Daniela Matronola è stata candidata al Premio Strega con il romanzo In piena luce pubblicato a febbraio del 2023 da Les Flâneurs Edizioni, precedentemente aveva vinto Il Premio Malerba, di cui io faccio parte come giurata, con i racconti Le porte del cielo. Il Premio Malerba è dedicato allo scrittore Luigi Malerba scomparso nel 2008 ed è presieduto da Anna Lapenna, moglie dello scrittore. Già nel leggere i racconti di Daniela noi giurati avevamo colto l'originalità e lo stile personale della scrittrice, e quindi ritrovarla candidata al Premio Strega è stata una piacevole conferma.
Nei racconti vi erano idee e situazioni che saranno sviluppate nel romanzo. Che cos'è in fondo un racconto? un racconto contiene una storia, conclusa in breve e lasciata al lettore nel suo farsi. Il romanzo è la continuità della storia, entrambi però sono un atto linguistico come un atto linguistico è il primo atto vitale, ci dice Daniela nel suo romanzo.
" C’è chi dice che il neonato vuole nascere. Collabora al parto spingendosi fuori e questo meccanismo espulsivo in cui il feto è attivo è un chiaro atto di volontà. Sta di fatto che l’uscita al mondo dal grembo materno consiste in un grido: Lucetta lo scoprirà decenni dopo, per una sua inclinazione per la parola, ma il primo atto di ogni nuovo nato è un atto linguistico."
Lei stessa, in una intervista a Paolo Restuccia afferma che "questo romanzo la cui idea risala al 1995 era nato come una serie di racconti ciascuno intitolato col nome del/la protagonista e la raccolta si sarebbe intitolata (pensavo) NOMI, o NOMI DI PERSONE. Quindi l’idea era di scrivere un racconto: lo scopo era raccontare l’infanzia vessata, misera, di una bambina sfruttata da tutti, pure dai genitori, che in cuor suo scambiava queste vessazioni palesi per segnali di una condizione privilegiata. Una condizione che non illumina solo l’infanzia ma illumina la vita di tutti noi – cominciare bene nascendo sotto una buona stella, e tenendosela stretta."
L'infanzia ci viene incontro e ci riporta indietro, scrissi un tempo io, ed è ciò che vediamo leggendo la storia di Lucetta che poi diventa adulta ma "Lucetta non sarebbe mai stata in grado di fare partacce. Neppure di fare fare la parte. Proprio non era capace di barare, Lucetta."
Con Lucetta mi ritrovo nel detestare di travestirmi, nel non essermi mascherata per Carnevale, nel darmi tristezza i carri di carnevale, nel fantasticare su Mery Poppins e canticchiare la canzoncina del film. Siamo nel giugno del 1967e siamo in prima elementare, suor Melania dà uno schiaffo sulle mani a Lucetta per distoglierla da scrivere con la sinistra...il lato del diavolo, Tesoro!
Scorre la storia e scorrono gli anni, scorrono i film. Tutti a casa, con Alberto Sordi, un film amatissimo sull'otto settembre del 1943, l'armistizio. Ci accorgiamo che i ricordi sono simili, le letture dei libri nella nostra infanzia, e poi il libro che ci dirà come si nasce e a pagina 348 troviamo l'atto linguistico di cui vi dicevo prima.
Un romanzo che riguarda l'infanzia ma che riguarda gli adulti che siamo diventati fra letture, film, canzoni, giochi e dispetti.
Gli auguri del Regno della Litweb a Daniela Matronola
Ippolita Luzzo
D
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