I corridoi umanitari del giornalismo vero.
Ieri sera a Lamezia ospiti del Festival Trame Francesco Viviano presenta il libro di Simona Zecchi La criminalità servente nel Caso Moro e alle 21 ci racconta qualche episodio del suo libro scritto con Alessandra Ziniti: Non lasciamoli soli. Voci dall'inferno della Libia. Quello che l'Italia e l'Europa non vogliono ammettere.
Francesco Viviano mi arriva subito con l'urgenza della situazione e il gesto vero dei fatti.
Sul libro di Simona ci confessa: Io non sarei stato capace di scriverlo. Tante fonti, tante ricerche. Lei ci ha provato. Io sono un cronista.
Francesco Viviano ripete più volte la parola cronista, e Simona Zecchi a quel punto aggiunge che lui è cronista di mafia e sa di cosa lei si è occupata ricercando. La Commissione Moro ha acquisito alcune ricerche fatte da lei incrociando, intersecando atti giudiziari e testimonianze di collaboratori di giustizia.
Giornalismo d'inchiesta serio.
"Ci aiuteranno a trovare una rotta", sento presentare più tardi così Giulia Veltri il libro di Francesco Viviano.
" Io faccio il giornalista da 35/40 anni e mi occupo di mafia e migrazione." Lo dice con i gesti, con lo sguardo e con il tono serio del ruolo, di chi ha una funzione utile in un consesso civile, di chi è voce di un giornale e di una coscienza.
Ci fa partecipi del suo orrore e del suo impegno, del lavoro del giornalismo che trasforma i numeri in fatti, in storie. E del movimento di disperati che dall'Africa arrivano sulle coste italiane dice:" Finora sono stati trattati solo come dei numeri, e sono come noi, esseri umani, che vengono lasciati annegare, che vengono lasciati nei campi di concentramento libici. La Libia è un inferno." Una moltitudine di uomini scappano dall'Africa avvelenata e sfruttata, dall'Africa dove dittatori terribili privano i loro sudditi di un passaporto, dall'Africa depredata e sconvolta dalle grandi compagnie commerciali cinesi americane europee. Scappano i sudditi, pagano per scappare, pagano e sperano di arrivare in Europa. Dovranno attraversare quel mare color del vino, quel mare solcato da navi commerciali, dalla Marina Militare, da Ong. I soccorsi in mare... il soccorso in mare è solo un cerotto. Con la lucidità della conoscenza Francesco Viviano lega tutti i ministri che si sono succeduti, nello stesso filo di incapacità di gestire un fenomeno storico di entità immensa. Dal ministro Moroni a Salvini, passando per Minniti, lo stesso inutile fare, anzi dannoso. Lo stesso pagare i libici per tenere lontani gli schiavi, i sudditi. Li chiamo così perché mi rifiuto di chiamarli diversamente. Sono privi di passaporto, quindi schiavi. A questi uomini, costretti nelle carceri libiche bisognerà ridare dignità. Bisognerà appellarsi al Regolamento internazionale, ci saranno ancora in vigore un codice di auto regolamento, un pronunciamento della Corte europea, e ci sarà impellenza di una contronarrazione.
"Io sono un cronista, il mio giornale La Repubblica, mi ha permesso di fare lavorare, faccio il cronista, mi occupo di verificare, indago sui fatti ed a volte chi fa questo mestiere dà fastidio. Ora invece nei giornali arrivano solo comunicati,ed i video sono della guardia di finanza, della polizia, dei carabinieri, e inondano di comunicati i giornali." Giornalisti usati solo come diffusori di comunicati.
L'inondazione crea distorsione.
Una grande empatia mi lega a questo giornalista, mi lega a tutti i giornalisti che perseguono con tenacia il riscontro dei fatti, che vanno a vedere, che oltre ad informare vorrebbero dare un aiuto.
Il momento che viviamo è un'antitesi della civiltà, permette schiavismo e razzismo, ignominia e violenza, permette privilegi e disprezzo.
W il giornalismo di Francesco Viviano, W il giornalismo di Simona Zecchi, ed evviva chi fa ancora della sua professione un corridoio umanitario.
Ippolita Luzzo
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