"Nel nostro mondo di bambini con pochissimi giocattoli, la fantasia era la bacchetta magica che trasformava le piccole incombenze quotidiane in occasioni di svago e, così, anche portare a casa il cocomero diventava per noi una festa. La nonna lo tagliava in due parti uguali, una per me e una per mio fratello, le poggiava sulle nostre teste, e noi ogni tanto ci fermavamo e ne assaggiavamo un po'; poi riprendevamo il cammino e il succo colava, le mani erano appiccicaticce e sporco di rosso, e avevamo i semini neri sul collo e sul viso."
Un mondo fatto di piccole felicità nei lontani anni trenta del millenovecento. Un secolo che aveva i fanali delle biciclette come odierno messenger. Tina Anselmi ragazza e partigiana durante la seconda guerra mondiale racconta come si preparavano ai lanci degli alleati
"Mettevamo le biciclette con i fanali disposti in modo da formare una lettera dell'alfabeto;quando la lettera era infine composta andavamo a fare girare le ruote i fanali si accendevano. Nell'oscurità della notte la lettera illuminata era il segnale per gli alleati: potevano sganciare il paracadute. E dopo bisognava nascondere il materiale prima di smistarlo."
La ritroviamo nel 1946 ai lavori del congresso della Democrazia Cristiana "Impacchettate e indottrinate... doppiamente sprovvedute e non pronte a fronteggiare una invasione della vita pubblica nella nostra esistenza" con l'entusiasmo di conoscere De Gasperi, Dossetti, Pertini, Togliatti. Da protagonista sulla scena politica internazionale; incontri alla Casa Bianca nel 1962 con Kennedy, incontro con il Papa Giovanni XXIII e quello con Papa Giovanni Paolo II e il suo gesto conforto a lei alle prese con la vicenda P2.
" Forza, Forza" quando le augurò buon lavoro sapendola presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare, incarico che ricoprì dal 1981 al 1984.
Una vicenda umana e politica senza trucchi, sempre se stessa, senza costruzione di un personaggio, con l'intento di far aderire le promesse a ciò che sarebbe stato possibile.
Nel 1968, prima volta eletta nel Parlamento, i giornalisti presero farle domande sul suo privato, sulle sue scelte e lei si accorse di quanto fosse forte la curiosità verso una donna che sceglie la politica. Nella grande verità che nessuna vittoria è irreversibile, che dopo aver vinto possiamo anche perdere, Tina Anselmi resta un riferimento di grande idealità e concretezza, di dignità e di affetto per chiunque voglia cominciare ad interessarsi davvero a far politica
Nel compito serio assunto nell'indagare sulla P2 spiegò che la P sta per propaganda. "Ora a tutte le associazioni è consentito di propagandare le proprie idee purché si rispetti la trasparenza e non si abbia come obiettivo il sovvertimento delle istituzioni E non fu nella trasparenza che Gelli agì"
Ne parleremo ancora...
Rimaniamo nella serietà del suo cammino umano e nella giocosità del suo ricordo d'infanzia che ritrovo alla fine del libro non senza un fremito di piacere e di sintonia fra me che leggo ed Anna Vinci che ha raccolto la testimonianza di Tina Anselmi.
Otto Marzo con Tina Anselmi.
Ippolita Luzzo
Cattolica praticante, Tina è impegnata dentro la Dc, ma il suo credo religioso non sarà mai per lei un ostacolo alla comprensione e al giudizio, «La politica è organizzare la speranza. E per sperare negli uomini bisogna amarli. (…) E per questo un politico eletto dai cittadini, che li rappresenta (…) se utilizza"