martedì 25 dicembre 2018

Discorso di fine anno 2018 L'esigenza di essere un essere pensante

Il discorso di fine anno mi sorprende alla finestra, una finestra ideale dalla quale vi dirò alcuni pensieri presi a prestito da chi leggo con attenzione: Da una frase di Tristram Shandy: Le cose che fate entrare sono le stesse che fate uscire.
Ciò che fai entrare dalla finestra sarà quello che farai uscire, mi ripeto e vi ripeto per l'anno 2019, quindi facciamo attenzione, questa è un'altra parola che vi regalo per l'anno a venire. Il fatto di preparare il discorso di fine anno mi mette in difficoltà. L’anno della verità? L’anno cretino? Non so. Non sono più andata alle conferenze stampa da stampa alternativa e se sono andata non ho scritto nulla. Nella cappa del Lametame si perde il respiro dell’allegrezza.
Intanto però ritorno da Roma come BloggerInStand, come scherzosa zoppicante maghella, speranzosa che tutti i libri da me letti e amati vengano premiati, vengano riconosciuti come libri veri. Dopo il diluvio, Comportati da uomo, Ogni Mare è Ramingo, La Stanza dei Lumini rossi... Pantarei, Tu che eri ogni ragazza, L'invenzione dell'amore... a Roma a Più Libri più liberi. 

Mi ritrovo a regalarvi da questa finestra ideale i fogli, i miei pezzi, affidando al vento una frase, una esigenza. Vi regalo Esigenza come parola da custodire e usare: esigenza di capire ciò che si legge, esigenza di avere un gesto, un gesto naturale, esigenza di essere unici e diversi, esigenza di essere simili benché diversi. 
Esigenza al rispetto in quanto esseri.
Mi trovo a guardare con dolore le tante manifestazioni inutili e stereotipate con le quali si spendono e spandono i soldi pubblici, mi trovo a guardare sconfortata i tanti privati, travestiti da associazioni, accedere ai fondi senza fine, senza un fine. Mi trovo e in effetti non mi trovo più se non nelle pagine dei libri veri che giungono nel regno della Litweb ormai per strade anche a me misteriose. Chi me li manderà? 
Intanto la strada è questa, presa dalla libreria indipendente di Pistoia, Les Bouquinistes, dove spero proprio di portare i pezzi 
La strada
E’ una strada lunga e silenziosa.
Cammino nelle tenebre e inciampo e cado
e mi rialzo e calpesto con passi ciechi
le pietre mute e le foglie secche
e qualcuno dietro di me cammina:
se mi fermo, si ferma;
se corro, corre. Mi volto: nessuno.
Tutto è oscuro e senza scampo,
e svolto e risvolto angoli
che conducono sempre alla strada
dove nessuno mi aspetta né mi segue,
dove io seguo un uomo che inciampa
e si rialza e dice vedendomi: nessuno.

Octavio Paz, Poesie di viaggio a cura di R. Mussapi (EDT, 2009)
Nell'immagine: Elk, Lennart Helje's nordic postcard

Un buon anno a tutti voi nell'esigenza di essere tutti, a proprio modo, un essere pensante
Ippolita Luzzo dal Regno della Litweb

2 commenti:

Unknown ha detto...

Brava! Riesci a emozionarmi e a farmi riflettere. Con leggerezza scrivi e suggerisci pensieri profondi, grazie e felice 2019
Costanza

Gigi Todesca ha detto...

Buon tutto Ippolita, ogni bene