Allacciate
le cinture, caro Ozpetek, cosa ci vuoi dire?
Vado a
vedere “Allacciate le cinture” entusiasta dalla colonna sonora finale, di Riccardo Cocciante, cantata
da Rino Gaetano “A mano a mano”.
Una splendida canzone cantata da voce che da amara si fa raschiante e vivente, terribilmente ironica su ciò che canta.
Le parole di un amore che dove sta non si sa. Se c’è stato o non c’è stato a mano a mano e dammi la mano può nascere un fiore nel nostro giardino. Ora che questo giardino diserbato è, mi sovvengono le parole sconce e volgari di una lontanissima collega che, a proposito di giardino, usava doppi sensi odiosi verso una che si sposava in età inoltrata e a questo povero uomo che doveva…
Una splendida canzone cantata da voce che da amara si fa raschiante e vivente, terribilmente ironica su ciò che canta.
Le parole di un amore che dove sta non si sa. Se c’è stato o non c’è stato a mano a mano e dammi la mano può nascere un fiore nel nostro giardino. Ora che questo giardino diserbato è, mi sovvengono le parole sconce e volgari di una lontanissima collega che, a proposito di giardino, usava doppi sensi odiosi verso una che si sposava in età inoltrata e a questo povero uomo che doveva…
Ecco Ozpetek
ha fatto la stessa cosa della collega. Ha preso una canzone acida e basica su
sentimento che vorremmo esistesse e l’ha usata come esca per un film canaglia e
scipito, lavato e insulso.
Personaggi
improponibili, stereotipo del gay, bello, fragile e intellettuale, stereotipo
del meccanico tatuato muscolato e burino.
Stereotipo
della donnettina che perde il lume per un corpo palestrato e orrendo, una
montagna di muscoli senza un fremito di movimento, stereotipo di tutto.
Poi ci
impacchia una cartolina del mare pugliese, peccato che inquadri i glutei di
lui, poi ci impacchia la love story del reparto di chemioterapia, che poi ci
faccio fare un giretto e onestamente io non l’ho vissuta in quel modo, poi ci
impacchia mamma dedita e zia
alternativa, vista e rivista, e la nausea della melassa va ad intaccare
la digestio che impegnata a spazzolare spirali di liquirizia e caramelle
gommose al limone già è parecchio alterata. Ma… a mano a mano…
Io vorrei
proprio sapere come hai potuto vivere e amare così, voglio sapere come sorridi
e se ad un altro …
Insomma non
si può imbrogliare così, mio caro regista, amato e seguito fin delle Mine vaganti: Mettendo una
controfigura di Volontè, peccato gravissimo, che non sa articolare espressione
e farne l’immaginario amoroso di tutte noi. Il Trottolino amoroso. Così avresti
dovuto intitolare sta cavolata!
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