Conferenza stampa Trame web. Appunti scherzosi ed ironici, puro divertimento. Mi trovo a spiegare l'approccio ironico e mi accorgo che dovrei cominciare dalla parola ironia e dalla parola gioco. Così se scrivo " Insieme ai riflettori del New York Times e del The Economist gli appunti riflettenti del sito web www.lameziaterme.it" è ovvio che sto amplificando, sorridendo, una comparazione di termini presi dal giornale La Gazzetta del sud.
Trame, Festival dei libri sulle mafie, a Lamezia Terme, dal 17 al 21 giugno. Quinto anno di vita.
Pronto quindi, il festival ed i suoi volontari, a frequentare la scuola primaria e a continuare gli studi.
Esercito di volontari, e mi riferisco al titolo dell'articolo appena letto, mi sembra stessa amplificazione che io avevo applicato a me medesima paragonando il portale web al New York Times.
Festival vuol dire manifestazione, di festa, non una guerra, ed infatti qui nessuno ha equipaggio da lottatore, da guerriero.
Solo un bel momento, questi giorni, in cui Lamezia Terme ospiterà spettacoli e vedrà film, insieme a letture di brani di qualcuno che per davvero rischiò sua vita. In nome di dignità.
I festival servono alla cultura? Sarà la domanda che si farà Massimo Bray a chiusura delle cinque giornate, ricordando altre famose cinque giornate del quadrilatero.
Associazione scherzosa per dire che un festival permette incontri, giornate piacevoli e scambi di idee, di storia, di conoscenze e che tutti parteciperemo con felicità. Guardo e ascolto il programma nella lingua dei segni,
da Mery Maiolino, per Ente nazionale sordi di Lamezia, guardo e fotografo sognante ragazza accanto,
ed intanto interviene il sindaco, sindaco da appena due ore, nella sua prima uscita pubblica. E nel parlare lui non cita, ma ricorda le tematiche del film di Fernando Muraca " La terra dei santi", affidando alla comprensione, caso per caso, dei probabili collusi con criminalità. Comprensione ed apertura verso qualunque familiare voglia allontanarsi dalla malavita, senza condanne totalizzanti su interi gruppi familiari di appartenenza.
Bisogna dare la mano, dice lui, a chi, pur parente di criminale, se ne discosti, non ne faccia parte, senza condannare a priori.
Nel palazzo Nicotera ora la redazione si riunisce per ultimi ritocchi di rassegna ed io saluto la stampa vera che scriverà davvero.
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