"Il mare, a proposito. Qui volevo arrivare e qui volevo portarvi. Perché, finalmente, a metà ottobre, avrebbero smontato il mare. Era naturalmente l'operazione più complessa, più delicata, più laboriosa. Tutti i suoni erano già stati sbaraccati, rimanevano adesso i sapori e gli odori. Venivano smontati gli odori delle creme solari, quelli della mucillagine, e il sapore dell'acqua salata quando si mescola al sudore agli strangozzi alla piscia di migliaia di bagnanti. Infine, i colori. Bisognava smontare con particolare cura l'azzurro dell'acqua, e il verde, e il blu, e anche il marrone, e i riflessi rosso accecante del tramonto, il rosa tenue dell'alba. Fino a che il mare non fosse tornato al suo colore a riposo, il grigio, un grigio il più uniforme possibile."
"Pronto per essere rimontato, ogni volta come nuovo, ai primi di marzo o giù di lì"
Il racconto fa parte di una raccolta da domani in libreria, questo era stato già pubblicato su " La Repubblica" del 30 giugno 2015
Mi fermo su questo perché l'unica volta in cui io sono stata a Rimini era inverno ed il mare non lo ricordo. Ricordo proprio quel grigio uniforme, gli alberghi fatiscenti, nonostante sulla carta fossero tre stelle, e poi il pronto soccorso efficiente, il convegno sul romanzo delizioso. Dovrei trovare il pezzo ma non è necessario perché basterà leggere questo racconto per sentire Rimini nel cuore.
I racconti sono suddivisi in tonalità di luce e "Stanno smontando il mare" sta nel "Buio, poi troveremo in "Oltre il buio" apocalittici eppure ragionevoli racconti sulla nostra estinzione, come pianeta, come organizzazione sociale, come individui mortali. Estinzione che ci appartiene in quanto viventi anche se "Nessuno è pronto"
Noi però facciamo la lettura inversa e da "Oltre il buio" risaliamo accendendo di volta in volta ogni racconto per raggiungere la "Mezza luce" della "Scuola serale" il bellissimo racconto sulla scuola, sul potere della letteratura che illumina, che libera, che regala la "Luce Piena" dell'amore che va e viene, nell'amicizia dei "I liceali" negli affetti padre e figlio leggendo "La Tregua"
Nulla è facile, ma tutti noi possiamo avere con noi "La borraccia" che può essere qualsiasi oggetto testimone di un momento, di un incontro, di un affetto. "Guardo con affetto la mia (la sua) borraccia, e le chiedo di proteggermi ancora, fino alla fine. è lì per questo, è stata sempre lì per questo e sono certo che lo farà" " A ricordarci la gioia irripetibile dei vent'anni. A ricordarci di ricordare"
Io non avendo avuto nulla da ricordare ho però sul tavolo una fotografia di qualche anno fa, sono ad un festival di letteratura e mi piace ricordare che tutto può avere inizio nonostante ed ora nel Regno della Litweb leggiamo libri bellissimi.
Ippolita Luzzo