Titanio
"Il titanio, il metallo più resistente e più “forte” in assoluto, è conosciuto per la sua resistenza alla corrosione, quasi pari a quella del platino, e per il suo alto rapporto tra resistenza e peso. È leggero, duro, con bassa densità. Allo stato puro è abbastanza duttile, lucido, di colore bianco metallico."
Stefano Bonazzi dedica al titanio il titolo del suo romanzo, titanio deve il suo nome ai Titani della mitologia greca, figli del cielo e della terra e costretti a vivere tra le fiamme e tra le fiamme è stato il protagonista del libro e da titano resiste alle fiamme.
Pubblicato da Alessandro Polidoro Editore per la collana Perkins nel luglio 2022 proprio durante un'estate caldissima e infuocata il libro ha molto da dirci e ne consiglio la lettura a chi fa del leggere un riflettere sul mondo adolescenziale, sui rapporti fra genitori e figli, sul male e sul bene vicino e lontano, su abusi perpetrati e nascosti.
“Il male è una cosa semplice” e “La cosa più semplice del mondo” rileggerò questo racconto di Stefano con in testa i miei vicini di casa che chiudevano il figlio in uno sgabuzzino per punizione. Lo so perché questo ragazzino era coetaneo di mio figlio. Anche mio figlio però asserisce spesso di chissà quali violenze io abbia perpetrato ai suoi danni, o suo padre, e certamente a me sono più chiare le torture imposte dal padre che non quelle che gli avrò imposto io.
Rifletto dunque pur nella differenza delle situazioni su quanto i genitori tutti possano essere dei mostri, poi certamente qui nel racconto sono mostri effettivi ma chissà perché!
Titanio è un racconto che prende per la sua drammatica realtà, nell’esasperazione del fuoco che brucia tutto ci sta la terribile edilizia che produce mostri abitativi, ci sta il continuo inquinamento di falde acquifere e di aria ammalata di diossina per i fumi di copertoni bruciati e su tutto un inquinamento spirituale fatto di nulla e di violenza, fatto e strafatto di droga coltivata e vendita, data da mangiare anche al figlio.
Senza pietà il racconto si apre in una stanza d’ospedale dove il ragazzo deve riprendersi da terribili ustioni. Poi inizia a raccontare ad un educatore e la verità si svelerà alla fine.
Il male è semplice è una grande verità e Stefano riesce in Titanio a farci riflettere sull’orrore della genitorialità e sull’orrore dei luoghi. Poi però in tanto orrore sembra che l’educatore riesca a portare un’ apertura e a far entrare uno squarcio di luce. Un ritmo incalzante invoglia a leggere e uno stile personale ci dona l’autenticità della scrittura.
Un racconto da segnalare e da far amare per la grande carica umana che si percepisce nel leggerlo, nel costruire una situazione immaginativa che possa lenire lo sconforto e la solitudine.
I mostri non sono più i veri mostri, vivendoci vicino i mostri sono altro, sono i familiari o i vicini, sono il prossimo prossimo, sono il viverci dentro chiuso in uno spazio ostile.
Inspiegabilmente e surrealmente le istituzioni e il carcere mi sono sembrate il luogo più sicuro e il compito dell'educatore serve a tutti noi per avere la certezza che qualcuno alla fine ci ascolterà come succede a Franz.
Un grande applauso a Stefano Bonazzi per la sensibilità e per la ricerca, per aver saputo, pur nell'orrore della storia, darci la speranza
Ippolita Luzzo
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