martedì 31 luglio 2012

E' meglio scrivere che drogarsi

E’ meglio scrivere che drogarsi
È meglio scrivere che bere
È meglio scrivere che rubare
Esclude scrivere il rubare, il bere, il drogarsi?
Non credo
Ma se fra una dipendenza ed un’altra si potesse scegliere
Come da un mercante di tessuti
Allora preferirei vestirmi di parole e non di furti, di bottiglie, di buchi
Preferirei leggere di scrittori che hanno curato il loro vivere con frasi
Con periodi semplici e composti
Con proposizioni oggettive e soggettive
Con incipit suggestivi e catturanti
Senza altre dipendenze
Ma gli scrittori, gli scrittori veri, soffrono e si dilaniano, muoiono e si scarnificano su una frase, bevono e fumano e dormono male, guardando il soffitto con odio atroce.
Alcuni, non tutti … sicuramente
A me piace pensare che la scrittura dia pace e non tormento,
dia chiarezza e non oscurità, dia giustizia e non vendetta
mi piace pensare che dopo aver scritto depongano il peso e leggeri vadano senza curarsi di esser letti e di aver successo
perché lo scrittore e la scrittura sono già uno il testimone dell’altro
avendo consumato insieme il rapporto amoroso che li accecò
in una notte buia e tempestosa.
Ma io parlo da lettrice …
E solo da lettrice posso dire che è meglio essere dipendenti da un libro che da un uomo
Che da un vizio
È meglio tenere un libro in mano che una siringa o un bicchiere
È  sempre meglio un libro  che avere la bolgia intorno a noi.

3 commenti:

oedipus ha detto...

Lo scrittore quando scrive non è uno che tra mille ripensamenti, tra una parola e l'altra, tra mille idee, molte fragili e banali, sempre alla ricerca della idea giusta, sempre a limare frasi e dialoghi, scrive per lo scrivere, per sé.
Lo scrittore non è un amante a cui piace nascondersi, uno che preferisce la masturbazione piuttosto che dichiarare il proprio amore.
Lo scrittore ama e seduce con le parole, conquista e ammalia.
Lo scrittore ama e dona, e si dona.
Lo scrittore è una puttana che per due soldi regala la propria arte.
Ma non ho mai visto le puttane, per quanto brutte e racchie, pagare i propri clienti e poi farli felici.
Non l'ho mai visto, anche se poi non ho mai parlato con una puttana.

Litweb ha detto...

Aspetta che mi scrivo questa frase... mi trovo a dire... ultimamente.
eppure io non ho il vizio di scrivere.
Non devo pubblicare e non devo vendere.
Non devo presentare e non devo apparire.
Allora perchè mi annoto frasi,appunto e scrivo e cerco il dialogo con te che scrivi e con Luca,con Bruno, con Baldo, con Caio...perchè?
Dovremmo tutti noi, come tu mi sembra ipotizzi, pagare per scrivere?
Un pedaggio? Ma già soffriamo... tu addirittura vuoi disintossicarti...
Se scriviamo per un nostro esigere per un nostro vivere
allora siamo in compagnia
La Capria lo diceva l'altro ieri- Io scrivo per vivere-
così tanti, molti, come lui, desiderano vivere proprio così...scrivendo senza intossicarsi ma chiedendo al gesto la libertà e insieme la disciplina
chiedendo al gesto la semplicità ed insieme l'impegno e l'umiltà
di sentirsi vivi
Ippolita

Anonimo ha detto...

Si scrive quando non si può parlare direttamente col prossimo. Si scriveva anche in tempi antichi, per comunicare, per fare arrivare messaggi alle armate di Giulio Cesare dislocate lontano. Si scrive per comunicare con i posteri, come ha fatto Manzoni con i suoi Promessi Sposi, Come facciamo noi due che non ci siamo mai incontrati per strada, mai visti se non in fotografia. Si scrive per parlarsi tramite una lettera, un messaggio. Baldo endofirmato