Ieri Be Cause Art Space ha
inaugurato la mostra di Diegokoi
unica in tutta Italia, poi
l’artista esporrà a New York, in Messico e nel Principato di Monaco… nel regno
della litweb espone da anni!
Non potevo non esserci
In anticipo sull’apertura mi
aggiro fra i disegni, assaporandomeli.
- Durante la serata di inaugurazione il 30 novembre eseguirò un action painting di un'opera inedita!- dice Diego.
- Durante la serata di inaugurazione il 30 novembre eseguirò un action painting di un'opera inedita!- dice Diego.
Guardo alcuni dei suoi quadri
avvolti da acqua che scivola, da impalpabile nebbia, da trasparente cellophane
e ricordo Il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, altra opera suggestiva,
uguale, quasi che la pietosa copertura renda ancor più nude ed esposte
le povere membra.
Un
chirurgo tra noi... Bisturi, prego.
Attendo pazientemente che Diego inizi un suo intervento con matita e gomma. Aspetto ora accucciata vicino la scatola di Graphite by Caran d'Ache, custode del segreto di un'arte che prende vita. La sedia e il cavalletto sono pronti. Il cartalegno aspetta la sua mano. Iperrealista è stata chiamata la sua arte. I suoi disegni viventi e inquietanti, sereni e domandanti, sono oltre. Sbandano dalle strade usuali, e trovano nuovo offrire di una realtà banale se non trasfigurata dall'arte. Grazie d'esistere, scriverei, se non mi rendessi conto di ricordare una canzone. Una bella canzone. Quello che mi piace di tutto questo, della vita che ci sorprende, è il sorriso stupefatto di Diego, il suo essere semplice, sempre incommensurabile ma umile, tra noi, lo sguardo leggero e deliziato come se in lui abitasse un visitatore dei luoghi dell'immaginazione che riproduce con abilità le sfumature dei visi.
Sotto il ragno una scritta: Tanto nessuno mi accetterà.
Così il titolo dell'opera. Forse si riferisce al ragno, un ragno terribile, non come i ragni grandi e materni di Louise Bourgeois. -Noi che veniamo dal surrealismo noi che andiamo oltre la percezione del piatto e banale, noi capiamo con la fotografia una realtà che parla urlante il particolare che svolge, noi non viviamo sul sentiero tracciato.- Potrebbero dire entrambi e io insieme a loro.
Questo è un lavoro fatto solo con matita e gomma, un lavoro di sfumature, a settori, mi dice una donna, accanto a me, a pezzetti, poi da quei pezzetti uscirà il viso intero come se sorgesse dalla tela. Sorge un quadro e chi lo sorge sei tu.
Attendo pazientemente che Diego inizi un suo intervento con matita e gomma. Aspetto ora accucciata vicino la scatola di Graphite by Caran d'Ache, custode del segreto di un'arte che prende vita. La sedia e il cavalletto sono pronti. Il cartalegno aspetta la sua mano. Iperrealista è stata chiamata la sua arte. I suoi disegni viventi e inquietanti, sereni e domandanti, sono oltre. Sbandano dalle strade usuali, e trovano nuovo offrire di una realtà banale se non trasfigurata dall'arte. Grazie d'esistere, scriverei, se non mi rendessi conto di ricordare una canzone. Una bella canzone. Quello che mi piace di tutto questo, della vita che ci sorprende, è il sorriso stupefatto di Diego, il suo essere semplice, sempre incommensurabile ma umile, tra noi, lo sguardo leggero e deliziato come se in lui abitasse un visitatore dei luoghi dell'immaginazione che riproduce con abilità le sfumature dei visi.
Sotto il ragno una scritta: Tanto nessuno mi accetterà.
Così il titolo dell'opera. Forse si riferisce al ragno, un ragno terribile, non come i ragni grandi e materni di Louise Bourgeois. -Noi che veniamo dal surrealismo noi che andiamo oltre la percezione del piatto e banale, noi capiamo con la fotografia una realtà che parla urlante il particolare che svolge, noi non viviamo sul sentiero tracciato.- Potrebbero dire entrambi e io insieme a loro.
Questo è un lavoro fatto solo con matita e gomma, un lavoro di sfumature, a settori, mi dice una donna, accanto a me, a pezzetti, poi da quei pezzetti uscirà il viso intero come se sorgesse dalla tela. Sorge un quadro e chi lo sorge sei tu.
Sgravo,
alleggerisco, libero, allevio- mi dici dal quadro- ed ogni mattina, guardandoti io
alleggerisco, libero e allevio, Sgravo i miei pensieri
consegnandoli all’arte che ci fa volare.
Grazie
al genio universale che ogni tanto scende a visitare l’umanità…che si occupa di
altro.