venerdì 8 marzo 2013

Ho visto donne



Ho visto donne: sogno di un otto marzo che sia il Quarantotto dell'identità condivisa

Ho visto donne                                                                             
Ho visto donne preparare tinozze d’acqua calda e strofinare suocere e mariti
Ho visto donne che lavavano i piedi a uomini giovani, maturi
Ho visto donne spadellare pranzo e cena, primo, secondo, contorno e frutta, senza sedersi, servendo mariti, cognati, figli.
Ho visto donne preparare  grandi bracieri dove loro non si sarebbero mai potute riscaldare,
lavare lenzuola al fiume e lasciarli poi in grandi ceste con la liscivia a profumare,
donne curve su camicie da stirare, su melanzane da tagliare.
Ho visto donne partorire e rialzarsi perché lui era tanto stanco.
Allattare pulire il piccolo e senza cibo  riallattare, senza tempo per se stesse.

Ho visto di tutto di più ed ho trascorso infanzia e adolescenza borbottando, ribellandomi e schifando un servilismo immondo anche per lo stesso uomo al quale era diretto.
 Mi rifiutavo di vedere, di crescere, di partecipare e mi isolavo scontenta nel Grande Meaulnes di Fournier, nel Signor Fogg, nella Jo di Piccole donne, sognando e risognando il giorno in cui sarei andata via   
Mi ero giurata che mai avrei perpetuato nessuno di quei gesti  e così ho fatto, non per mia bravura, ma perché  la modernità avanzava e disfaceva il feudalesimo con lavatrici, lavastoviglie e riscaldamenti.
Questa è stata una rivoluzione facile, Carosello e i Pampers si portarono via i comportamenti più  retrivi.
E tutto si complicò da allora.

Le donne hanno studiato, si sono laureate, ma la mente imprigionata ha imbracato, imbavagliato, le  donne per metà.
Il tempo delle donne è ancora a disposizione di un lui, di una famiglia, di un figlio, di un nipote.
il tempo delle donne è sempre tempo perso ad aspettare un lui che dice:-Sei pronta? Sto arrivando.-
Siamo  pronte… ma

Le donne ancora aspettano con costanza, senza nessun cedimento, senza accorgersi di ripetere  le nonne, le mamme, le zie, tutte le altre donne che hanno condannato. Aspettano
Anche le ragazzine, anche loro, che a noi sembrano scafate, sono sempre innamorate e come mi disse la mia più brava alunna:- Professoressa, io continuerò gli studi solo se vorrà il mio ragazzo.-
Non meravigliatevi perciò se dico che ancora il cammino è solo un mettersi in cammino.
Troppe donne vengono uccise, troppe donne vengono picchiate e  tutte, proprio tutte, chiudono un occhio, anche due, sulle innocenti evasioni di un carissimo lui, basti che torni a casa.
Basti che torni a casa
La strada è lunga, è tanto lunga
E passa per un solo sentiero ancora poco asfaltato
Il sentiero del rispetto e della amicizia
di  donne con le donne

Questa è la mia riflessione sull'Otto marzo, sempre attuale: un otto marzo che sia il Quarantotto dell'identità condivisa. Il nostro Quarantotto interiore. Una rivoluzione ancora da venire
La vera mutua assistenza fra un femminile empatico ed un femminile pratico, un patto con le nostre emozioni e la realtà effettuale delle cose.
Ippolita Luzzo 





3 commenti:

pasqualeallegro ha detto...

Che bello questo post... Ogni donna ha un mondo dentro sé che l'uomo non riesce neanche a scrutarne la messinscena, e s'illude addirittura di viverne la pienezza. Soggiogato e violentato è quel mondo, libero agli occhi dell'uomo che non conosce libertà fuori dal suo essere insicuro padrone.

gabriella ha detto...

Siamo passate dal servilismo nella vita quotidiana a un servilismo più devastante , quello che ci porta a farci carico della depressione dell'uomo, del mobbing al lavoro, tacendo non tanto la stanchezza fisica nostra quanto le nostre delusioni, la nostra depressione .
Grazie, Ippolita. Sono lieta di averti incontrata.

marina mastino ha detto...

Come ho commentato in altro post, ho il piacere di condividere questa bella riflessione articolata!