domenica 19 agosto 2012

- Come stai?-

Io bene e tu?
Quella non è una domanda e questa non è una risposta
Eppure il nostro incontrarci è scandito da frasi ripetute e uguali
Se deragli, sei strana.
Osservali ed osservati mentre inghiotti a vuoto un conversare omologato e inutile
e sotto il testo poi l'indifferenza, la lontananza
-Stai lontana da me...
Eppure poi mi dici che io sono la tua amica, l'amica a te più cara...
Stranezza della vita che modella a modo suo riti sociali e gruppi
e c'è chi cammina in branco e chi deve stare solo
come fra gli animali
e quando il solitario si avvicina, il branco poi lo scaccia
-Che sei venuto a fare?-
-Tu hai tanto da fare-
- Tu proprio non sai stare oppure sai stare troppo-
Sei sempre con la lanterna in mano, come il Diogene antico che cercava l'uomo,
tu cerchi i tuoi simili
evaporati svaporati nel tempo e nell'età.
Qualcuno lo incontrasti ed è durato poco ed è durato tanto
ma come disse Stefano Tamburini
tutti i simili sono simili tra di loro
tutti i diversi sono diversi tra di  loro

e non fanno gruppo

Eppure amiamo tanto
molto moltissimo
tanto da non riuscire a dire
nemmeno
-come stai?-
perchè questa domanda poi
 noi la chiediamo con tanto troppo affetto
da renderli sospetti
- Che vorrà, adesso, questa?-
perplessi voi a vostra volta vi domanderete.
Nulla eh,
tranquilli.
Proprio nulla

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ricerca dei simili che poi non apportano mai quanto i diversi è il problema, forse, ma i diversi, poi, in quanto tali divergono e anche questo è un problema. L'unico con cui, alla fine, si deve imparare a stare bene, quindi, è l'io, che è simile e diverso a sé stesso, continuamente. Ed è un casino! hehehehe.
Avevi ragione: bello! Stef