Due Vite: Rocco Carbone e Pia Pera
" C'è un tipo di saggezza che consiste nell'aspettare la verità come un eremita nel deserto, murato tra le proprie abitudini, insensibile alla mutevole varietà del mondo" La saggezza la accompagnerà, mi disse in un pomeriggio di giugno, dopo molto aspettare in fila a tantissimi, un missionario che leggeva le persone facendo aprire loro la Bibbia. Era la settimana della tredicina di Sant'Antonio e sul sagrato della Chiesa moltissimi pellegrini aspettavano il responso. Io fui fiera di ciò che mi disse, me lo ripeto anche ora e non ho questo tipo di saggezza, bensì vorrei quella di Pia Pera, "di considerare ogni cosa come un passaggio e fare tesoro di ogni esperienza".
Con un libro in mano.
Nella rosa dei 12 finalisti del Premio Strega con il suo Figli dello stesso padre, Romana Petri viene intervistata nell'aprile del 2013.
Lei sta dicendo che avrebbe dovuto esserci Rocco Carbone in finale, scrittore e suo amico, scomparso da pochi anni. Ricordo che lessi e rimasi legata con affetto a questa scrittrice che parlava del suo amico e me lo faceva conoscere proprio nel momento in cui era lei la protagonista. Non conoscevo affatto lo scrittore, ma trovai poi un altro articolo di Chiara Gamberale del 2008, di luglio 2008, proprio poco dopo la notizia dell'incidente in motorino, e la presenza di Rocco Carbone a casa mia cominciò a diventare fisica, lo vedevo.
Lo vedevo, ero riuscita a trovare un suo video su internet, in cui parlava della sua esperienza di insegnante nel carcere di Rebibbia, il suo ultimo lavoro, di cui troviamo traccia nel libro "Libera i miei nemici" pubblicato da Mondadori nel 2006.
Rocco Carbone era diventato mio amico postumo, come si usa dire, non conoscendo ancora quante e quali siano le strade che ci portano ad un altro. Di Rocco Carbone leggo "Padre americano", pubblicato da Cavallo di Ferro, con prefazione di Romana Petri, e "Per il tuo bene" a cura di Emanuele Trevi.
Nel 2014 Rocco stava a casa mia nel Regno della Litweb, il luogo inventatomi per sfuggire alla realtà troppo cattiva e insulsa.
La breve vita felice di Rocco Carbone, scrive Emanuele Trevi nel 2009, nella prefazione a Per il tuo bene, pubblicato postumo, ed io leggo e rileggo questa testimonianza di amicizia grande, unendola ora al libro Due vite, finalista al Premio Strega nel 2021.
Il tempo fermo su Rocco Carbone e su Pia Pera, sono loro due gli amici di cui scrive Emanuele Trevi in Due vite.
Erano stati amici da giovani, avevano continuato a crescere in amicizia e si erano incoraggiati man mano continuando a essere presenti anche oltre la realtà ingiusta e crudele. Pia si ammala e muore, Rocco ha un incidente e muore, ma "la scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso: non pensarlo ma scriverne, accorgendosi ben presto che il morto è attirato dalla scrittura, trova sempre un modo inaspettato per affiorare nelle parole che scriviamo di lui, e si manifesta di sua propria volontà, non siamo noi che pensiamo a lui, è proprio lui una buona volta"
Emanuele Trevi porta entrambi gli amici allo Strega, facendo fiorire e rifiorire quel giardino curato da Pia, che conosciamo da lei, dal suo " Al giardino ancora non l'ho detto" in una "Apparizione" di Rocco e insieme tutti noi, che crediamo possibile la Letteratura, li vedremo in finale con il sorriso gioioso dell'amicizia.
Ippolita Luzzo
ps poi dirò ancora