sabato 17 ottobre 2015

Massimo Cacciari a Vibo. " Perché Leggere?"

Perché leggere? Risposta: Per capire.
Capio-prendere-comprendere.
Comincio dalla fine una lezione iniziata con la doppia etimologia della parola leggere, nel suo significato greco e latino. Dalla radice leg,  è Logos parola, linguaggio, in greco, in latino leg lego raccolgo, metto insieme. 
E nel primo frammento di Eraclito questo logos è armonia, ciò che armonizza facendo in modo che abbiano un senso ed un significato le parole.
Come in un prato raccogliamo e scegliamo i fiori armonizzandoli secondo colore e forma e profumo per ottenere piacere e bellezza così chi legge raccoglie la lettura, il mazzo di fiori, parole, per il piacere di capire. 
Nel VII e VI secolo si ha il passaggio dall'oralità alla scrittura. Omero. Nella trasformazione del linguaggio in segni, dalla parola viva alla lettura, la parola scritta.
Ci furono molte resistenze, allora, verso la scrittura, considerata la causa della perdita della memoria.
Fino a quel tempo tutto veniva tramandato oralmente ed imparato a memoria. Si veneravano le Muse e Mnemosine.
Ma nel passaggio dalla fase orale dell'umanità alla fase scritta la parola era muta, senza suono, senza dialogo.
Vico studiò le fasi del passaggio in cui nella scrittura si deposita il significato della raccolta dei segni razionali, per far capire razionalmente quello che era stato un turbamento del sentire: Ciò che sta a cuore. 
C'è una storia dietro lo scritto, da leggere ad alta voce anche da soli, per ridare voce al testo; Da Eraclito a Parmenide, a Sant'Agostino che leggeva a voce alta da solo, a Cicerone e Quintiliano, la nascita della retorica. 
Uno scritto deve seguire regole sintattiche e grammaticali, deve essere senza errori di forma ma poi bisogna trovare un argomento e svilupparlo con fantasia, con originalità. 
Prima di scrivere bisogna immaginare, in un rapporto intersoggettivo fra chi scrive e chi leggerà. 
Una relazione fra umani.

La lingua è anche un corpo che parla, è fatta di gesti, di suoni, di musica, di ritmo.
La scrittura è metrica. Poesia.
Ogni lingua ha la sua poesia che fonda, ricorda e riconosce. Dobbiamo capire. 
La ricerca del nostro leggere e scrivere è capire.
Capire la complessità in cui viviamo, i processi storici e l'idea che ci sostiene.
Il linguaggio e l'idea sono indiscindibili per domandarci sempre noi davanti ad un nostro interlocutore: chi sei? come ti chiami? quale linguaggio adoperi?
La domanda è già una risposta.
Il chiedersi. 
Ecco perché leggere e, aggiungerei io, studiare
Ippolita Luzzo   

venerdì 16 ottobre 2015

Antonio Bux- Un Luogo Neutrale

Ho conosciuto Antonio Bux, in un social, che lui chiama Un Luogo Neutrale, fra i commenti ad altri libri lui mi era simpaticissimo. Mi ha mandato subito le sue poesie ed io, stronza, ho risposto:-Eh, No. Scriverò di Sannelli, è bravissimo-
Invece di mandarmi a quel paese, confermò che Sannelli molto bravo è conquistandomi. Da allora presi a leggere tutte le sue poesie ed i suoi post sorridendo oppure riflettendo e mi sono comprata Un Luogo Neutrale di Antonio con convinzione. Eccolo qui con me questo luogo, che nessun luogo neutrale è, caro Antonio, anche qui nella virtualità siamo sempre tali e quali alla realtà. Forse ancora più nudi.
Ti leggo dal mio "Limite Urbano" quando usciamo siamo costretti 
e la casa che diventa ago, La dura terra è tutta la vita che hai, la via d'entrata/ è riconoscersi pietra... Scrivo i tuoi versi in corsivo ricordando la tua insistenza su facebook affinché vengano comprati i tuoi libri, affinché vengano comprati i libri dei poeti che meritano, come la goccia che scava la pietra tu, esattamente come diceva a me mio nonno quando volevo duecento lire per comprarmi un burattino di legno, il mio Pinocchio. Insistevamo certi delle nostre necessità come quel poeta Emilio Villa che scriveva con il becco sui sassi. 
 Come trappola usavamo/un libro smangiucchiato/di un certo Emilio Villa;/mio nonno diceva fosse/un poeta,e spesso ripeteva:/è uno di quelli già morti/ in vita,che scrivono sui sassi con il becco. 
Il sasso ritorna da Sciascia a noi, non si può cavar sangue dalle pietre, eppure noi possiamo lanciarlo questo sasso 
Pochi sanno come sia prossimo l'alto significato. guardare, non toccare, l'artificio del dubbio, e finalmente spegnersi sempre.

Le Tue parole sono migliori di te

Le tasche piene d'incoscienza, l'oro sono venuti a rubarti nelle tasche/
Sono venuti a rubarci il sereno, sono/ gli stessi che ti tendono la mano, a dirti/ ora nessuno si salva da solo, e a darti/ poi qualunque veleno, la stessa sostanza così/ simile all'oro, crescila in te più lontano dove/ è l'azzurro del cielo che ti apre la mano.

Leggere le poesie di Antonio Bux è salire una scaletta e poi guardare il mondo poetico dal piolo che ognuno di noi riesce a guadagnarsi. Il piolo della quotidianità, con la sua lavatrice dove con  lui nel sogno nuotavamo, il piolo della logica di certi discorsi, il piolo delle stagioni, del vento e della neve che mutano a secondo di quello che sentiva l'orecchio.
Un dialogo fatto con geometrica continuità, con insistenza caparbia, per far ben intendere che poi non è facilità, non è comodità ma una spinta interiore che ti costringe a usare parole per dire che è molto tempo che non riesco più a vivere.
Con uno stile irriverente e suo, lui ci invoglia a sapere. 
"Non resta che sapere. Scrivere poesie fa solitudine. Sapere che la solitudine col tempo diventa una mano e prende a schiaffi il silenzio e poi" Leggetelo. Ho volutamente messo in prosa i suoi versi che divagano nella metrica non seguendo nessun schema se non un periodare spezzato per sottolineare la sdrucciolevole strada del pensiero. Una strada segnata dai tanti sassolini che si uniranno per formare la via, la verità ed il verbo.
Con grande piacevolezza ed affetto auguro ad Antonio una occasione. Dall'autografo bianco 


giovedì 15 ottobre 2015

Umberto Galimberti a Palazzo Gagliardi

Accovacciata ad ascoltare Umberto Galimberti

“L’uomo nell'età della tecnica” la lectio magistralis che tiene il professore Umberto Galimberti al Tropea Festival Leggere&Scrivere questa sera di mercoledì comincia nella corsa ai posti già occupati dalla precedente conferenza. Come possano ascoltare una lezione dietro l’altra rimarrà per me un mistero rimanendo io sempre imbevuta tanto da qualsivoglia unica lezione da non poter aver spazio per altra.
Comunque i posti non ci sono ed io benché avrei due o tre requisiti per aver diritto al posto mi siedo per terra, beatamente. Nell'era della tecnica è la nuda terra, il pavimento, l’unica certezza del futuro. Penna e foglio dunque e canticchiando Baglioni” accoccolata ad ascoltar l’Umberto” dunque e dunque comincia con un dunque  la presentatrice in azzurro polvere e tacchi 35 sottilissimi e domanda all'ospite se “riusciremo ad abbracciare la nostra fisionomia”.
La risposta soffia nel vento e seguiamo la storia del pensiero filosofico fin dal suo primo domandarsi chi noi siamo. Intanto quello che non siamo. L’uomo non è un animale perché non ha istinti. L’animale si muove per istinti, l’uomo ha differito la soddisfazione degli istinti, li controlla e li sublima. Rispetto all'animale, nel suo rapporto con la natura, è un essere mancante, scoordinato, ha quindi bisogno di inventare nuovi strumenti per soddisfare i suoi bisogni e dominare la natura. Nella categoria della necessità deve coprirsi per proteggersi dal freddo, deve procurarsi  i cibi per nutrirsi e conservarli per i periodi di carestia, deve occuparsi di una prole per molto tempo non autonoma.
Nel Prometeo incatenato di Eschilo la lotta degli uomini per affrancarsi dalla necessità, il dono del fuoco per illuminare le notti buie è stato  pagato da Prometeo con la punizione divina. Ho sempre iniziato così le mie lezioni di storia facendo imparare ai ragazzi i versi di questa tragedia. L’uomo che lotta, il preveggente che dona la vista, e poi la storia, la scrittura che racconta.
Natura e tecnica continua Galimberti passando per Socrate e Platone, e dalla Bibbia dove la natura viene consegnata da Dio all'uomo.
Bacone e poi la nascita della scienza moderna con il metodo di Galileo, una ipotesi, faccio un esperimento e poi verifico. La rivoluzione copernicana. “L’uomo non è più uno scolaretto della natura ma la obbliga e diventa padrone e protettore del mondo. Dopo due secoli avremo l’universo tecnico di Hegel e il pieno possesso degli strumenti con una modifica sostanziale del paesaggio perché quando un fenomeno aumenta troppo il paesaggio cambia. Cambiano i rapporti e nel mondo umano il denaro da mezzo diventa un dio. Il denaro come fine dice Marx e la tecnica da mezzo diventa fine.
Se il mezzo diventa fine tutti gli scopi diventano nulli e se oggi l’economia ed il mercato sembrano che siano il fine e se la tecnica sia il fine tutto finisce, argomenta amaro Galimberti ricordando che la democrazia, parola dimenticata e utopica, non è andare a votare ma creare per tutti le stesse opportunità.

“L’età della tecnica è iniziata col nazismo, quando importante era saper fare il compito che era stato assegnato senza badare al contenuto. La tecnica ti chiede solo di ubbidire all'apparato, ti fa servo.”  Servi io ho sempre pensato dei  tecnici e di chi si fa schermo di questa parola per non avere responsabilità, per rigettare le responsabilità che abbiamo.  La tecnica uccide il pensiero alternativo, vorrebbe. La scienza invece ricerca in continuazione, lo scienziato non sa lo scopo che ha la sua ricerca, e lui ci racconta di sua moglie, morta nel 2008, che ricercò per anni una molecola e poi confessò che non sapeva a cosa sarebbe servita ma la conoscenza servirà sicuramente, perché conoscere ci rende liberi, liberi di cercare.  Ora siamo tutti con un cellulare in mano, conclude Galimberti, non si percepisce la distanza e la prospettiva, ed anche l’arte è asservita ad un mercato che ingloba il pensiero creativo distorcendolo a pura fruizione. Oggi funziona solo l’utilità. Conclusione amarissima e pur nella sua verità procura in noi la ribellione ad un mondo che vorremmo ancora a misura d’uomo e non di tecnica. 

Il secchio e l'acqua al Marca- Michele Tarzia

Sabato 10 Ottobre al Marca di Catanzaro per la Giornata del Contemporaneo Rassegna di Video Arte con opere di Bianco-Valente, Coniglioviola, Con.Tatto, Corpicrudi, Mocellin-Pellegrini, movimentomilc
L'arte concentrata in pochi attimi e ti ho detto tutto, avrebbe esclamato Totò.  In pochi filmati un concetto che  arriva con fotogrammi contati. Scendiamo a vedere il video dopo essere stati ai piani superiori dove i quadri appesi alle pareti stavano. Fermi. E il gioco consisteva  nell'interpretazione diversa che alcuni allievi dell'accademia avevano riprodotto ed in una improbabile installazione di un albero della cuccagna desolante e da pilone autostradale più che da fruizione estetica.  
Intanto  incontro  un caro amico  e nella felicità del rivederci  conosco Michele, coautore di movimentomilc, uno dei video che vedremo.  Scambiamo poche frasi e 

Le prime immagini che ci vengono incontro, camminano imbavagliata lei e cieco lui, fino a scomparire dopo essersi tolti, l'un l'altro, il bavaglio e la fascia  sugli occhi
 lei  mima un urlo.
Gli appunti mi riportano a momenti di grande commozione. Lui e Lei che strappano uno la pelle dal viso dell'altro, la tirano e la tolgono dal viso, e delicatamente tolgono i residui della sovrastruttura lasciando il viso pulito.
La medusa con nel suo corpo trasparente la forma di un uomo ed un mare che risuona straziato i rumori dei tanti lamenti di corpi annegati. Nel terribile mondo della migrazione. Il dramma.
Appena fuori di casa mi misi a correre... comincia a scrivere così dal diario a Mario e continua a scrivere parole e parole sulle parole quella penna che va sullo stesso foglio, sulla stessa pagina "Il mare non bagna Napoli" di Anna Maria Ortese, "Figli di un Dio Minore"di Massimo De Cataldo  e via via fino a che il foglio diventa nero.
Poi appare lei, la nuvola di Michele. Non sappiamo se è una nuvola oppure un secchio. Se lo domandano i due filosofi Locke e Leibniz. per Leibniz è un secchio.  Il secchio è la sostanza? domanda Locke e Leibniz afferma che esiste. E qual è la sostanza del secchio? L'acqua, risponde Leibniz... un domandarsi su forma e contenuto che riporta Locke a dire" potremmo ricominciare daccapo il dialogo...
così come io vorrei ricominciare daccapo il dialogo con Michele, medium di un'arte che invade il campo e chiede il sacrificio della scontentezza... per continuare a domandarsi e a conoscere la bellezza della comunicazione pur nella difficoltà dei corpi. 
"Ritratti e Méduses" che dal Marca sono andati  al Tropea Festival Leggere&Scrivere il 13 Ottobre

martedì 13 ottobre 2015

Leggere per vivere. Come un raggio di sole

Leggere per vivere
Fra le funzioni fisiologiche necessarie al vivere Leggere non viene citata.
Grave dimenticanza è. Mangiare, dormire, respirare, eliminare le scorie, e bere, bere acqua, l’acqua fa bene,  e poi leggere no?
E a che ci servono quelle funzioni se non per leggere? Mi sono spesso fatta questa domanda  io facendo del leggere una delle pochissime funzioni piacevoli per il  mio organismo.
Voi mi direte che Leggere è stata una conquista recente nella storia. Leggevano pochissimi fino al secolo scorso, leggono ancora pochissimi in questa nostra epoca bombardata di immagini senza riflessioni, al tempo degli analfabeti funzionali e che costoro vivono lo stesso? Vero. Ma
“ analfabetismo funzionale si designa l'incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. Quando si è analfabeti, non si è per nulla in grado di leggere o scrivere, vero? Quanti si facevano leggere le lettere, una volta! In contrasto, chi è funzionalmente analfabeta ha una padronanza di una base dell'alfabetizzazione (leggere e scrivere testi nella sua lingua nativa), ma con un grado variabile di correttezza grammaticale e di stile. In breve, quando sono posti di fronte a materiali stampati, gli adulti funzionalmente analfabeti  non possono svolgere  compiti fondamentali come riempire una domanda d'impiego, capire un contratto vincolante, seguire istruzioni scritte, leggere un articolo di giornale, leggere i segnali stradali, consultare un dizionario o comprendere l'orario di un autobus. E non dovrebbero votare!”
Quindi Leggere è ancora una azione di lusso, in dote a pochi che sanno cosa leggono, che comprendono il testo scritto, che sia una lettera oppure un divieto, una ordinanza oppure un bugiardino sulla scatola di un medicinale.
Leggere è una azione visiva ed immaginativa. Vediamo scorrere sotto i nostri occhi parole legate in frasi, in periodi, in costrutti lessicali e intanto noi costruiamo con quella lettura immagini, situazioni e paesaggi come registi.
Ognuno di noi è il regista del testo che sta leggendo.  Sappiamo così bene dirigere e dare le parti ad attori che, spesso, il nostro film è sempre più bello di quello che vediamo al cinema, quando il romanzo letto viene portato sullo schermo.
Viviamo poi il testo, leggere un fumetto, Superman e siamo noi, Superman, immedesimazione, altra splendida attività della lettura.
Regia, sceneggiatura e poi interpretazione. Chi di noi non è stato Tex, oppure Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio?
Nella storia infinita, romanzo per ragazzi  di Michael Ende, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, il protagonista è  un bambino del mondo reale, Bastiano Baldassarre Bucci, che, leggendo un libro sul Regno di Fantasia, si ritrova progressivamente coinvolto negli eventi del racconto. Diventato anche lui parte di Fantàsia, Bastiano aiuta Atreiu, giovane guerriero del mondo della fantasia  nel tentativo di salvare il regno e dovrà infine trovare un modo per ritornare nel mondo reale.
Stiamo infatti tutti nei romanzi che ci rapiscono. Non tutti i romanzi posseggono questa magia. Solo i libri magici come Il libro selvaggio di Juan Villoro…
Un mondo che non avremmo conosciuto mai se non lo avessimo letto! Sia nella forma narrativa che in testi Geografici, L’atlante, sfogliato e risfogliato, Testi scientifici, la cellula, Testi naturalistici, i Fiori, La fauna. Libri e giornali, Fumetti e settimana enigmistica. Testi di ogni formato. Il grande libro della matematica, dei numeri, dei triangoli, dell’architettura. E sopra tutti  il Dizionario. Non si può fare a meno di leggere il dizionario
Come sarebbe stata povera, piatta ed inutile la nostra vita se non fosse stata sollevata dal quotidiano e trasportata nel mondo della conoscenza e della lettura! Quale noia sovrumana ci avrebbe afflitto per giorni e giorni se non avessimo avuto in mano I ragazzi della via Paal nella nostra infanzia? Con quale libro avremmo lenito i nostri mugugni, le incomprensioni e le ingiustizie subite nell'adolescenza? Come avremmo immaginato il nostro amore se prima non lo avevamo letto? E come avremmo vinto la pigrizia di metterci in gioco se Oblomov non ci avesse ammonito che avremmo perso tutto restando immobili a fantasticare?
E di cosa potremmo parlare con gli altri se non delle letture fatte? Siamo tutti ignoranti delle letture che ha fatto un altro! Ed ogni volta, spesso, che una persona mi parla di un libro che io non ho letto, sento una mancanza, una terribile povertà, e mi ripropongo che dovrò conoscere quel libro, quell'autore. Impresa sovrumana perché non si può esaurire la conoscenza degli innumerevoli romanzi.
Comunque una conversazione sempre viva rimane…
Beh certo, alcuni parlano di pettegolezzi, magari così per distrarsi, ma a me annoia sapere le corna, oppure le malattie, oppure se ha cambiato auto tizia o caio, invece voglio sapere cosa legge, se le è piaciuto e perché, fosse anche un semplice giornale oppure un trafiletto. Che poi io adoro le cartoline di Barbato, La Stanza di Montanelli, La bustina di Minerva…
 Una volta ho scritto che Io non saprei immaginare la mia vita senza leggere. Senza scrivere invece posso. Senza leggere impossibile.
 Mi ha risposto Martin Angioni  così: Tutti lo dicono. Me lo disse la prima volta Saverio Vertone nel 1985. Poi l'ho sentito ripetere non so quante volte... è così per tanti
Io ribattei: Per tanti che abbiamo trascorso i nostri giorni leggendo, questo sì. Diciamo di aver casa invasa di libri, letto invaso, comodini con cataste di libri. Vero è
Ho una concezione animistica della lettura, come azione vivente. Quindi per me i libri vivono, parlano, si muovono e si spostano per incontrarsi tra di loro. Non parliamo poi dei personaggi! Escono dal libro e si siedono al tavolo affollato senza commissione nelle commissioni per gli affari zoppi del senato. Un tavolo molto chiacchierato
Leggere è vivere perché  relazione è. Scrissi due versi per dirlo
Ti presto un libro/La lettura musicale della relazione con tutti voi, con tutti loro, con i miei simili./Una avventura da osare insieme/la lettura/poi scherzarci su, chiacchierarci su, ridere e mescolare fatti miei fatti suoi fatti vostri/Ti presto un libro... me lo restituirai?/A volte no, a volte sì./Lo ricomprerò./Uno spartito musicale che sarà suonato da me e da tanti su tasti di pianoforti/ di pianole/di pc/uno spartito suonato suonato suonato/stonato o meno/che melodicamente intreccia e intesse cori antichi a moderni lai/scrivendo scrivendo piccine invidie e desueti languori./C'è chi si relaziona  agli altri con un portafoglio, chi si relaziona con un palazzo, con un gelato/io con un libro/tramite e passaporto verso il tuo mondo, il vostro mondo/il mondo delle frasi fatte e rifatte con il Perlana... sempre nuove!
Dopo tante letture
Una volta tentai di scrivere la biografia di uno scrittore, avevo letto tanti suoi racconti inediti e nella parte conclusiva io stessa argomentavo quello che dicono tanti e cioè che leggere è vivere, scrivere vien dopo, dopo la lettura. Chi non legge come fa a scrivere?
Una biografia di un scrittore, un tentativo di tracciare  le suggestioni che lo hanno spinto a scrivere - l’amato Baudelaire il canto eterno del viaggio, dell’andare per vedere, il canto di Ulisse, il canto errante  di tutti noi  sperduti  con gli occhi nell'immensità. Baudelaire - Goethe, il mio doppio, lo stesso cielo, immodesta ma dico  immodestamente lo stesso sentire-la ricerca dell’assoluto nella molteplicità dei rapporti - Pirandello –Uno, nessuno e centomila -a ciascuno il  suo
Montagne, scaffali, tavoli di libri, sfogliati, amati, prestati, perduti.
Libri che faranno altri libri, che si moltiplicheranno, perché  sono cresciuti  in noi e vorranno vivere  prepotentemente. Come il soffio vitale  si fa largo anche nella costrizione.
Come un raggio di sole .


lunedì 12 ottobre 2015

Il corpo di Vacchi

Il corpo di Gianluca Vacchi  Imprenditore italiano Nel 2016 pubblica la sua biografia in un libro edito da Mondadori, dal titolo "Enjoy".
DATA DI NASCITA Sabato 5 agosto 1967 LUOGO DI NASCITA
Bologna, Italia SEGNO ZODIACALE Leone ETÀ 50 anni Ha più di 8 milioni di follower su Instagram e oltre 1 milione e 300mila fan su Facebook.
Spostare sul corpo ogni pubblicità e articolo di giornale, ogni allusione e ogni discussione allontana tutti dall'esercizio mentale del pensiero. Così chiusi su un corpo che eccita o disgusta, su un corpo esposto e venduto, pesato e oleato, velato o nudo, dimentichiamo le miserie della servitù. Eppure mai come ora che il corpo impazza siamo diventati più bigotti, più reazionari di quando il corpo era coperto con giacca e pantalone, gonna e camicetta. Un vero terribile comando sta intorno a questi tempi sguaiati: Restare a spiare il capezzolo ed il pelo, il peso e l'altezza, i gusti e un sesso a compasso, a pacco, a forfait

sabato 10 ottobre 2015

Dodici posti dove non volevo andare- Clara Cerri

Sinossi a modo mio

Dodici Posti dove non volevo andare
L'americano stanco
 Tutti gli incontri che un uomo può fare, diceva, tutta l'amicizia che può dare, tutta la musica che canta, tutte le parti di felicità che può strappare alla vita, sono cose preziose. Non si misurano e non si pesano. Se si è fortunati, si ricordano.

Via Margutta (1956)
l'idea che precede l'opera d'arte e che è pura INTUIZIONE. Solo e solamente l'intuizione conduce alla creazione artistica. Ad essa fa seguito l'ISPIRAZIONE, cioè il pensiero che interpreta l'opera e gli conferisce un significato concettuale e rappresentativo, estrinsecato nel titolo. Intuizione, ispirazione e titolo sono le tre marche irrinunciabili dell'oggetto artistico, sia dipinto che scolpito… “e scritto.”

La zanzara (1967/1993)
Mortal cosa son io, fattura umana
Tutto mi turba, un soffio sol mi abbatte
Il Tempo, che mi crea, quel mi combatte
(C. Monteverdi - G. Badoaro, Il ritorno di Ulisse in Patria, 1640)
Evviva.
Ci sono momenti della vita in cui tutte le energie sono impegnate nella sopravvivenza. Quando si arriva a dire: "Questo è come morire", non è più questione di aspettative di felicità e di vita migliore, che potrebbero essere puerili. Basta che smetta presto quella cosa che è come morire.

L'attraversamento della notte (2012)
Noi pittori si pigliamo licentia
che si pigliano i poeti et i matti
(Paolo Veronese, 1528-1588)

Intermezzo (1978) e poi Contraltare
“L’ordalia” ingoio e arriva
L’indulgenza
E poi “a che serve sapere che forse c'era un triclinio? Come farsi un impero per conto proprio. A che servono le conoscenze che non  diventano patrimonio di tutti?”

E ha continuato a dirlo, 'Tu sei come me', tutto il tempo".
Gli occhi di Clara brillano. "Fantastico. Io non credo che si possa dire qualcosa di più bello a chi si ama". Il verbo amare mi colpisce allo stomaco.
A chi cerca cose nuove è promessa un’eterna primavera.
"Lascia stare Clemente Alessandrino”
Aspetto da un momento all'altro che si prendano la mano sul tavolino di marmo e facciano un miracolo, quello che hanno chiesto senza volerlo per tutti questi anni. Il finale che ci aspettiamo da tutte le storie, che il disamore sia solo incomprensione, che si arrivi alla spiegazione che basta a spazzare via tutti gli ostacoli.

Non è per questo che si canta e si scrive musica, perché chi ascolta quei suoni si senta amato? Perché si senta toccato con tenerezza da quella mano che tanti anni fa, con tanto coraggio, si è tesa in avanti? Sembra una briciola caduta dal banchetto del mondo ma forse è quel conoscerci cui tendiamo invano per tutta la vita, noi che siamo sazi, anche quando ci lasciamo dietro le nostre storie perché qualcuno le legga e immagini un finale diverso dalla sconfitta. Infilo la mano nella borsa, sento il duro della copertina sotto le dita. Io non sono più capace di immaginare quel finale, ma qualcun altro potrebbe. Senza guardare cosa faccio, prendo il quaderno e lo appoggio al davanzale di una finestra. E mi allontano.