Il termovalorizzatore di
Lamezia Terme
modesta proposta per prevenire il colera...
Da tempo ormai è in uso un
efficace modo di smaltire pneumatici, gentilmente offerti dai gommisti, presso il termovalorizzatore
nostrano.
Moltissimi anni fecondi hanno
incenerito il nostro cielo di grigio, creando benessere e incrementando popolazione
di nomadi pronti e solleciti al fuoco.
La pira arde senza possibilità
di incorrere in divieti e regole, sanzioni e chiusure.
Quindi oggidì visto che
abbiamo una emergenza sanitaria, visto che il puzzo tracima nelle case, perché
non dare ai nostri beneamati popoli, senza fissa dimora, il compito di ardere
la spazzatura al cielo azzurro della nostra piana verdeggiante?
Sarebbe una scommessa vinta,
un atto di coraggio, una vera ventata di aria pura, una vittoria etnica e
trasversale, con voti distribuiti a pioggia sull’asciutto e sul bagnato.
Tanti anni fa, quando io, incosciente, mi
accorsi del fumo nero, saranno almeno 15 anni fa, telefonai ai pompieri, vigli
del fuoco, e li pregai di intervenire.
Per tutta risposta ebbi che
loro si sarebbero mossi solo se scortati dalla polizia, perché avevano appena
ritirato il loro mezzo dalla carrozzeria e non volevano rischiare di rimanere
sotto una grandinata di sassate.
Interpellai la polizia che mi
rimandò ai carabinieri o viceversa, poi mi consigliarono di fare denuncia alla
magistratura, in quel caso, loro, con una ordinanza del giudice avrebbero
accompagnato i vigili del fuoco.
Così mi avviai a fare
denuncia, l’impiegato mi mostrò quante altre denunce giacessero su quel tavolo
con lo stesso argomento e rincuorante mi incoraggiò a scrivere la mia.
Ma io, ormai sfiduciata,
andai via.
Ora però quello che era un
tormento potrebbe essere la salvezza, affidare al nostro campo il compito di ardere
la spazzatura sarebbe un balsamo e una operazione che potrebbero fare solo i
nostri zingari, senza regole, senza controlli, senza ispezioni.
Ippolita Luzzo
Ippolita Luzzo