sabato 27 aprile 2019

Paola Cereda Quella metà di noi

Un libro serio che vi piacerà moltissimo come è piaciuto a me 
"Il noi - il me con l’altro - le aveva lavorato dentro e l’aveva resa consapevole dell’importanza eccezionale dei limiti: si vive per essere felici almeno un po’, si muore per non essere infelici per sempre."
Paola Cereda ci coinvolge con un racconto inusuale, scritto con cura e con dialoghi costruiti sul vero, sui rapporti familiari che prendono spesso la strada dei segreti, delle richieste inevase, dell'impossibile andarsi incontro e aiutarsi.
La storia inizia con il dialogo fra la protagonista, una donna di sessantacinque anni, Matilde Mezzalama, vedova e in pensione dopo aver fatto la maestra, e la sua unica figlia, Emanuela, a sua volta sposata con due figli e una clinica veterinaria da mandare avanti. 
Il racconto, la scena, si apre con una telefonata. 
Una telefonata rivela la vita.
Sulla scia di "una telefonata salva la vita" di una nota pubblicità qui una telefonata svela il rapporto fra madre e figlia.
La figlia chiede un bonifico di settantamila euro alla madre per risolvere i suoi debiti e le suggerisce di vendere la casa, oppure di sbloccare gli investimenti in banca, e si interrompe sulla domanda: "Non vuoi?" Tu, madre non vuoi aiutare tua figlia? ed infatti leggiamo ciò che tutte le madri pensano e si sentono dire a quel "non vuoi" " Tu esisti per soddisfare i miei bisogni, per vivere una vita secondaria, è a questo che servono le madri"
La richiesta del bonifico sarà il filo sottaciuto che accompagnerà i gesti e le decisioni dei protagonisti coinvolgendo vite di altri, perché la vita di ognuno è fatta della interazione con la vita di altri. 
Con un carico di segreti, più o meno confessabili, la vita si snoda chiedendo un conto, un bonifico, anch'essa, 
"Ci sono segreti che esistono per il piacere di non essere raccontati e altri che si trascinano appresso la vergogna" 
Nella rappresentazione di un barrio sudamericano, infatti Barriera si chiama il quartiere di Torino dove vive Matilde, con abitanti di varia etnia, come ormai sono composti la maggior parte dei quartieri popolari di tutte le città, si sviluppa la scena della storia mondiale mescolata e allontanata, senza veri ruoli, senza più continuità fra il prima e il dopo.
Ognuno in esilio dal paese di origine, ognuno in cerca di un lavoro oppure di un amore, ognuno che offre o soffre nel quotidiano svolgersi degli eventi. 
" Chi non ha qualcosa da nascondere, ha almeno una verità da raccontare. 
E la verità, a volte, è il più grande di tutti i segreti."
Seguiremo come se fossero fatti nostri i fatti e gli avvenimenti raccontati riconoscendoli come nostri, sapendo che "Non ci si ama in quanti parenti, ma in quanto parenti ci si ama quel tanto che basta a fingere di non aver bisogno di una scusa o di un riconoscimento" 
Un libro serio, un libro su una lettera taciuta, su una lettera nascosta, su una lettera che si aspetta e non arriva, su quella "lettera al mondo che a me non rispose mai" scrisse la Emily Dickinson di tutti noi.  
Nel sentire il libro facente parte del Regno della Litweb, lo affido alla lettura amata di chi incontrerà il mio blog, chiedendo noi tutti nessun bonifico ma il piacere di leggere storie vere, come questa scritta da Paola Cereda.    
Ippolita Luzzo 

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