martedì 26 novembre 2024

Agli albori della chat

 Agli albori del mio affacciarmi e ritrarmi da Facebook avevo tre contatti. Uno di questi era una collega di matematica. Una donna fra i quaranta e i cinquanta non sposata, non fidanzata, niente figli, molto benestante. Casa autonoma accanto ai suoi genitori. Buonissime relazioni nei club alti del Rotary Lions Kiwanis e similari. Eppure quella sera mi chiamò in chat. Erano le mie prime chat e credevo ancora ora come allora che io stessi parlando con lei come se le parlassi a scuola. Non ho Mai capito la trasformazione che avviene in chat e passo il tempo a spiegare il fenomeno dottor Jekill mister Hide. Lei mi scrisse che tutti le volevano male che tutti la spiavano che lei odiava tutti per questo. Mi impelagai in quella tragedia credendola vera e la rassicurai, per come potei, che quel suo sentire era frutto della sua immaginazione. Scrivemmo e scrivemmo. Lei mi ringraziò ad un certo punto e nella vita reale smise di parlarmi. Dopo tanti anni capitammo insieme ad una cena sociale fuori città. Io ero andata col pulmann degli studenti e all’arrivo cercai il tavolo dove sedermi. Lei era seduta con altre tre sue colleghe e benché l’abbia salutata chiedendo dove dovessi sedermi lei fece finta di nulla e riprese a conversare. Mi misi a girovagare nella grande sala pentendomi mille volte di aver aderito e pagato il biglietto per la cena di beneficenza e fui salvata da una donna splendida che mi volle al suo tavolo con i figli e i compagni dei figli divertendomi molto.

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