Il libro di Chris, presentato dal professore Franco Ciriaco che ha dato i riferimenti storici e geografici entro cui la vicenda umana dell'autore e del suo paese si svolgeva, è una testimonianza di guerra, di esilio, di viaggio, di spostamenti fisici e psichici.
Una testimonianza di studi, di opportunità che travolgono qualsiasi guerra e fanno diventare la vita di Chris quasi una missione. Far sapere a tutti come sia stata e come sia la tragedia del Ruanda, del Congo, del Burundi, la tragedia di guerre continue alimentate da associazioni di guerriglieri. Da Mobutu a noi, dai confini artificiali delimitati a tavolino da penne di colonizzatori del Belgio, della Francia, dell'Inghilterra, degli Stati Uniti che aiutarono un tiranno ad insediarsi, la terra insanguinata da troppe armi sta.
"La mia Africa" era per i colonizzatori. "Congo" di Michael Crichton
Armi e malattie. Danni ingenti della guerra su uomini e sulla terra.
Dal film "Hotel Ruanda" che riavvolge la pellicola al video che fa vedere Chris stasera, la tensione di svelare a tutti quanta sia grande l'ingiustizia e la sofferenza di un intero continente. Il continente madre. Dall'Africa dove nasciamo tutti.
Dall'impegno di Angela e di Chris la speranza che il bene possa un giorno affermarsi, che il loro sorriso e la loro fermezza possano raggiungere i luoghi dove si decidono i destini di moltissimi.
Angela ha scelto studi di antropologia che l'hanno portata in Sierra Leone al tempo dell'Ebola.
Chris ha fatto studi di ingegneria e ora dopo un tirocinio presso l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni a Bruxelles nel 2010, ed aver lavorato come tutor accademico allo IUSS fino al 2014, dal 2012 organizza conferenze sulle crisi umanitarie nella regione dei Grandi Laghi in Africa.
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