mercoledì 3 ottobre 2018

Paolo Ercolani Contro le donne e Le donne di Lazar' di Marina Stepnova

La casa editrice Nord del gruppo editoriale Spagnol manda in libreria un romanzo di Christina Dalcher Vox. Sulla copertina sta scritto: "Puoi dire non più di cento parole al giorno. Ma solo se sei una donna." Detto ciò poi il romanzo segue i canoni del gusto in voga, abbastanza scontato, ma è interessante come, almeno per la trama, "donne che hanno al polso un bracciale che monitora quante parole possano dire al giorno", si ricolleghi alle tematiche serie e ben argomentate presenti nel libro di Paolo Ercolani "Contro le donne"
Di volta in volta e seguendo il orso della storia Paolo Ercolani studia e indaga il pregiudizio e i pregiudizi sulla donna e sull'essere donna. Un saggio che mi riporta agli anni settanta, al periodo dei miei studi liceali, alle lotte femministe per gestire contraccezione e aborto, una sessualità libera dal peccato e dal concepimento. Far diventare il concepimento una libera scelta, era questo il significato delle parole "L'utero è mio e lo gestisco io" parole urlate dalle femministe in quegli anni. Sembrava lontanissimo San Paolo, quando proibisce alle donne di parlare in chiesa, sembravano lontanissimi Bacone o Montaigne, con le loro boutade sulle conseguenze nefaste del matrimonio e del chiacchierare con una donna. 
Il libro di Paolo Ercolani mi arriva e lo leggo insieme al libro di Marina Stepnova "Le donne di Lazar" della casa editrice Voland. C’è del metodo per come arrivano e per come s’accompagnano. Questi due libri sembrano speculari
Anche in questo libro tre donne, intorno ad uno scienziato russo, ripercorrono i temi e pregiudizi delineati da Ercolani come appartenenti al genere femminile. Un libro da leggere come completamentari, accanto. 
Noi, al liceo negli anni settanta, siamo vissute leggendo Simone De Beauvoir," Il secondo sesso" poi "Penelope alla guerra" di Oriana Fallaci, "La mela e il serpente" di Armanda Guiducci, pensando che con le letture avremmo potuto pareggiare il divario fra le relazioni con l'altro sesso. Impossibile. La distanza resta, ma, come Ercolani postula, sarà proprio questa distanza a creare la relazione, il rapporto. Fra persone.
In un film non troppo recente " Due Partite" della regista Comencini vi è nel finale questa bellissima lettera "Un giorno esisterà la fanciulla e la donna, il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé, qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine, ma solo a vita reale: l’umanità femminile. E questo progresso trasformerà l’esperienza dell’amore... E questo progresso trasformerà n l’esperienza dell’amore, che ora è piena d’errore, la muterà dal fondo, la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano, non più da maschio a femmina. E questo più umano amore somiglierà a quello che noi faticosamente prepariamo, all’amore che in questo consiste: che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda.” Quasi lo stesso finale di Paolo Ercolani, dopo il suo lungo studio dalla Patrologia greca e latina a Freud, a Marcuse, a quella libertà anelata da uomini e donne, la libertà dal pregiudizio. 
Ippolita Luzzo 
   

4 commenti:

PLA ha detto...

Librerie ed edicole pullulano di letteratura e pubblicazioni periodiche femminili.
E non s'occupano certo solo di amori infelici, biancheria intima e maquillage (risulta anche a lei Ippolita?)
I blog al femminile (come codesto) non si contano più.
I media televisivi e radiofonici sono letteralmente invasi da discorsi al femminile.
Chi s'azzarda ad accennare "discorsi al maschile"...povero lui.
La produzione cinematografica, teatrale...financo quella pubblicitaria sono ormai monotematiche in merito.
Come pure i disegni animati, i fumetti e il catechismo cattolico.
Se una donna afferma "sono stata molestata"...un minuto dopo (ma anche prima) quell'egli viene letteralmente cancellato dall'umanità e spesso sostituito da una donna.
Per i processi (quelli veri) ci sarà tempo.
Chi "vive" nel mondo "reale", può tranquillamente constatare la loquacità e la libertà espressiva di qualsiasi donna.
.
Arrivo al dunque: dove alberga questa presunta umanità femminile silenziata?
Oppure...come immagino, vien comodo, mantenere in vita il cadavere di nonno per continuare ad intascare la pensione?

Ippolita Litweb ha detto...

Questo non è un blog al femminile

PLA ha detto...

Posso prenderlo come una presa di distanza da..."al femminile"?

Ippolita Litweb ha detto...

Certamente