lunedì 10 agosto 2015

Richard Galliano e Gabriele Mirabassi a Jazz e Vento


Jazz e vento


Gli appunti della serata si mescolano agli appunti presi per un film, visto di recente.
Il concerto
« L'orchestra è un mondo. Ognuno contribuisce con il proprio strumento, con il proprio talento. Per il tempo di un concerto siamo tutti uniti, e suoniamo insieme, nella speranza di arrivare ad un suono magico: l'armonia »
Concerto per violino e orchestra di Čajkovskij
Così dice il protagonista del film ed aggiunge: “ Questo concerto è un grido, una confessione”
Anche un divertimento, potremmo aggiungere noi questa sera con le parole di Gabriele Mirabassi, Clarinettista italiano che, con Richard Galliano  alla fisarmonica, suona e si diverte. Si divertono molto.
Entrambi i musicisti vivono così intensamente la musica per finire di somigliare ai loro strumenti, questi  fanno parte del loro corpo, in una simbiosi perfetta.
Gabriele racconta l’incontro con Galliano, più adulto e  già un maestro del Jazz, nel 1991.
 Lui era un ragazzino, agli inizi,  eppure fu subito amicizia ed insieme fecero un  disco "Coloriage".
Gli avvenimenti della vita ci  hanno allontanato per anni, sta raccontando sul palco, e poi i fili mai interrotti di un sentire, ci hanno ricongiunto e da pochi mesi hanno riannodato una amicizia.
Risuonare insieme, dopo tanti anni, brani che abbiamo suonato allora  ci permette di riconoscerci, in uno scambio felice fra noi,  insieme con voi spettatori. Un riconoscerci tutti. Per  divertirci, perché la musica è uno dei sistemi necessari per re-imparare a stare insieme.
Le parole di Gabriele sono accompagnate dallo sguardo di Richard, che annuisce. Lui parla in francese, benché di origine italiana, ed in francese annuncia i pezzi che suoneranno.
I loro pezzi inframmezzati da pezzi di Nino Rota, di Astor Piazzolla.
Il Padrino
Oblivion
New York Tango
Sul palco le note, festose, uccelli che cinguettano, gruppi di uomini si materializzano, con clarinetto i primi, e fisarmonica gli altri. Terra ed aria, Jazz e vento, ed il suono parla e balla.
Ballano infatti. Saltella Gabriele, si sbilancia quasi in movimenti carpiati.
Le spalle di Galliano seguono l’apertura della fisarmonica, un grande libro si apre per noi.
 Il tango. Jazz e vento.


Nel vento dei suoni, in piazza Cefaly, a Cortale,  un affollato  pubblico ha chiesto più volte il ritorno sul palco ai due musicisti, nel riconoscersi auspicato da Gabriele ad inizio serata.
 Un riconoscersi  che ora ha lo  sguardo musicale e commosso  di Francesco Scaramuzzino, musicista amico, che incontriamo e salutiamo nell'andare via, nella musicalettura sul libro dell'ascolto.


sabato 8 agosto 2015

Teresa Sperarò


La Pro Loco di Platania in collaborazione con l’amministrazione comunale ed il sindaco Michele Rizzo, stasera, sette agosto 2015, alle ore 21,  in piazza Sacerdote Cimino, accanto U Palazzu dei D'Aquino,  ospitano Domenico Dara, scrittore del Breve Trattato sulle coincidenze. 
Il Libro. 
A parlarne con l’autore è Domenico Piraina Responsabile del Polo museale e dei Musei scientifici di Milano
 Attendendo Dara
Le immagini di Platania scorrono sullo schermo, in piazza.
 Il sindaco, con in mano copia del libro, me la mostra inspessita di salsedine, bagnata dal mare proprio  mentre lui leggeva la storia.  Aspetta Dara per suo intervento da lettore appassionato ed attento, per dedica che non mancherà.
Domenico, intanto passa fra noi con gruccia e vestiti, va a cambiarsi. Dal primo pomeriggio è a Platania, con Rosy De Marco, sua moglie,  per assistere al pane appena sfornato. 
Siamo tutti pronti
Una musuica dolce suona per noi: Murolo. Riconosciamo i suoi brani. Reginella, Resta cu ‘mme, Anema e core. Cantati e suonati magistralmente, tra un brano letto ed un altro,   da Gerardo Berlangieri, con liuto –chitarra, strumento  costruito da lui, ed Ancilla Victoria, sua figlia, voce solista.


Una serata viva, teatro d’avanguardia più teatro classico. Lettura recitata e fatta vivere dai ragazzi che leggono brani scelti da libro.
Giovanna e Raffaele Perri,  Alma Pesce , Alfonso Sacco, Francesco Gennaccaro, mi manca nome terza ragazza, in fila, sull’attenti,  sono loro che appendono le parole ai fili volanti del nostro sentire donandoci brividi di vera lettura.
Un applauso a chi, come loro sa leggere, vivendo.  Addirittura Teresa, la protagonista di molte lettere, era materializzata nella voce intensa di Giovanna. Tutti da applauso.

Domenico Piraina, in sintonia,  visualizza il libro come un quadro.  Ricorda in carrellata le tante recensioni,  fra cui quella di Ferrero, giurato al Premio Calvino,  del dialetto  calabrese che ha un suo posto nella letteratura con questo libro, del film che tutti vedremo .
Due le suggestioni da lui riportate.
Il tempo sospeso di calma apparente che fa somigliare il libro ai quadri sulla metafisica di De Chirico  e l’atmosfera del film “ Nuovo Cinema Paradiso”
Per lui è questo un romanzo corale fra personaggi reali e di fantasia. In una Calabria terra di ogni bene, afferma.
Domenico Dara, intanto, questa terra la sta percorrendo ogni sera, in ogni sua curva, in ogni faglia tettonica, ed ogni sera parla di questa favola che ieri ci illuse ed oggi ci illude e si chiama letteratura.
Letteratura che rende universale il racconto di qualsiasi piccolezza possa accadere se viene trasfigurata nella  partecipazione da  un pensiero  strutturato.
La struttura, che lo  sorregge e che  trasforma un asino in un ciuccio o in un onagro, sembra proprio lo studio e l’amore verso altri libri ancora, nella relazione mai interrotta fra  la letteratura e lo scrittore, fra  lui ed i lettori.
Una serata da portare con noi, con il plauso a Francesco  Gennaccaro, organizzatore e regista del tutto, un plauso a chi sa che, in ogni tempo Consolazione  è la lettura di libri veri.
Pubblico numeroso, attento e partecipe.
 Domenico, alla fine,  firma e firma dediche  su coincidenze che ci saranno.

Ippolita Luzzo





venerdì 7 agosto 2015

Ade Zeno- L'angelo esposto

Ade Zeno, il funambolo che aspetteremo

Leggo e rileggo una storia scritta benissimo, alcuni momenti li trascrivo.
Guardo la bellissima copertina con un funambolo che  sta in equilibrio in alto lassù. Un angelo sembra, nel biancore lattiginoso del paradiso immaginato.
Seguo Ade, nelle sue vignette su Tersite, vignette  brevissime ed ilari, di una ilarità intelligente.
La stessa intelligenza e padronanza che si legge in queste pagine dove si narra una storia, tante storie che dovrebbero legarsi eppure sono staccate.
La storia del bimbo che aspetta il funambolo  e poi vuole imitarlo, proprio mentre lui sta lassù fra cielo e terra.  La storia del bimbo che verrà salvato, essendo precipitato nel fiume, proprio dal funambolo che si tuffa da lassù, è la storia più poetica.
Poi la storia racconta altro. La  racconta con maestria, con tecnica, ma senza più raggiungere il momento empatico iniziale. Come se la necessità  si fosse esaurita nel bellissimo quadro  delle prime pagine.
Di solito in tanti racconti che leggo succede tutto il contrario. Scrivono  molti con imperizia, senza ritmo e tecnica. Qui, invece, c’è già tutto, bisogna però seguire i consigli che lui stesso si dà.
L’impianto narrativo  segue una musica emotiva che va al di là, proprio sul filo del funambolo.

Dal libro:  

“Prima e unica regola della sua bibbia personale è: trova una cosa da fare, poi impara a farla bene, dopodiché innamoratene perdutamente. Grazie a lui, il ragazzo riuscirà presto a fare tutte e tre le cose nello stesso momento.” Dice Lilit
“Lilit riesce a fare davvero un mucchio di cose. Prima di tutto sa parlare. E quando dico parlare intendo proprio prodursi in discorsi degni del massimo rispetto, con tanto di costruzioni sintattiche ardite e divagazioni etimologiche da fare invidia a dieci pedanti messi in fila. Questo perché, in un passato nebbioso mai svelato in modo serio, il suo amico ha letto libri, divorato enciclopedie, frequentato università, conquistato titoli, per poi gettare tutto alle ortiche nello stesso istante in cui viene a sapere che la sua dolce mademoiselle  Risette  se la fa con un idraulico austriaco."
“ Ogni dettaglio è stato consegnato all'oblio. Che ne è stato della sua strabiliante celebrità? Che fine hanno fatto i suoi giorni migliori, i versi giusti? Sta tentando di raccontarmelo, si districa fra gli ingranaggi del ricordo, ma certe storie pesano troppo, devono versare dazi spaventosi alla banca della nostalgia, e lui sembra ancora parecchio lontano dall'ultima rata. Eppure non si rassegna, malgrado la sofferenza insiste a pagare.”
“Ho sempre pensato alla voce come a un organo vero e proprio, una parte del corpo non meno concreta di un braccio o di un orecchio, o dei polmoni che fino all'ultimo trattengono e spingono ossigeno. Sentirla parlare, arrendermi alla friabile parete di suoni che sapeva costruire pezzo dopo pezzo come un castello di sabbia in balìa delle onde, non era molto diverso dall'affondare nelle carezze dei suoi capelli di neve. Perché una voce non è mai soltanto una voce: è l’impronta di un corpo che nuota, il suo autografo, la sua seconda ombra. Una volta sbriciolata, ricordarla diventa via via sempre più complicato, quasi impossibile raccontarla.”
“ non è mai possibile essere del tutto soli. Eppure non riesci a togliertela di dosso, questa sensazione, perché in fondo gli altri non contano, le loro solitudini abiteranno per sempre altrove.”

Bellissimo inizio  “L’uomo sul filo ondeggia a due passi dall'abisso come se niente fosse. Il cavo metallico disteso tra l’estremità più alta e il punto invisibile che tremula dalla parte opposta del ponte si flette sotto i suoi piedi nervosi deformando la linea retta in un lungo accenno di curva. È il segno tangibile del passaggio, una specie di firma fluida destinata a sparire sotto il peso di ogni movimento per poi ricomparire un attimo dopo, e via così, su e giù, su e giù, fino all'ultimo passo.

L’uomo sul filo autografa il cielo.

giovedì 6 agosto 2015

Una difficile città. La città delle relazioni.


è imago ideale fatta con penna, pastelli, colori a base di 

acque, foglio vergine e.. passione!"

Roby Erremme di Napoli disegna e colora le linee di una città. Sue parole.

Conosco così Roberto Matarazzo questa estate, proprio quando lui decide di andare via da facebook e di lasciarci il suo Torrione Stravagante, da dove ogni tanto si sarebbe affacciato. 
Oggi ritorna ad abitare la mia mente e scopro le belle copertine di libri aperti dai suoi disegni, libri  interpretati e rilasciati agli autori ed ai lettori
sua la porta di ingresso in Non Luogo A Procedere di Magris, sua la porta di Cocteau
Jean Cocteau (prefazione di Claude Arnaud): Disegni, Edizioni Clichy.
Intanto che oggi, come regalo di Natale, mi regalo Roberto Matarazzo, scoprendo una
Danza della Surreal_Dadaista, '15 Scena Illustrata, edizione dedicata numero 405, Firenze. 
Leggo qualcosa su internet solo per conoscere un suo vissuto artistico e le mostre fatte, una a Benevento al  Bar Orsini Art Cafe’  " mostra dal titolo “fogli timbrici” dell’artista beneventano Roberto Matarazzo, autore di fogli colorati poeticamente segnati. L’artista crede in un cosmopolitismo culturale e/o delle idee; ora  sta lavorando attorno al concetto di arcaico_contemporaneo , sghembo_ apticocreativo "
gli ex libris per le edizioni L'arca felice
e leggo altro ma voglio leggere me stessa mentre guardo i tratti, le linee con cui Roberto disegna il suo mondo ideale, natante come i pesci, suo sole di nascita.
Nella città ideale del nostro immaginare l'aria è pura, il cielo è limpido e case, castelli e chiese lungo la stessa strada stanno. Una strada che sia linea, tratto e disegno artistico, che sia tasto e possa far nascere parole che ci prendano per mano.
Nel regalarmi stamattina un artista, sotto il segno dei pesci, mi ritrovo a cantare, la cantiamo tutti insieme, da me con la luna in pesci e stonata dalla nascita. Nel nuotare dell'arte. e nel salutare un artista con la canzone Sotto il segno dei pesci, voglio mettere uno stralcio di un mio pezzo "Pesci sì pesci no"

Sono circondata da Pesci – zodiacali –
Personalità affascinanti, donne, uomini, con progetti inesauribili da realizzare, idee, idee, cervello che produce senza stare mai fermo a riposare, un fermento. Perseguono le loro idee avanzando leggeri ma tenaci, avvolgendo gli altri e coinvolgendoli nel loro stesso obiettivo. Parlano, convincono.
Grandi, grandissime cose vedrai se tu li seguirai!
E così io, razionale, ma irretita da una luna in Pesci, li seguo.
E tutto cambia… I pesci nuotano liberi nell'acqua. Personalità così acquatiche non lavorano con… loro nuotano da soli nel mare, nel fiume della vita.
E ti trovi a nuotare anche tu, sperando di restare a galla.
 Pesci sì,  per un po' ti prendono per mano, poi si allontanano, per un po' sono tutti sorrisi, poi all'improvviso la malinconia, e non trovi più il loro sguardo… puff… scomparso.
Per i pesci, se sbagli il metodo, se sbagli l’intonazione, se sbagli il momento, sei cancellato per sempre.
 Sono pesci no all'improvviso, lo diventano senza ragione, così,  cambiano direzione, e tu puoi solo sentire il salato del loro passaggio.
 Ma averli conosciuti arricchisce e impoverisce nello stesso tempo in maniera considerevole la nostra vita e la trasforma.

............................................................... Ti ricordi quella strada, eravamo io e te,
e la gente che correva, e gridava insieme a noi,
tutto quel che voglio, pensavo, è solamente amore,
ed unità per noi, che meritiamo un'altra vita
più giusta e libera se vuoi, corri amore, corri non aver paura.
Mi chiedevi che ti manca, una casa tu ce l'hai,
hai una donna, una famiglia, che ti tira fuori dai guai,
ma tutto quel che voglio, pensavo, è solamente amore,
ed unità per noi, che meritiamo un'altra vita
più giusta e libera se vuoi,
nata sotto il segno, nata sotto il segno dei pesci.


Arte libera se vuoi. Arte solo libera può vivere




martedì 4 agosto 2015

Le ossessioni di Domenico Dara


Vi parlerò stasera delle ossessioni, delle idee fisse dominanti che si installano nella testa di tutti noi ed alcune volte condizionano il nostro vivere, facendolo virare verso l’arte pura.
La prima volta che sentii questa teoria delle ossessioni fu durante una lezione di Stefano Zenni su Coltrane, autore di un disco storico A Love Supreme. Un disco culto per gli appassionati del jazz.
Stefano Zenni, docente presso i conservatori di Bologna, Firenze e Pescara,  analizzava ogni momento della possessione, quasi amorosa, con cui veniva avvinto Coltrane, che viveva con  in testa quel suo motivo.
Vi dico questo perché leggendo il  libro voi sentirete un motivo suonare in ogni pagina, in  ogni episodio, in ogni incontro raccontato. Il motivo che sta nella testa dello scrittore. Il suo motivo. Un linguaggio modale, nel modale ci si basa su un punto fisso, invariabile per lungo tempo, l'impianto  sempre uguale che suona di base ogni musica di Coltrane, in ogni pagina di Dara. 
Una ossessione che abbiamo tutti, eppure non tutti sappiamo trasformarla in arte.
Le idee fisse  sono diventate  nel corso dei secoli, nella storia, dei miti, delle religioni, degli usi e costumi che hanno creato la civiltà.
Così Domenico, mentre si accinge a costruire il suo romanzo, con una scrittura che dia armonia,  mentre si chiede in ogni pagina quale sia il motivo per cui seguiamo una strada oppure un'altra, per cui avvengono alcuni fatti invece di altri, fissa i personaggi mitologici di riferimento che apriranno e chiuderanno  Il breve Trattato sulle Coincidenze, come furono fissati in tutti i tempi, con un sottotesto universale, per sottotraccia  una semplice domanda: Perché? 
Su  quel motivo semplice poi la complessità ha un senso. Legato dal filo sottostante.

Un libro che di lettere parla, di un uomo che le recapita per lavoro, e che un giorno  conserva una lettera di una Naiade. Le Nàiadi - figure della mitologia greca (Ναϊάδες dal greco νάειν, "fluire," e νἃμα, "acqua corrente") - erano le ninfe che presiedevano a tutte le acque dolci della terra e possedevano facoltà guaritrici e profetiche; sono esseri di sesso femminile, dotate di una vita longeva, seppur mortale. Una di queste  ninfe  mitologiche, per il protagonista del libro,  sarebbe  Marianna Focaru,  Via Conello, numero 6, donna con dei seni statuari,  messa ad aprire una storia vissuta sul piano dell’immaginario, di quelle ossessioni che vi dicevo.  Lui, filo conduttore del racconto,  di mestiere fa il postino, e decide per la prima volta di contravvenire al suo ruolo di servizio conservando  una lettera  spedita a Marianna, con una sua fotografia in costume da bagno.  La conservò come si conservano i segreti in confessionale, la conservò come se fosse la stessa cosa se averla o non averla quella donna per sé. Nella vita parallela che vedremo svolgersi nelle pagine di questo romanzo nel quale   dopo la Ninfa incontriamo Ermete, in latino il dio Mercurio,  e poi Cloto, figlia della notte, una delle tre Parche,  nome che in greco antico significa "io filo", che appunto filava lo stame della vita, Lachesi, la sorte,  e poi Orfeo ed Euridice, Medusa , e Lete, messaggero  e fiume di oblio e dimenticanza ed infine  Tiresia, l’indovino cieco che sa, oltre la vista.
Così le ossessioni di tutti prendono forma ed il postino inizierà questo cantico delle illusioni, nel suo  vivere di lato, sulle vite degli altri, mentre su di lui il fato interviene con spazio e tempo e luogo, in coincidenze che conservate e rilette daranno a noi, il filo e la storia per capir le nostre di ossessioni.
Molte storie vissute tra Girifalco e San Floro, con la Svizzera lontano, più lontana della luna che pur nel libro proprio quell’anno viene visitata dalla sonda spaziale e dagli uomini. Siamo nel 1969
Un libro che vi porterà in molte storie  per liberarvi infine  nel suono e nella capacità di appartenere al destino di  tutti come A Love supreme di Coltrane. Il suono scritto.



lunedì 3 agosto 2015

Gli atti (im)puri della poesia- Poeti a duello


Gli atti poetici della serata

 Nel borgo storico di Cropani, “Citta’ del libro”, grazie alLa Masnada,  un collettivo nato nel 1999 con l’omonima rivista, si svolge, questa sera di agosto,  "Poeti a duello" una variante dello slam poety americano, che proprio dal gruppo  è stato  introdotto per la  prima volta  in Calabria nel 2004.
Appunti fatti da me, in veste di partecipante e già presidente di giuria, nonché vincitrice nel 2013 della competizione di cui scrivo.
Si è appena conclusa la serata con discorso di Raffaele Mercurio, presidente della Masnada.
 Dal prossimo anno si cambia, sta dicendo.
Infatti un altro anno il tredicesimo sarà.
Cambiare
Raccolgo i fogli e questo anno andò così.
Presidente di giuria Anna Pascuzzo, già vincitrice dell’anno scorso.
19 candidati, alcuni con poesia dialettale, altri con poesia erotica, altri ancora con poesia a strappo.
Tanti generi, dunque. Giuria popolare scelta da un  bambino, tirando a sorte da un sacchettino dei bigliettini con numeri. Furono estratta tutti i 40.
 41, 42, 43, 44, 46, 47, 48, ed infine 38.
Giuria popolare dove non sono permessi mamme,  fratelli, sorelle, nipoti e zii dei candidati.
Si inizia dopo aver sostituito mamma di un poeta che non partecipava, ma avrebbe potuto favorire altro poeta. Suppongo. Nella parentela allargata.
Si inizia e si termina con proclamazione del vincitore. A lui saranno donati i libri che sta portando Nunzio Belcaro, titolare della animante Libreria Ubik di Catanzaro Lido.
Dal 2016 giuria tecnica ci  sarà.

Mi perdonino le suore riparatrici che ospiteranno domani perfomance poetica del vincitore, Giuseppe Stillo, poeta delle emozioni,   ma  la Litweb  ha  già premiato e dato  targa mentale a   Daniele Natali da Caminia, poeta del risveglio.
Svegliamoci infatti dal sonno e dai sogni, dalle emozioni e dal bianco mattino, da una poesia stantia e soporifera. Triste e senza voglia di combattere. Daniele ci sta dicendo di svegliarci.
Lo diciamo in tanti che bisogna far della poesia una spada, a duello con una realtà sempre più carogna, e Daniele questo fa con la sua arte.
Nella serata che finisce porto con me i versi di Rosario  Cortese, forse dedicati proprio alla poesia: ”Ti ho uccisa”
Gli chiedo i versi  e lui, con atto poetico, strappa foglio dal suo quaderno a spirale e mi consegna l’unica copia. Mi ha affidato i suoi versi ed io mi sento depositaria e nello stesso tempo impegnata di trascriverli e di rimandarglieli, per non  perderli.
 La fiducia impegna. Sembra una poesia di gesti. Di atti. La poesia che vince, nello strappo del quotidiano che Subhaga Gaetano Failla fa ad inizio competizione.
La serata di ritorno si addolcisce in macchina con le canzoni di Mannarino scelte da Antonella, e ritmate da Salvatore, con la partecipazione mia e di Francesca alla sera del dì di festa.


sabato 1 agosto 2015

Arrivederci, amore, ciao


Il pezzo è del 2010, la notizia di cronaca è di oggi Giugno 2017.
Docente invita la sua ex e il fidanzato a cena e poi li massacra
Il delitto è stato portato a termine nell'appartamento dell’omicida a Mestre, che ha prima narcotizzato le vittime e poi le ha uccise



Arrivederci, amore, ciao
Agosto 2010


Avete visto il film “Arrivederci amore, ciao?” Nooo?
Dovete assolutamente vederlo -
Il protagonista – Alessio Boni – faccia d’angelo e anima cattiva viene inserito in un programma di riabilitazione dopo aver commesso una serie di misfatti. Alla fine sarà riabilitato, perché riuscirà a compiere il misfatto più grave restando impunito per sempre.
Una ragazza timida, carina, semplice e retta s’innamora di lui, si fida e si sposa. Poi durante la vita matrimoniale lei si accorge di aver sposato un killer e lo lascia. Non lo avrebbe però mai tradito, mai denunciato.
Ma lui non può e non vuole lasciarla viva. – Ognun del proprio cuore altrui misura. La convince, dopo qualche tempo a salire in macchina, la convince a salire a casa e da lì lei scenderà solo morta. Le ammannirà un pranzetto, con fare suadente, lei rifiuta, poi accetta, ma il cibo è drogato, e lei drogata, sedata, annullata, sarà mostrata alle amiche e queste convinte che sia ammalata. – E’ ammalata povera cara, di depressione, di ansia, non vuole più vivere - Lei si accorge di tutto, ma viene privata dall'energia per salvarsi. Muore. Lui va al funerale – Addolorato – Bastardo – Avrà anche i complimenti per come l’ha assistita durante la malattia! La riabilitazione è completa. Tradire la fiducia di chi ti ama è la prima regola da imparare nel nostro vivere quotidiano.Tradire sarà ricompensato dall'ordine costituito Il film dovrebbe essere trasmesso nelle scuole, nei locali pubblici, perché gente come il protagonista abbiano poco spazio, siano riconoscibili e neutralizzabili. 
Ippolita Luzzo