Lo dedico a Francesco ed alla Casa Editrice Ad Est Dell'Equatore, con i miei più cari auguri.
Nulla è per sempre.
Una frase banale nella sua ovvietà.
Allora perché noi, umani, continuiamo a chiedere ai nostri pensieri, ai nostri affetti, ai nostri progetti, una eternità inesistente.
Avrei voluto mettere la crisalide sotto una boccia di vetro per impedirle di mettere le ali, di trasformarsi, di essere altro, avrei voluto per sempre la mia adolescenza, mia mamma giovane, mia nonna che raccontava le favole, mia sorella giocare a basket lanciando il suo pallone contro un divieto d’accesso, avrei voluto,per sempre,sentimenti ondeggianti e sway, come la nota canzone, barcollanti.
-Mi amerai per sempre?-E’ una banalità, ma può essere vera se poi aggiungi-finché sarà possibile-finché avrò vita-finché tu lo permetterai-
Poi si scoprirà che il sentimento è univoco, poi si scoprirà che per sempre è un bellissimo sogno, come un bellissimo tesoro celato alla vista degli altri da portare con noi in quei pochi istanti di confine tra la vita e la morte, quando attraverseremo la barriera.
Porteremo con noi per sempre pochissimo e moltissimo, nei flash finali; il sorriso di nostro figlio, se c’è stato, la pazienza di mamma, la sollecitudine di sorella, e un grande amore e rimpianto.
Non so proprio per sempre come sarà.
Le persone entrano ed escono dal nostro spazio vitale dandoci testimonianze diverse.
Come attori, anche noi, pronunciamo battute e andiamo avanti, come attori mal diretti improvvisiamo, poi, ogni tanto, stanchi del logorio di battute stantie e ripetute, scambiamo i logori fogli del copione con altri, già recitati.
Nel cerebrale delle mie costruzioni mentali le parole di libri letti prendono forma e vita, le faccio mie e nel giorno che nasce nuove frasi appaiono confortanti.
Nulla è per sempre, tutto è diverso, e chissà perché mi viene in mente Petra rosa, vista dal siq, dal nostro canyon, scomparsa, ritrovata, visitata, troppo poco. (Da Viaggio in Giordania di Ippolita Luzzo)
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