martedì 3 settembre 2013

La dose- Stralcio di un racconto sulla seduzione



La dose  -   22 giugno ’11
Piccola dose per te, quel tanto che basta, quel tanto che poi ti faccia dire: - Ancora, ne voglio ancora.-
Gli spacciatori lo sanno bene, conoscono le dosi, le tagliano, le preparano, aspettano i loro clienti in luoghi anonimi, innocui, e leggermente, con noncuranza  offrono la bustina.
 Innocenti. Loro. Lui, lei stringono in mano la dose, impazienti, pronti, subito, bramosi e poi… di nuovo, ancora, ancora ancora.
Mi ha sempre fatto una rabbia furibonda vedere alcuni miei conoscenti nel vortice della droga, alcuni morirne,  altri sperperare il patrimonio, la salute, gli affetti. Una rabbia sana, da igienista, da non si fa, non si fa, non si fa.
 Eppure anche io mi sono creata la mia droga, amorosa, di passione, mi sono creata da sola una droga letale, un matrimonio  inesistente  ma reale solo nell’indifferenza. Troppi anni è durata, poi  ho trovato la chiave, di lettura, s’intende. Vita nova ma da decifrare. Bisogna decodificare ogni messaggio, ogni parola, ogni gesto.
 Donna sola, basta una parola, donna sola, basta una dose, piccola, piccolissima. Facile, facilissimo.
 Grazie per esserti fermato in tempo. Ma scusa perché lo fai? Lo fate? Non capivo la seduzione, non capivo lo stato di ubriacatura  e ripetevo alle amiche di non credere alle parole dolci mielate- Sei speciale- Sono dentro di te- Ti ho tanto pensato- Mia moglie non mi capisce-
 Tu le conosci meglio di me queste frasi. Guardavo con sufficienza queste donne perse dietro un uomo alla Paolo, che niente voleva da loro se non svagarsi un po’. Prove tecniche di trasmissione!
 Qualche donna è impazzita, qualche altra è tornata, bastonata, dal marito, qualche altra ha strappato finanche il ricordo della sua Storia con un uomo sposato. Non capivo, ed in una delle prime lettere te l’ho detto, ecco dicevo fra me e me leggendo il tuo scritto, ecco cosa succede!. Che cosa pericolosa!
D’un fiato capivo il gioco, capivo ma non sapevo, io non mi ero mai trovata in una situazione simile!
Una ubriacatura, una sbornia e ti ritrovi a pensare  che deve essere così per le donne perse dietro parole vuote. Un mal di testa dopo, un chiedersi, boh! Ma gliele avevo chieste io tutte quelle svenevolezze? Non si fa, non si fa, non si fa. Ma si fa. Non sapevo, ora lo so.
E’ questo il meccanismo che tu studi nelle donne, quanto tempo ci mettono ad ubriacarsi, quanto tempo restano stordite, in quanto tempo si riprendono. Come me la sono cavata io? Una neofita! Ma era solo una dose!
 TU sei innocente come l’acqua, tu sei innocente come i fiori, tu come sopra. Tutti innocenti! Ma eri solo un personaggio letterario! Se fossi stato vero non avresti avuto chance.

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