Io non sono una donna del sud
Non ho mai fatto la salsa di pomodoro
Le melanzane ripiene, la conserva di peperoni.
Non ho mai insaccato
una salsiccia, non l’ho mai bucherellata
Mi fa senso il
sanguinaccio, non lo mangerei mai
Non pranzo dalla
suocera, però l’ho tanto amata
Non vado a matrimoni, battesimi e prime comunioni
Non vado neppure ai funerali.
Come potrei salutare quelle persone
Affrante
messe lì,
messe lì,
in fila
indiana
Non conosco il parentado, non ricordo i vari gradi
Mi sfuggono gli
intrecci, proprio quelli più succosi
Mi distraggo e poi apro le finestre, tiro giù le tende
Su balconi spalancati.
Non spedisco barattoli a mio figlio, non stiro le camicie
E poi non mi nascondo non dico- ho un impegno-
E non ho mai gente a casa, a volte solo amiche
Non ho mai abitato qui,
non ho mai vissuto qui, ma ora che lo vedo,
ne sono tanto fiera.
Il sud lo porto nel
sangue, nel suo colore, nel suo calore
Nella storia, nel
presente,
nel mio viso da bambina
nel mio viso da bambina
Nel dolore delle mamme,
delle donne
delle donne
Sempre attente, sempre pronte
Sempre vigili e custodi
di una cura sempre eterna
di una cura sempre eterna
13 agosto 2011
Ippolita
ad Ippolita
4 commenti:
Sai cara mi piace ciò che hai scritto lo condivido dalla prima all'ultima parola..
....e nun carriasti mai u bumbulu in equilibriu sopra a to testa comu li fimmine bagnarote
Molto felice della lettura di Lorena e in quanto a Pico direi che avrei fatto cadere subito u bumbulu... purtroppo non sono così brava come le bagnarote di una volta
Dovremmo costituire l' associazione "Nun simm' ro Sudd"!
La mia tessera è assicurata!��
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