caratteristica del nuovo mondo è la separazione dell'umanità in due categorie: gli esseri umani "normali" e quelli che, per colpa di qualche forma di malattia ignota e incomprensibile, diventano "zombi". Questi ultimi, tuttavia, sono completamente diversi da come l'immaginario collettivo (nutrito da cinema, letteratura, fumetti) è stato abituato a raffigurarli. Infatti, nel mondo descritto da Cristò essi non sono aggressivi, non attaccano gli umani; appaiono semplicemente stanchi, sembrano muoversi solo per inerzia, e l'unica cosa di cui hanno bisogno è il cibo. Già, ma che cibo!: carne, distribuita loro dagli esseri umani ancora "sani" in appositi macelli, presso i quali si creano interminabili file di zombi in attesa della propria razione.

Al tempo del racconto, sono passate molte decine di anni dall'inizio del cambiamento; formalmente, il protagonista è un uomo anziano, rimasto terribilmente mutilato da bambino, che racconta in modo surrealmente apatico cosa gli accade attorno, intrecciandolo coi ricordi di quando il mondo era bello, pieno di vita e, soprattutto, mutevole. Il tutto si mescola con le vicende di un medico, testimone del disfacimento della realtà attraverso pazienti che scrivono strani "pizzini" senza averne memoria e la propria moglie che diventa sempre più strana. Il lettore resta straniato tra piani temporali e spaziali instabili, affrescati di strani sogni, badanti, vagabondi, gatti, filosofi del passato, profezie, cinema porno, giochi acquatici, pitoni, ronde notturne di umani "sani" che massacrano zombi inermi, e una lenta, torturante, straziante presa di consapevolezza riguardo a cose inimmaginabili eppure, in fondo, perfettamente normali.

Il testo è pregno di tante allegorie; si potrebbe cedere alla tentazione di individuarle, interpretarle, commentarle; il rischio, come sempre in questi casi, è quello di andare ben lontano da dove intendesse portarci l'autore. Tuttavia, come capita di fronte a molte delle opere più riuscite, forse è proprio questa la cosa più naturale: il lettore "vede" il proprio libro, l'opera interagisce con il fruitore per divenire qualcosa di nuovo e diverso, in questo caso quasi a esorcizzare l'immutabilità dell'universo in essa raccontato. 

Citiamo quanto scrive Paolo Zardi nella postfazione al romanzo: <<Ogni libro cerca i suoi lettori, non esistono libri che vanno bene per chiunque. La Carne, come spesso accade ai romanzi coraggiosi (o audaci, com'è questo romanzo), potrebbe disturbare qualche lettore, perché non fornisce punti di riferimento noti, approdi sicuri>>. Il libro non è sempre "facile" da leggere, e a tratti è davvero disturbante; e forse era inevitabile, tenuto conto dei contenuti. Tuttavia, la sensazione è che Cristò non si limiti a scrivere libri, ma provi a fare letteratura; e sembra cavarsela niente male. Non è poco: il tempo ci dirà se ci è riuscito. Intanto, complimenti.


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