Massimo Sannelli e Maurizio Carnevali
XXX APRILE
Ricevo in mail poesie e diario di Massimo Sannelli e nello
stesso giorno sono invitata alla mostra di Alberto Badolato e Maurizio
Carnevali nel giardino dell’ Altrove a Lamezia.
Appesi alla pietra viva con fili di acciaio i grandi quadri
dei due artisti sono emanazione della pietra stessa. Ne parlerò in un altro mio post, ora voglio
lanciarvi le immagini che si rincorrono nella mia testa e giocano quasi: Il
fauno di Maurizio ed il fauno di Sannelli, poeta ed attore, due grandi
sensibilità insieme.
Massimo Sannelli, nato ad Albenga, vive a Genova. Maurizio Carnevali conosce luoghi e storie di Genova, lui che ha dipinto le canzoni di De Andrè. Dipingerà le poesie di Massimo?
Poesie di Sannelli con dipinti di Maurizio
“se ride il fauno, il fauno si diverte
da sé; e come gioca? coi corpi gioca, con
gli animaletti morti, con le teste
di plastica trovate ed una donna,
viva e vera”
“Il fauno è all'ospedale: tra i malati è opaco
e senza film, è qui chi cammina.
in questo spazio pelo e peso, uso
di mano ma la preda vive ancora
e questo non è cibo, non è cibo. e il nido vano
è della bestia e ha dieci dita in terra
nei giardini di plastica e ora è mimo,
il mimo umano in via Madre di Dio.”
Alcuni versi di Sannelli che possiamo leggere nel seguente
sito https://lottadiclassico.files.wordpress.com/2015/06/xxx-aprile.pdf
Intanto io con questi
versi in testa giungo al giardino. Un pittore, Maurizio, che ama i colori, il rosso, soprattutto.
Maurizio aveva preparato le sue tele sul fauno e su Pan per
una mostra tenuta a Roma: Pan, amore e violenza. Guardo.
Il fauno, creatura dei boschi, uomo con piede di capra, che
venne poi identificato con Pan
Ed io con in mente un mio antico pezzo La cicala ed il satiro-5
settembre 2011
Cantava tutta l’estate, sui tigli fioriti la cicala cantava,
cantava: che bello, che bello, il sole, le stelle, la vita, il calore.
Suonava per boschi,
per valli incantati, suonava felice il
satiro Pan.
La cicala cantava dalla coda, si nutriva di rugiada, si
perdeva nei suoi suoni.
Cantava una sola estate. Poi moriva.
Pan, il tutto, pas, pasa pan, ricordi? il molteplice, il
duplice, era uomo e donna.
Unione di desiderio-uomo-ed incanto-donna.
Suonava, suonava e bloccava le ninfe, trasformandole in
oggetti inanimati, perché il tutto dissolve l’individualità.
Era il diabolico, perché poi divide e separa. Umano
bestiale.
La parte inferiore nella materia, quella superiore luminosa.
Pan, una sessualità solitaria, due falli.
Le ninfe diventavano altro
e nelle valli incantate della
nuova tecnologia ripetevano smarrite le ninfe della mitologia.
La cicala cantava e guardava, cececè, cececè, cantava cantava
Settembre è già qui
Massimo Sannelli, poeta e attore: gloria al molto rosso, che copre/ gli occhi. gloria toglie il silenzio:/ piegato, una volta, in spine, poi luce/ vera. Non brutta luce, ancora;/ invasione.
Da L'Aria poesie di Massimo Sannelli