mercoledì 11 luglio 2012

La Chat- Una fantasia che risponde

Il mondo della chat- Le sedie di Ionesco
Ionesco immagina i suoi personaggi intenti in un dialogo con invisibili ed inesistenti ospiti
Il teatro dell’assurdo. Le sedie vengono messe in scena  aspettando ospiti che immaginariamente entrano, ma al soliloquio dei personaggi in scena nessuno risponde…
Il teatro dell’assurdo appunto… ma è tutto chiaro, chiarissimo ora, un modus vivendi, per non buttarsi giù, schiacciati dalla solitudine, come i due protagonisti del teatro di Jonesco
La chat- una fantasia che risponde
Una ipnosi solitaria, una droga, dall’allusione  all’illusione, mi disse uno studioso
Un fenomeno collettivo, sociale individuale senza ancora riferimenti, senza test di valutazione
Fatta senza alcuna preparazione, senza studio e senza attenzione
Precipitante in gorghi e gorghi meglio che nei  Gorges du Pichoux
Ragazzi, adulti, donne, anche nonni ora è tutto un tastare un parlarsi addosso, sentendo fremiti, scambiando emozioni,
Rompendo legami e ricominciando sera per sera da un’altra parte a recitare senza vergogna una sola parte,   oppur centomila.
Nel quadro- Il seppellimento di Santa Lucia - del Caravaggio tanto più si espande il luogo, la scena della comunicazione, tanto più le figure ne sono ricacciate nella propria solitudine
Ho ripensato spesso a quel quadro, a quella verità, sentendo e vedendo storie diverse di uomini stanchi, annoiati e ribelli, che infantilmente smettono di parlare con la moglie e parlano parlano con sconosciute, poi si separano e con un sorriso continuano ancora a parlare da soli, per strada, in macchina, con un sedile vuoto ma immaginario, formato e occupato da una lei, da un lui, appena incontrati sui tasti di un sito.
Una sintonia, un vero capirsi, e che ci vuole?, basta citare una canzone, un film, un fumetto ed è già fatta un’amicizia perfetta, due anime identiche, gemelle, si sono incontrate, una magia per il momento, poi così resterà.
Sicuramente, moltissimi dicono e poi raccontano che… all’apparir del vero lei misera morì, lui era un vecchio, lei una racchia, lui era calvo, lei era antipatica, oppure no, anche se erano entrambi bellissimi, sono soltanto due estranei perfetti.
Ecco, lo dica, mi pregano in tanti, lo dica lei che  ha tanto studiato, lo dica che è una droga perfetta per rimbambire, rincitrullire, allontanare il vero ed il reale, allontanare senza vergogna il padre dal figlio, il marito e la moglie, magari seduti sullo stesso divano ma entrambi chattanti su video diversi
Sarò moralista? Sarò vecchio stampo? Sarò una retrograda di un vecchio convento?
Ma no, non mi sembra.
Riconosco il bello, il potere della fantasia, la duttilità del mezzo, del parlare e parlare e la scioltezza del dirsi e del farsi su un pc nuovo e tanto usato
Solo che io sono rimasta all’antica, ai rapporti amicali che durano una vita, ai musi ed ai litigi che sono una noia ma… sono reali e non ti danno una dose letale fatta di mail di mess e cinguettii… e poi spariscono come sono nati durando soltanto l’espace d’un matin Malherbe, Ronsard ed il Poliziano
Ed anche Jonesco lo dicon da sempre … abbiamo bisogno dei nostri legami proprio per non naufragare nel mare assurdo dell’immaginario

lunedì 9 luglio 2012

Ieri Otto luglio- Un mese di regno


Lit on Web litweb o web lit? A Bruno Corino
Prima di usare un termine, prima di creare format, formule e tremule, adoperiamoci con vocabolario internazionale, storico e pratico, dandoci dentro con google, con twitter con ewriters e con uno zingarelli nostrano.
Così finalmente questa mattina, dopo un mese esatto dalla mia incoronazione su un regno che ancora doveva nascere, su un regno inconsistente e sconosciuto, tanto aborrito dai miei amici della carta stampata, così stamattina mi sono messa a studiare e quale è stata la mia sorpresa quando ho scoperto che...
Lit on web, Lupus in tabula, è un party game che richiede astuzia, improvvisazione, calcolo ed intuizione.
Gli eventi del gioco si svolgono in un non meglio precisato villaggio nel cuore di una foresta.
Alcuni degli abitanti del villaggio sono in realtà dei Lupi Mannari ed ogni notte si riuniscono per sbranare uno dei poveri con(cit)tadini.
Stanchi di questa situazione, i superstiti hanno deciso di riunirsi in consiglio per cercare di scoprire chi siano i lupi tra loro, ed ogni giorno mandano al rogo uno di loro, sperando che si tratti proprio di un lupo mannaro, ma senza poterne mai avere la certezza.
Riusciranno a bruciare tutti i lupi mannari prima di essere sterminati?
Mai
Ma allora è tutto chiaro, Bruno Corino? Possiamo scoprire chi siamo? Possono scoprirlo gli abitanti delle patrie lettere? Mai nessuno saprà chi siano i lupi e chi non lo sia
Nel mondo illusorio della rete per sempre, del lupus in tabula, dello schermo piatto
anche io posso essere una regina,  incoronata da un re che regna su un regno che proprio non c’è
Ma io sono convinta che non esiste nemmeno L’isola che non c’è, il mondo di Alice, Atlantide e la storia infinita… eppure  sono i luoghi conosciutissimi del nostro eterno immaginario
Sarà così anche per il regno della litweb, dopo che avremo eliminato i lupi mannari mannari magari?
Dimmelo tu, e solo allora io sarò regina e regnerò sul sogno sognato dei libri amati 
Ippolita Luzzo 

Il paradiso dei siti letterari

Il paradiso dei siti letterari
L’eden perduto degli scrittori dilettanti
Il tutto è scrivibile,  il niente è permesso
Se mangi la mela vai via da qui
Ti sembra, all’inizio, di avere trovato il luogo perfetto
Tu posti, ricevi commenti, puoi a tua  volta
leggere e fare commenti su vari autori,
Anche loro in erba, che, desiderosi,  espongono e pongono 
Il loro sapere, le loro speranze, il nervo scoperto,
il loro dolore o semplicemente la loro noia.
Nell’etere oscuro trionfano i siti, donando a tutti un momento di gloria
Donando a tutti un solo commento purchè stiano buoni
Non faccian capricci.
Una melma, ma tanto buona, tante faccine che battono le mani,
ti salutano, ti mandano baci, smile animate in concertazione
Ma se mangi la mela della conoscenza, se provi soltanto
a dire un pensiero, a chiedere, a fare un passo,
qualcuno qualcosa  ti ributta giù, nel mondo normale
dove non posti , non puoi, perché non conosci nemmeno un giornale, un amico, un ecclesiastico che ti faccia scrivere su un pezzo di carta
un pezzo qualsiasi… un pezzo per dire
che la libertà, che la conoscenza, che la vera vita
non è questa qua.

venerdì 6 luglio 2012

Ma Pasolini non ha vinto il premio Strega?


Pasolini non ha mai vinto il premio Strega
Io ero sicura che quest’anno ce l’avrebbe fatta
Ed invece anche quest’anno hanno vinto gli inseparabili
Vincono sempre gli inseparabili, vincono proprio perché sono vincoli
Vincoli e non sparpagliati nell’adunata dei voti contati
Ma anche noi non abbiamo vinto, anche noi,  col nostro premio
Lo Strega web, non abbiamo vinto,
 non abbiamo neppure assegnato il premio
Il presidente della giuria, l’esimio e preclaro Buzzi diRacalmuzzi       ronfava e ronfava
 La notte del sei e mentre tutta la sua giuria era affannata
 e tanto stressata
 Lui, satollo e ben bevuto, aveva soltanto una busta in mano.
 Sicuro era il nome del vincitore, 
 sicuramente in quella busta oltre al nome
 Ci stava un bel foglio… la raccomandazione della casa editrice
 di un premio web
 Che fa tanta gola…  è il primo e l’unico senza quattrini 
 ma il vizio è duro da farlo finire
 È pur sempre un titolo… potrebbe servire.
 Ma il nostro Buzzi, seppur tanto accorto, con quella busta andò
 poi a letto poi al bagno poi di nuovo a letto
 e quando alla fine 
 la giuria distrutta gli chiese chi avesse vinto
 lui quella busta non la leggeva più, schiacciata dal peso, 
 bagnata dal piscio,  dal suo sudore
 era oramai senza parole, giaceva scomposta e tutta sgualcita,
 senza nemmeno un nome da poter applaudire.
 E’ andata così, andrà meglio un altro anno, 
 sicuramente un altro anno
 il premio lo vincerà Pier Paolo Pasolini
e tutti noi insieme a lui

mercoledì 4 luglio 2012

la costante- una guerra costante

In chimica la costante di equilibrio è una grandezza che esprime in quantità la dipendenza delle concentrazioni di prodotti e reagenti in una reazione chimica all’equilibrio
In fisica la costante di Boltzmann è la costante di proporzionalità e relaziona il troppo piccolo col troppo grande, l’idea centrale della meccanica  statistica
La dipendenza la relazione la distanza l’azione
In meccanica quantistica la costante di Planck determina la distanza tra i valori, è equivalente ad una quantità d’azione fondamentale. Permette la quantizzazione di grandezze come l’energia, la quantità di moto e il momento angolare.
In filosofia la costante è un dialogo eterno fra relazione e distanza, fra dipendenza e azione
Fra l’essere e il mondo, fra il microscopico ed  il macroscopico
La costante fra noi, qui nelle chat, è il continuo rimando, il continuo rimpallo su concetti e canzoni
Su film su racconti su memorie e memoria
Su un tempo che va e uno che viene, intanto che noi sui tasti pigiamo
E’ la storia nuova eppure sempiterna dell’illudersi ancora di essere insieme, di non essere soli perché il foglio davanti si colora di nuovo
Scorrono così su fogli e fogli, su schermi bianchi, mia moglie sorveglia, mia zia pure, io sono sposato, tu sei una bambina ed adesso se vuoi ascolta questa.
Ti immergi così da solo perfetto nel mondo dei quanti, nel mondo di Planck, della pietra angolare scartata dai costruttori, da Filottete, ripreso dai suoi compagni solo per il suo arco
Ed anche tu ed anche noi serviamo solo se abbiamo un arco sul quale poggiare, come gli etruschi, il nostro importante castello di carte
La costante per noi per tutti noi rimane una legge di fisica chimica, la legge eterna della solitudine, il nostro avversario che ora tentiamo di sconfiggere ancora con una chat un messaggio un link, un fiore di nuovo
Senza il profumo senza il contatto, ma è questione di tempo, ed avremo il profumo ed avremo il contatto mandato sicuro in video fattura
Le vecchie fatture non sono mai morte ed una magia sarà ben accolta purchè la distanza rimanga costante
Il solo nemico è la vicinanza e noi combattiamo su fronti alternati con le stesse armi
Due opposti avversari di cui abbiamo un vero terrore   la solitudine e la vicinanza
Una guerra perduta senza sollievo senza rimedi senza una pace
Senza il conforto di cedere le armi avendo l’onore di aver combattuto
una guerra  per sempre e tanto costante.

martedì 3 luglio 2012

L'inferno è qui

L’Inferno è qui
In questi giorni senza colore afasici e afantici - senza fanta sia
In questo tirare a campare senza guardarsi mai con un caro accanto
Senza un amico da stringere la mano senza nemmeno un nemico da odiare
L’inferno è qui con il volto della banalità, di una quotidianità piatta e scontata
Con il sapore rimasticato di sogni infranti senza più attese
Sgomenti assistiamo alla fine di tutto, di un amore di un amico di un genitore
Sgomenti e perplessi vediamo invecchiare immemori e bianchi  i nostri cari
Vediamo oramai le nostre case come tante prigioni, un vuoto a perdere
L’inferno è qui, in un mondo interiore fatto solo di attese mai vere
In un mondo esteriore che rivuole l’immagine fresca e pimpante dei sempre vent’anni
In un mondo di soldi, di portafogli, di conti correnti
da staccare veloci, da appiccicare alla volante
Facciamo fagotto e fuggiamo via, ma anche nel web, ma anche sui tasti
Lo stesso squallore lo stesso disamore lo stesso odore
Un mondo artefatto falsato e mascherato senza alcuna vergogna
Gioca al gioco eterno del sentirsi potente, del provare a schernire
A  non dare risposte, a non volere essere umani, un mondo robot
Ce l’abbiamo fatta, gli incubi di tanti scrittori, di tanti poeti,
Gli incubi veri si sono fatti realtà ed ora scriviamo scriviamo 
E scriviamo quello che con un click verrà cancellato
Senza un vero motivo perché il vero inferno è appunto questo
Vivere senza un motivo che ogni mattina ci dia la sveglia
Ci dia il sorriso, ci dia il calore di essere umani
Vivere alla carlona alla burlona senza più amore.
E' vero, non è mai esistito ma si teorizzava l'amore 
fra uomini,  l'amore che sia il vero motivo per dirci che siamo
ancora vivi nell'inferno di ora.

domenica 1 luglio 2012

Non ho Obliterato - c'è legge e legge - leggi anche tu

Non ho obliterato il biglietto del treno
Per non conoscenza, per dimenticanza, ma già il controllore,
con il taccuino in mano, era pronto
Mi sono ribellata alla multa salata, proprio non lo sapevo, ho protestato
Con garbo, con sincerità
E lui ha richiuso il blocchetto, un uomo vero, un uomo normale
Che al di là della legge sa valutare il vero ed il falso, il buono ed il cattivo.
Ma con Antigone noi già sappiamo che c’è una legge degli uomini e una legge divina
Che c’è una legge dello stato e una legge degli affetti
Che c’è una legge dentro di noi ed una fuori di noi
Noi già sappiamo che non basta la legge applicata se non si usa l'intelligenza
Che non basta una legge se non si interpreta caso per caso
Senza punire soltanto il furto di una mentina o di una penna biro
Come se fosse un delitto perfetto
Ma dopo di lui, del controllore, quello stesso giorno, a Siracusa,
trovammo proprio due ciuchine perfette che, davanti all’entrata dell’Orecchio di Dioniso, si opposero perché non avevamo il biglietto.
Saremmo stati felici di farlo, il biglietto, ma loro ci dissero che, benché mancassero soltanto cinque minuti alla chiusura, noi il biglietto avremmo potuto farlo solo all’ingresso della zona archeologica.
Protestammo, non ce l’avremmo fatta, saremmo tornati col biglietto in mano ma fuori orario.
Eravamo pronti con i soldi in mano a pagare pur di vedere l’orecchio
Ma loro inflessibili, loro si opposero in nome della legge, del regolamento.
Così con tristezza lasciammo perdere ma litigammo io e la mia amica, lei difendeva le due impiegate
Io le tacciavo di non avere discernimento, di non aver saputo cogliere la differenza fra entrare a sbafo e voler pagare
Fra vero amore per una cultura che avrebbe dovuto donare a loro quella misura di tutte le cose
Antigone docet ma non per loro
Ma non per tanti che vessano, multano, col foglio in mano, multe salate
Furti, io li chiamo, fatti soltanto per avvelenare un clima sociale senza speranza di legge letta, letta ma non capita.