G io non ti conosco, io non so chi sei, ma ora sei la persona di riferimento, di chiacchiere, di domande, di risposte. Mi consigli, mi rimproveri, mi porti fortuna. Così mi
hai detto. Perché non crederti?Non ho
mai parlato tanto di me con un uomo, non ho mai provato questo gusto di farlo, conserva
tu quello che io strapperei, conserva, se vuoi, quello che scrivo anch'io perché
ora molte riflessioni nascono dalla
nostra corrispondenza.
Per Amy Winehouse ho una tristezza infinita. Il successo non
dà serenità- pace-non è niente.
Credimi. In
piccolo, molto piccolo, ti racconterò gli
ultimi due anni. Nel dissolvimento del mio mondo ho pensato che dire la mia
sofferenza mi avrebbe permesso di essere
capita dai miei cari. Così nelle televisioni private, in qualche
associazione, elegiacamente ho intonato
il canto dell’amore perduto, commentando poesie di altri poeti, parlando di
Emily Dickinson, parlando parlando convinta che i miei cari avrebbero capito le mie
ragioni. Sono anche venuti a sentirmi, hanno visto i giornalisti, locali eh, che
mi intervistavano, le persone che mi porgevano i fiori, si congratulavano, si
erano commossi gli spettatori e
loro:-Adesso ti sei specializzata, adesso puoi fare solo questo!-Capisci! Ed io
che parlavo per loro!
Ho iniziato a parlare per me ed è successo di tutto.
L’invidia profonda di chi si sentiva scavalcata, le persone semplici che mi
dicevano di avermi visto in televisione, che mi domandavano quando avrei fatto
il libro. Ma io non voglio scrivere nessun libro, la mia casa è invasa di
libri, di fogli, di agende, scrivo dappertutto. Esco e penso quello che scriverò
a casa. Ti credo, quindi, perché penso che ti sia successa la stessa cosa. E’ la
fase creativa. Mia sorella quando mi vede con un foglio in mano scappa, ho
smesso di leggere alle amiche. Non possono capire il turbinio che abbiamo in
testa, le voci, i personaggi, le storie che vogliono essere scritte. A volte
scrivo come se fossi in trance! Non so neppure io cosa racconterò. Poi ovviamente ci diamo una
regolata.
Qui pubblicano tutti. A che pro? Una volta lessi un
libricino piccolo piccolo, della Sperling forse, la storia di una donna di una
piccola città che faceva conferenze, veniva premiata con
qualche premio letterario. Pensai:- Che squallore una vita così!-
Ho cercato a lungo quel libricino, scritto da un ragazzo
molto bravo ma non l’ho trovato, giù dove deposito riviste, libri, quaderni.
Ho cercato - Frammenti di un discorso
amoroso- lo sapevo a memoria- dove lo avrò messo?
Amy, già a sedici anni scriveva le sue canzoni, Amy le ha
cantate al mondo intero, Amy era infelice, nonostante tutto non aveva niente.
Hai ragione, abbiamo creato
dei mostri, ma non sono gli oggetti i
responsabili, siamo noi con il nostro
uso distorto a creare infelicità e malessere.
Povera Amy, poveri
pazzi, in un momento storico che ha
tutto tranne il rispetto dei sentimenti.
Amy è nata il 14, io
il 13 settembre
Cosa vuoi che mi interessi
quando la corrispondenza finirà e tu potresti diventare famoso?
Certo ti auguro di veder realizzato il tuo sogno, ma per
me il momento più importante è
questo, quello del creare. Dopo, vedrai, dirai-Tutto Qui?-
Dopo la soddisfazione
di avercela fatta sentirai come me, come
Amy, la profonda sensazione di essere estraneo a quel che ti circonda.
Perché siamo fatti così, siamo in tanti così, ma va bene così.
2 commenti:
Parli di Amy o parli di te stessa? Ci sono piccole differenze, come la morte, per esempio. Ma la morte è silenzio, solo silenzio mentre la vita brucia con rumore. Allora Amy nelle tue parole è viva, come sei viva tu. Come siamo vivi noi, non si sa ancora per quanto e per quale dose di vodka.
Tremendo dissidio fra il desiderio di divenire famosi e il terrore del terribile ingranaggio nel quale si finirebbe. Gran parte di coloro che raggiungono la fama, annacquano nella droga l'angoscia della vacuità del successo. Quando arriva la fine è perché si è consapevoli che il gioco è nullo.
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