Giovedì ore 20.00 in piazzetta San Domenico la giornalista Raffaella Calandra fa una domanda a Franco La Torre e riesce a condurre la serata ripetendo la stessa per tutto il tempo a disposizione.
La domanda è già di per sé una distorsione. Infatti Franco La Torre non risponde e ottiene mio plauso silenzioso e attestato di stima.
Unica cosa che sembra interessare la giornalista è sapere come mai si dimenticarono di Pio La Torre i suoi colleghi di partito ( non pronuncia la parola compagni, come se si chiamassero colleghi nel partito, allora )
Franco La Torre conduce a suo modo la serata, con tensione e con rabbia trattenuta da grande equilibrio. Risponde ricordando la legge Rognoni-La Torre applicata dopo l'uccisione di suo padre, ma lo fa riprendendo tutto un cammino di vita, di scelta di vita, di scuola. Pio La Torre, fu ucciso il 30 Aprile del 1982. Nato in una famiglia contadina nel 1927, va a scuola, quando la scuola era divisa in scuola per poveri e scuola per ricchi, esattamente come ora.
Incontra un professore di filosofia che sarà quasi il suo Virgilio, colui che indica una strada verso la dignità ed il rispetto, dopo aver attraversato inferno e purgatorio. Per sostenere rivendicazioni di trattamento salariale e giustizia sociale partecipa a lotte con la Confederterra e con la Cgil come segretario regionale della Sicilia, infine nella segreteria nazionale del partito comunista, partito per il quale fu eletto deputato nel 1972. Sua la legge proposta con Rognoni e votata dopo la sua morte, dopo la morte di Dalla Chiesa e di tutti gli uomini veri dello Stato. Una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa Art 416 Bis C.P. ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi.
Di quelle stragi, antecedenti l'applicazione della legge, abbiamo le immagini dei vari telegiornali e giornali assemblati nel poetico film di Pif " La Mafia uccide solo d'estate"
Sono passati più di trenta anni. Franco La Torre ha ora 59 anni, suo padre fu ucciso che di anni ne aveva 54. Si fa la conta degli anni rubati agli affetti, all'impegno, anni rubati dalla violenza di un potere criminale.
La politica ha delegato, in questi anni, alla magistratura il compito di fare scelte, di fermare i corrotti, di impedire che slealtà e compravendite delle indulgenze divenissero comportamento corrente. Il mondo della politica chiede, da allora, alla magistratura di fermare il comportamento non politico dei suoi abitanti. Abitanti impauriti, ci dice Franco La Torre
Un conto è essere coerenti nel ricordare un sacrificio di qualcuno che è morto, un conto è fare scelte sulla base di una legge Rognoni- La Torre.
E chiedendo la coerenza, parola quanto mai fuori moda, Franco La Torre continua a stare sulle ginocchia di Pio La Torre, raccontando una storia vera di libertà.