sabato 29 aprile 2017

Antonio Pujia Veneziano presenta Lit art con Litweb al Maggio Dei Libri

Per Ippolita nata post/uma di Antonio Pujia Veneziano
Con questo appuntamento del 26 aprile, inserito nel fitto programma de “Il Maggio dei Libri” 2017, ci accingiamo a varcare la soglia del regno della LITWEB, un blog di cui Ippolita Luzzo ne è, come delle Amazzoni, la regina, e lo facciamo presentando una nuova raccolta dei suoi post, raggruppata sotto l’articolato titolo "LIT ART con LITWEB dalla POP ART alla POST ART - leggere l’arte con letteratura nel regno della Litweb". 

Questi ultimi pezzi o post sono stati anticipati da una precedente raccolta che risale al 2014 dal titolo “Venti POST/UMI Per Voi, che rimandavano al titolo di una poesia della nostra autrice:"Io pubblicherò postuma"
È come se Ippolita, consapevole del suo modo di agire, voglia preannunciare la possibilità e il rischio di rimanere postuma, richiamando alla mente la celebre frase di Nietzsche, il quale mettendo le mani avanti avvisava che i suoi testi erano rivolti ai "pochissimi", cioè per quelli che erano in grado di comprenderlo, ammettendo che il suo messaggio era destinato a rimanere inascoltato per molto tempo. 
Da qui vorrei avviare la mia riflessione, ritenendo necessario soffermarmi su questa ipotetica probabilità che i post possano rimanere POST/UMI, in quanto la Litweb, sovverte la maniera di leggere e fruire l’arte. 
Ma in cosa consiste questa sua personale modalità di indagare e leggere "ogni momento letterario ed artistico, interpretando in modo originale il senso del testo"?
La prima risposta può venire direttamente guardando la sua formazione culturale di natura filosofica-letteraria che le consente di leggere l’arte o meglio il mondo delle immagini attraverso gli studi di estetica e semiologia, tutto filtrato attraverso la parola scritta in forma poetica.  
La seconda componente di questa nuova modalità, penso sia strettamente connessa alla sua capacità di utilizzare e padroneggiare i nuovi media, caratterizzati dalla velocità e dalla sintesi, a vantaggio "del contenuto e del significato" come lei stessa sottolinea nel primo pezzo di questa ultima raccolta. Questi elementi costitutivi si trasformano in un continuo divenire e attraversamento dei linguaggi con rimandi e associazioni ad "altro", in un pulsare spazio-tempo che paradossalmente vuole asserire un "Hic et Nunc" della nostra contemporaneità. 
Un "qui e ora", nel nostro caso, che diviene anche sinestesia del linguaggio, facendoci assaporare i colori delle opere come si fa con i dolci, attraverso il giallo solare dei limoni di Amalfi, il trionfo dei mandarini di Sicilia, le arance, fino a farci vivere le esperienze tattili attraverso un tessuto Missoni e al leggerissimo verde delle foglie appena nate. 
Penso che la sua modalità, più esattamente metodo, per descrivere queste esperienze artistiche consiste in questo flusso incessante di collegamenti. Ippolita, in questi suoi rapidi Attraversamenti, crea sobbalzi emotivi, evocando i Rolling Stones, la Pop Art e infine Alan Jones dal quale coglie al volo la frase provocatoria "l’arte bisogna cercarla nelle osterie perché nei musei si fa ideologia". 
Da tutto ciò traspare la contemporaneità dei post di Ippolita che sono l’opposto della staticità e lontani dalla monumentalità. Non pretendono di occupare uno scaffale impolverato, ma aspirano a percorrere gli spazi infiniti della Litweb, comunicando emozioni reali ed esperienze vissute.
Così lei ci conduce al Premio Internazionale Limen nello splendido Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia e nell’andare possiamo raccontarci di Antonio Presti e di Fiumara Arte con in mano un libro. Ogni post è tanti luoghi, infinite sensazioni e innumerevoli incontri: Il MAON di Rende, la galleria Because, Studio Gallery, l’Associazione P-Art, il MARCA, il MAM a Cosenza per Tornare a Itaca e poi Aurelio Amendola, Andy Warhol, Mimmo Rotella e Philippe Daverio, con tanto di stacco pubblicitario del PUNT e MES e annunciare il viaggio verso Corigliano per visitare la mostra personale del sottoscritto nel monumentale Castello Ducale, parlando di beni culturali, di Pietro Bernini, del Teatro settecentesco di Terranova di Sibari. 
Questi e altri, gli argomenti di cui abbiamo parlato con Ippolita, temi importanti che animano il dibattito pubblico italiano intorno al sistema dell’arte e al patrimonio culturale e paesaggistico, che sono "il fulcro della nostra identità nazionale e della nostra memoria storica", come afferma Salvatore Settis, dall'alto della sua competenza.
Lo studioso asserisce che il nostro patrimonio culturale non è solo la somma dei suoi monumenti, musei e bellezze naturali, "Al contrario, la forza del «modello Italia» è tutta nella presenza diffusa, capillare, viva di un patrimonio solo in piccola parte conservato nei musei, e che incontriamo invece, anche senza volerlo e anche senza pensarci, nelle strade delle nostre città, nei palazzi in cui hanno sedi abitazioni, scuole e uffici, nelle chiese aperte al culto; che fa tutt'uno con la nostra lingua la nostra musica e letteratura, la nostra cultura."
Con la stessa casualità, Ippolita Luzzo, senza alcun preconcetto e con semplicità, ci prende per mano e ci conduce nel territorio dell’arte.  
Antonio Pujia Veneziano
Nella Foto Giacinto Gaetano direttore del Sistema Bibliotecario inaugura alla presenza dell'assessore alla cultura Graziella Astorino il Maggio dei libri 2017 con Lit Art in Litweb di Ippolita Luzzo presentata da Antonio Pujia Veneziano. Foto di Daniele Rizzuti

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