venerdì 12 febbraio 2016

La bambina celeste Francesco Borrasso.

"Dipingo da quando sono piccolo; la mia prima immagine
artistica è una tela bianca e la mia mano che direziona le
pennellate blu; forse ero appena quindicenne, forse quel
quadro non l’ho mai finito."
Mi siedo e apro il libro di Francesco Borrasso. Oggi non voglio scrivere nulla, mi dico. Mi fa male il braccio. Sono appena stata ad una conferenza stampa, al comune,  e stasera ho una mostra " La ragione dell'informale" del pittore Alberto Badolato.
Apro il libro ed inizio a leggere. 
Ora sono qui a scrivere.
Coincidenza assoluta, direbbe Domenico Dara, autore del suo
" Breve Trattato sulle coincidenze" che presenterò il 18 Febbraio all'interno della stessa galleria.
Coincidenze vuole che il protagonista del libro sia un pittore, come Alberto Badolato. 
"Per me la vita era quella, le pennellate e le tele; erano
i colori e il potere di dominarli. Ero il creatore di un mondo
in cui vivevano le mie regole, il fondatore di una giustizia
che si manifestava con le sembianze di colori; qualsiasi tipo
di decisione spettava a me, cancellare un disegno, rimuovere
una sfumatura, smorzarla, aggiustarla, intensificarla. È stato
l’inizio che ha reso ancor più pesante, poi, la mia caduta dentro
il vortice della casualità, nella vita reale dove controllo è
una parola che non ha alcun significato."
Mentre parlo e scrivo di coincidenze, l'autore, Francesco, mi risponde, Daniel, il protagonista mi risponde"ci rifletto e capisco che tutto, qualsiasi fase iniziale di un percorso importante dipende
esclusivamente da un solo, unico passo; non da coincidenze,
talenti, impegno, forza, certo sono tutte cose che servono, ma
non bastano; è quel passo, in quel momento, in quell'ora, durante
quei minuti, l’afferrare quel secondo; nemmeno lo sappiamo,
ma quel secondo domato è più importante di tutto." 
Ad est dell'equatore è la stessa casa editrice di "Soli eravamo" scritto da Fabrizio Coscia, altro libro da me amatissimo, Fabrizio sa, quasi al limite dell'ossessione leggente, libro che sta nei primi posti del mio regno della Litweb.
 Dopo " Soli Eravamo" ora leggo Francesco Borrasso con questo esordio di grande umanità. Un amore così grande. Un dolore così grande. Una vita non basta a insegnarci cosa farne del dolore, dell'attimo che viviamo. 

"Alcuni dolori sono semplicemente un pensiero che non riusciamo ad uccidere. Alcune sofferenze ci germogliano dentro la testa, ci afferrano per i capelli e ci costringono a ricordare  com'era quell'inferno in cui eravamo capitati."
"La normalità non esiste; è solo un modo con cui le persone
chiamano i momenti in cui non c’è il dolore"
"Quando vivi un sentimento che tende alla speranza, tutte le cose che ti circondano sembrano più vere, più belle; le persone e gli oggetti sembrano al proprio posto; le case sembrano incastrate nelle loro prospettive; l’aria è la somma di sole ed inverno"
.... non ho finito. 
Mi riposo e riprendo domani a scrivere di te.
Oggi 13 febbraio nel riprendere tutto quel celeste che mi riporta a te
"Per sempre" è un bugia. Non ricordo dove ho scritto anche io questa stessa frase, ma posso ora dire di più su questo racconto ritmato sul dolore di un padre che, nella prova, non regge alla condivisione e gestisce un rapporto unico con la sua bambina celeste. Escludendo la donna amata, la compagna, la mamma. 
Un dolore unico come già sembrava unico il rapporto fra figlia e padre, come sono così spesso i rapporti fra genitori e figli. Unici.
Un racconto con un ritmo familiare, come familiare e conosciuta è la tragedia che incombe in questi nostri anni avvelenati da questa epidemia. Il cancro.  
"Veniamo prima di qualsiasi forma di dolore; per quanto la
sofferenza di un altro essere umano possa appartenerci e diventare
anche nostra è sempre con noi stessi che cerchiamo
una tregua."
"Per un essere umano è difficile accettare che la serie di eventi che hanno preso a innescarsi sotto i suoi occhi siano senza controllo;
è destabilizzante, è doloroso essere impotente."
Nella nostra impotenza leggiamo e scriviamo, piangiamo e ridiamo. 
Una scrittura, questa di Francesco, "sincera come l'acqua di un fiume di sera" mi viene di canticchiare con Bruno Lauzi, una scrittura in cui la realtà è immaginazione, nel volo.
Celeste sia il leggere a ciascuno di noi. Dal cielo dove io abito, Litweb. Un regno senza terra.
Una scrittura disciplinata e scelta questa di Francesco.
Il più bel racconto letto in un  buio inizio del 2016 mi riconcilia con chi ama un testo dipinto di celeste.
Uscirà il 3 marzo in libreria e lo amerete come lo amo io

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