Nell’anno mille e tredici in Italia
Nell’anno duemila e tredici in Europa
Il Sacro Romano Impero
Uguale uguale
Quando immaginiamo le albe degli anni mille e tredici, con i
testi storici in mano,
Nulla di nuovo sotto il sole.
Franco Cardini, storico del medioevo, vi direbbe:-Facciamo una bella Crociata… alla
rovescia-
Invertiamo e decrementiamo la popolazione.
Gli storici sanno che corsi e ricorsi avvengono nel
tumultuoso mondo degli umani.
Una bella guerra, una bella pestilenza e una scoperta meravigliosa di altri mondi faranno ripartire l’economia, l’entusiasmo, la fede.
Nel mille e tredici in Italia c’era l’emirato di Sicilia, l’impero
bizantino, lo Stato Pontificio, il marchesato di Toscana, il regno di Lombardia
E in Europa Enrico II era a capo del Sacro Romano Impero e a
Pavia cinse la corona di re d’Italia
Bene bene
La Germania detta legge, oggi come allora.
Oggi come allora, pellegrini assaltati in strade insicure,
turbe di popoli si muovono, vagano e premono ai confini, dal mare, dai monti…
Invadono l’occidente, si stanziano in fatiscenti cunicoli,
catapecchie, casolari, castellotti in rovina
Occupano campagne, stendono tende, alimentano commerci,
stringono alleanze, ci guardano
Noi abitanti indigeni di questa nazione, imbelli, incapaci,
impotenti
Facciamo finta che siamo nel duemila e tredici
Facciamo finta che siamo noi ad avere in mano il volano
della storia
E guidiamo felici per strade sconnesse, disselciate,
fangose,
incuranti di buche, di trappole disseminate come allora
Siamo sempre agli albori di un nuovo millennio
Nel medioevo prossimo venturo