"Raccontiamo le nostre vite - come sto facendo io adesso - con la speranza di riuscire a dargli un senso che in realtà non hanno, e releghiamo gli episodi più dolorosi in sotterranei dimenticati, sperando così di liberarci di essi. E invece li lasciamo in eredità ai nostri figli. Ciascuno di noi porta nel suo fardello i dolori non sopiti dei propri genitori"
"La storia dell'umanità è la storia degli scontri, delle umiliazioni, delle violenze, delle invasioni, degli sfruttamenti, degli stupri, delle imposizioni e delle offese che nell'insieme come specie ci siamo inflitti, e nulla cambierà finché continueremo a cercare dei colpevoli"
Essere rosso è il racconto di Javier, dei suoi genitori, di come suo padre diventerà un funzionario delle Nazioni Unite, di come incontrerà sua moglie, la mamma di Javier, al festival della gioventù comunista a Vienna. Racconta molto altro, le due diverse origini dei genitori, il caso fortuito di come il padre di Javier possa continuare gli studi, il caso fortuito di incontri e situazioni che creano la storia di un individuo. E poi il 1973, a settembre, in Cile, il golpe e le strade vuote di Santiago del Cile. Il padre di Javier cercherà di salvare i dissidenti da un regime di torture, di fucilazioni in massa, nei campi sportivi.
Javier racconta dell'Europa, dell'Ungheria, della Russia, nel momento in cui la Lettonia, la Bielorussia e l'Ucraina sono diventati stati indipendenti. Racconta di come i movimenti storici intrecciano i destini individuali, Stalin, la guerra fredda, e in fondo "non si trattava né di colori , né di idee ma di persone che ritenevano lecito annientare l'altro per difendere i propri interessi"
"Il nemico si nasconde a destra e a sinistra e "Si traveste da destra e da sinistra e ha sempre lo stesso volto"
Un libro da portare nelle scuole, da far leggere agli alunni che un giorno mi chiesero come mai la storia fosse un susseguirsi di fatti orrendi. Io risposi con le parole di Javier, però poi guardandoli dissi loro che vi erano stati molti progressi, nella medicina, nel modo di vivere, conquiste sociali e che c'era sempre insieme la voglia del riscatto, della dignità umana che si fa spazio.
Il romanzo intreccia la vita di Javier ora, il suo ricordare Berlino, la caduta del muro, lo svelamento della dittatura, ma anche i limiti del capitalismo, la dittatura del consumismo.
Il 25 novembre 1998 prima in Spagna, poi a Parigi e in Germania e infine la Commissione Giustizia della Camera dei Lord a Londra giudicano Pinochet colpevole per crimini contro l'umanità.
"Tutti i libri hanno una storia. Non quella raccontata dalle loro pagine, ma quella del libro stesso."
" Sono rosso" ci confessa Javier, perché "crede che la comunione degli uomini sia ancora un obiettivo. Per dignità e per bellezza. Per orgoglio. Per testardaggine e per obbligo" io credo al di là di come venga applicato un sentire, un sentire non è un applicazione di torture ma un luogo di libertà.
La storia siamo noi, nella libertà di sentire, di essere uomini che stimano altri uomini nella molteplicità delle idee.
Un grazie commosso del Regno della Litweb, regno inesistente e libero, a questo bel libro di Javier Argüello, tradotto con maestria da Francesco Ferrucci e un grazie alla Voland per portare in Italia autori come Argüello.
Ippolita Luzzo
Nessun commento:
Posta un commento