venerdì 11 ottobre 2013

Gianni Ianni Palarchio- per noi




Ho visto che cercavi un motivo per essere felice- Gianni Ianni



Esistono gli angeli? Se esistono sono come noi, come te, come me, come lei,

 come noi tre, seduti qui, al tavolo, abitato dai tuoi fogli.

Siamo con i tuoi fogli in mano, con loro che sorridono e che parlano,

siamo qui e ci parliamo tutti, perché questa è poesia.

Per amore, solo per amore, disponibilità a viaggiare per incontrarsi, attenzione verso,

donare un momento, donare per allargare il nostro vissuto.

Poesia

Tue poesie, tante poesie e fra queste ora ho conservato questi tuoi versi nei miei documenti


“Non ho voglia di capirne il senso

come di essere felice nel passaggio,

ma ti ho vista ridere in un mondo che è solo il mio

e se pensi, credi e speri che sia solo fantasia

nel mondo che io non conosco tu non ridi più.”


Noi abbiamo riso con gli occhi e già mi manchi, già ci manchi, ti direi

 se non temessi di essere poetica come un bacio perugina.


Gianni Ianni, poeta che protegge e vuole essere protetto

Poeta che ha voglia di famiglia e di libertà

Intensità e spirito da bohéme, comprensione e capacità di esprimere,

 poeta creativo come il suo segno aquario con luna in cancro


“Quello che non ti ho dato”


“E tu, padrona di ogni cosa e splendida melodia

che non esisti ancora e non ti ho ancora pensato

 perché laggiù, dove tu mi attendi,

 ci sarà poesia e suoni di foglie, gocce di rugiada e l’amore che ti ho dato.”



E tu...è una persona ideale che non esiste

e tu mi aspetti

e tu mi vedi

e tu vorresti quello che io non ho dato


“È poesia...dove tu mi attendi...non so dove sia, non so chi tu sia, non so nemmeno se ci sarai, ma è l'ideale che incanta i sogni...”


 L’azione… manca l’azione, infatti, così mi dice ora la tua luna a conferma di una mia domanda lontana, la tua luna esalta il lato fantastico e rischia di sottovalutare la realtà inevitabile



"e tu vorresti quello che io non ho dato."

Molti ormai ci vogliono convincere che poesia e scrittura sono mondi avulsi dal nostro vivere personalissimo, ci vogliono convincere che se c’ è un momento autobiografico quello scritto non è valido, che noi dobbiamo scindere, insomma valutazione e fruizione dell’opera dall’artista e dalla sua vita.

A me sembra crudeltà, sembra che sia un dividere in due il bambino, come propose Salomone alle due mamme che se lo contendevano, e come la mamma amorevole io urlerei che dividere artista dalla sua arte non è possibile. La vita dell’artista si legge lì 
e lui ce la regala, volente o costretto dal suo stesso impellente stimolo di viverla con noi, per non tenerla più. Nonostante tutto è bellissimo dare a chi ascolta il peso che ci grava, il fantastico che ci lievita, il vortice che rapisce.


“Ho visto che cercavi un motivo per essere felice

Ho visto la tua immagine allo specchio inseguire una certezza

Ho visto che non era natale e che niente potevi regalarmi

Ho visto che neanche con tutto l'oro del mondo potevo comprarlo

Ho visto che non c'ero e che non ci sarei mai stato

Ho visto che non era la fine, ma l’inizio del racconto.”

Ed ora che ci siamo visti lo sappiamo di sicuro che non è la fine ma l’inizio del racconto.

"Ho rivisto il mondo che parlava e si dibatteva

con occhi stolti, grandi e sognatori;

sentivo l'ansia ed ogni suo pudore

che tendeva all'incanto e alla massima gloria.

Certe verità vanno conquistate,

certe parole dette

per chi comprende e si lascia andare

e vuole portare il tempo e il suo passare

ad un solo istante

che non può, non sa e non vuole

finire mai.

Oggi, quel che è perso è perso,

è fuggito via,

troppo lontano per essere raggiunto,

troppo vicino per essere dimenticato
Ciò che è perso è perso

e, per quanto possa essere doloroso,

è meglio che non torni mai più."
a la buena de dios- cantavano I ribelli, nel 1966, ed io non so perchè la ricordo con te.
Una poesia, la tua, dialogante, un discorso con noi, con chi ti incontra, una prosa limpida e verseggiante, verdeggiante, nonostante succeda di tutto di più, nonostante si perda e mai più si rigiocherà quella partita. Sul campo, in derby senza arbitro e senza pubblico, fischia lo stesso la fine del primo e secondo tempo, e le due squadre lasciano il terreno a capo chino, senza esultare. Oppure sì?
Nelle tue poesie, sicuramente certi di aver giocato una buona partita, il rimpianto del gol mancato é solo un attimo, poi i giocatori ritorneranno ad allenarsi.
Precario é il mondo, precario il lavoro, precario il vivere, però... la costante rimane.
E la poesia del tuo accompagnare il primo amore all'altare é la favola vera che non ci illude. Se esiste poesia il suo valore aggiunto accompagnerà anche noi.  Per questo tu scrivi. Ancora "quando il cielo biasima se stesso con temporali, siamo noi che dobbiamo dargli fiducia affrontando la pioggia" perché come diceva Finardi, "ci può cadere il mondo addosso, finire sotto un masso, ma non ci arrenderemo mai" ora sì.

2 commenti:

Gianni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gianni ha detto...

Grazie di cuore Regina ;-)