Per la casa editrice Digressioni nel 2020 Annarosa Maria Tonin pubblica un racconto "Anatolia" e un saggio atipico, quasi una serie di bozzetti, "L'uomo nell'ombra". Il raffinato racconto "Anatolia" viene ben recensito e accolto, ho appena letto la recensione di Nicola Vacca per Gli amanti dei libri,e vi invito a leggerla "A cosa serve la letteratura se non a raccontare la vita attraverso la fitta rete dei suoi misteri?
Anatolia di Annarosa Maria Tonin è un romanzo molto particolare e tra le sue pagine il lettore troverà lo scorrere inquieto della vita attraverso diversi registri di narrazione dei quali fanno parte i personaggi.", e io invece vorrei fermarmi su "L'uomo nell'ombra" letto da me come se fossero piccoli racconti, ritratti in pittura e in parole.
"L'uomo nell'ombra" sono quattordici dipinti, ritratti d'epoca, quando non esisteva lo smartphone, spiegati e raccontati con passione e competenza ma soprattutto con affetto. Impariamo a conoscere i grandi protagonisti della Storia, Luigi XV, la regina Enrichetta Maria, Carlo IX, Filippo II, Massimiliano I, ed insieme a loro, ai sovrani, gli imprenditori, Iseppe Da Porto , la famiglia Lange, oppure altri occasionali soggetti, il ragazzo col cane, la bevitrice di assenzio. Due opere del primo Novecento fanno da cornice iniziale e finale, e poi stiamo nel trionfo di Paolo Veronese, Francisco Goya, Sofonisba Anguissola e molti altri.
Dovrete leggerlo per restarne ammaliati. Io sono rimasta legata al quarto dipinto, "Il conto eretico" di Paolo Veronesi, Iseppo Da Porto con il figlio Adriano, opera del 1555, circa. La tela è ora conservata alla Galleria degli Uffizi, mentre allora stava a Vicenza, nel fulgore del periodo di Palladio.
Andrea Palladio, amico del conte da Porto, progetta il palazzo, mentre l'abbellimento delle pareti è affidato a grandi pittori, come Paolo Veronese, anche lui amico del conte. Due tele saranno dipinte da Paolo, in una il padrone di casa con il figlio, e nell'altra la moglie Livia e la figlia Porzia, con un delizioso abito verde, chiamato proprio verde Veronese. Invidio queste splendide amicizie del conte, faccio amicizia col conte, e improvvisamente ne vedo una somiglianza perfetta con un mio amico scrittore. Potenza dell'arte, dei visi, della memoria! Sembriamo lì insieme a loro, e intanto Annarosa ci racconta il periodo storico, la condanna per eresia del conte, e insieme ci spiega i dettagli dell'opera.
Del 1561 un altro ritratto, queasta volta di Carlo IX ci ricorda il massacro degli Ugonotti, e alla fine leggo nella bibliografia di riferimento, (a cura di Giovanni Comisso) Gli ambasciatori veneti, e tutto un lavoro accuratissimo di ricerca storica.
Leggendo ho pensato molto a Fabrizio Coscia, anche lui raffinato saggista di opere pittoriche, e mi piacerebbe quasi vedere entrambi i due studiosi cimentarsi insieme in una conversazione.
Sogni per ora, in tempi così difficili, ma chissà!
Intanto i miei applausi ad Annarosa Maria Tonin nel Regno della Litweb
Ippolita Luzzo
Annarosa Maria Tonin è nata il 22 aprile 1969 a Vittorio Veneto (TV), dove vive. Laureata in Lettere Moderne a Cà Foscari con una tesi di storiografia dal titolo “Per una storia della corte praghese di Rodolfo II. Gli inviati veneti (1595-1609)”, ha svolto attività giornalistica e di ricerca ed è stata docente di Materie Letterarie e Storia dell’Arte. Si dedica alla scrittura narrativa e saggistica e all’organizzazione di eventi culturali legati alla promozione della lettura. Collabora con la rivista cartacea di cultura Digressioni.
Ha pubblicato le raccolte di racconti “Vento d’autunno” (2011), terza classificata al Premio Kafka Italia 2012, “Tele di ragno” (2016), “Le visitatrici” (2018) e i romanzi “Rivelazione” (2014), “La scala a chiocciola” (2015), “Il segreto di Alvise” (2017).