giovedì 21 dicembre 2017

Stefano Bon La ragazza che andò all'inferno

Castelvecchi Edizioni pubblica per la collana Emersioni nel giugno 2017 La ragazza che andò all'inferno di Stefano Bon. 
Un noir, un noir però trascolorante al rosa ed al mistery.
Dedicato ad Anna, come Anna, non a caso, è il nome della protagonista.
"«Anna ho avuto un incidente», era Andrea e le sue parole ebbero il potere
di cristallizzare tutta la tensione.
«Ti sei fatto male?», il tono era quello con cui si parla a un bambino
appena caduto dall’altalena.
«No no, niente di grave. Sono andato a sbattere con lo scooter, mi
tengono qui sotto osservazione è una forma di cautela».
La voce di Andrea si affievoliva man mano che la frase procedeva.
Anna invece riprese vigore perché udiva la sua voce, quindi poteva
sentirsi sicura che non era accaduto nulla di grave e tutto ciò che aveva
provato non era stato altro che un semplice presentimento.
«Andrea, vengo a prenderti in ospedale».
Lui rispose con un «Ok ok» distratto e riagganciò.
Anna era perplessa; qualcosa ancora non le quadrava: la voce di Andrea sembrava provenire da un altro pianeta, in più non le aveva rivolto alcuna premura e non era da lui." 
Siamo subito coinvolti in questa storia, che leggeremo trascorrendo piacevolmente il tempo con una serie di vicende narrate con velocità, una scena e poi un'altra, come piacciono ora nei film, dove accade di tutto. Anche qui accade di tutto, in un anno quasi, ma qui siamo nel campo del puro divertimento e dell'intrattenimento e quindi lo leggiamo sorridendo dell'abilità dello scrittore di inventare situazioni e di lasciarle andare o risolverle col tocco lieve della scrittura."Uccidere quell'uomo fu facile come accendere un fornello. La foto mostrava un uomo anziano, robusto e dall'aspetto dozzinale. Anna guardò l’immagine giusto il tempo per memorizzarne il volto." Un noir divertente e affettuoso, con uno sguardo sempre benevolo verso qualsiasi stranezza compia la protagonista, anzi noi stessi quasi quasi faremo come lei, perché no? un romanzo #tuttodunfiato come si usa dire ora.
Alcune immagini  
"Il gatto del vicino, un grosso felino dal pelo rosso, aveva catturato un passero e lo teneva tra le zampe.
Anna rabbrividì.
Le dispiaceva per l’uccellino, ma anche per il gatto, non poteva conoscere l’importanza della responsabilità di spezzare una vita" ed infatti si dispiaceva sia per il gatto che per l'uccellino! Cioè per nessuno. Una folla di personaggi appaiono come strani abitanti di una terra di mezzo, senza più il filtro per gli eccessi che siano le perversioni, viste come perversioni tutte le idee ossessive, come l'andare in Chiesa e poi essere algide e fredde esattamente come una mia zia. Lei recita Ave Maria ed è esattamente come i suoceri di Anna. Nel gioco poi di trovarvi tutti i vostri e nostri conoscenti, come comparse dello straordinario mondo di Anna, vi rimando al libro.  
Ippolita Luzzo   


Stefano Bon
(Ravenna 1963) Ha militato per molti anni in una rock band come cantante, poi si è occupato di musica e cinema scrivendo su testate locali e nazionali. Autore di testi per cinema e teatro, ha diretto due cortometraggi e ha messo in scena varie pièces. È organizzatore di eventi letterari. Nel 2007 è uscito il suo primo romanzo Il giorno in cui sono stata uccisa è stato il più bello della mia vita.

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