La vecchiaia è una carogna, diceva spesso mio zio, in età adulta. Mio zio è morto a casa sua, dopo una lunga degenza, immobilizzato in un letto. Lo andavo a trovare e lui, sempre ironico ed affabile, mai si lamentava, anzi mi raccontava aneddoti e ci mettevamo a ridere.
Ripenso a lui e mi scorrono immagini di vecchiaie diverse. Ci vuole fortuna anche nella vecchiaia, ci vuole quella torcia che la nonna ha con sé, sulla scena, per fuggire dalla casa di riposo dove la nuora l'ha relegata, dopo una semplice caduta.
Nella fuga ci vuole fortuna, si rischia altrimenti di essere riportati dentro, ed infatti la nonna viene acciuffata e ricondotta nella detenzione della dipendenza.
Nel letto con le sbarre alte affinché non si possa scendere ed andare al bagno, nel pannolone da dover portare per eliminare fastidi.
Fra le tre donne, suocera, nuora e nipote, giganteggia la nonna, livellando le altre due alle banalità del contingente.
Cambiando una sciarpa, da usare come scialle, nella casa di riposo, come sciarpa lasciata scivolare sulla spalla, nella nuora, oppure arrotolata intorno al collo nel caso della nipote, Antonella Questa interpreta i tre personaggi e dà loro vita e differenza.
Una sciarpa che è una vita srotolata.
Con i movimenti sincopatici della francese, la nuora, alla ricerca sterile di un piacere narcisistico, con i movimenti frenetici della nipote che vende gelati, gelati di ogni forma e colore, senza contratto e senza tempo, con i movimenti lenti e recitativi di ricordi vivi di una donna che si ribella ad una vecchiaia cosa, diventata oggetto e medicalizzata, lo spettacolo ci fa piangere e sorridere come ogni buon spettacolo dovrebbe.
Nel diniego continuo, che non dovrebbe essere così la parte ultima del nostro viaggio sulla terra, il monologo finisce con una speranza;
Che si ridia dignità ad una età, ad una casa, ai nostri mobili, ai nostri momenti, ad una affettività derubricata dagli impegni del quotidiano.
Ribellandomi come la nonna, ripenso a Clara Sereni con Una Storia Chiusa" Un anno di vita nella Casa di riposo scorre con tanti flash: sugli eventi temporali e accidentali, interni ed esterni e sulle singole persone, che si raccontano. Intrigante l’espediente letterario che unisce il filo conduttore del giallo con le dinamiche all'interno di una residenza collettiva." Ripenso a lei che è andata a starci di sua volontà in una Casa di riposo. Questo fa la differenza. La scelta.
Applaudiamo l'attrice ed autrice del testo per l'ironia e la bravura con cui ha messo in scena la nostra fragilità al divenire del corpo
Giovanna Villella cura con la cooperativa InRete, da sempre, la Stagione di prosa
In questa veste stamattina ha presenta agli alunni delle scuole superiori di Lamezia Terme lo spettacolo "Vecchia sarai tu", inserito nel programma Vacantiandu, dell'associazione teatrale I Vacantusi.
Sul sito di Antonella Questa: "Con VECCHIA SARAI TU! (produzione 2012, scritto insieme a Francesco Brandi che ne firma la regia e le coreografie di Magali B.) abbiamo vinto i premi:
Premio Museo Cervi 2012 – Teatro della Memoria
Premio Calandra 2012 come Migliore Spettacolo – Migliore Interprete e Migliore Regia"