lunedì 4 novembre 2024

Aspettiamo senza avere paura domani



Finisce con l’augurio di Caro amico ti scrivo “e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,

saranno forse i troppo furbi

e i cretini di ogni età” lo spettacolo “Aspettiamo senza avere paura domani” con Sasà Calabrese, Dario De Luca e Daniele Moraca al Teatro Grandinetti per la rassegna Vacantiandu 2024 /2025.


Una lunga storia di canzoni stupende, cantate magnificamente da professionisti bravissimi con un filo conduttore che inizia dalle prime prove di Lucio Dalla con il clarinetto suonato in modo ritmico e poi a sostituire Pupi Avati in una grande band e a far parte dei Flippers storico gruppo di persone che saranno grandi della musica.


A Lamezia l’omaggio a Lucio Dalla con lo spettacolo “Aspettiamo senza avere paura domani”

Spinto da Gino Paoli va al Cantagiro e il suo esordio è traumatico. Durante le varie esibizioni, nelle quali presenta la canzone “Lei (non è per me)”, ogni sera raccattava una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio però tenne duro e va a Sanremo, prima con “Paff bum” e poi con “Bisogna saper perdere”. Cantandola proprio su come bisogna reggere l’umiliazione di non essere compresi, cantando come non bisogna darla vinta a chi vorrebbe tarpare le ali.

 Quello stesso anno a Sanremo la morte di Tenco che non regge all’umiliazione della mediocrità, e Lucio Dalla suo amico gli scrive “È vietato morire per una umiliazione Ma chissà se lo sai Forse tu non lo sai. L’umiliazione che gente infima e mediocre perpetua sugli spiriti sensibili con la prepotenza e l’arroganza resta sempre un atto che bisogna saper guardare da lontano. E guardare lontano”. 

Chissà chissà futura E il dolore ci cambierà e l’amore ci salverà. Ma più che l’amore ci cambierà A modo mio quel che ho fatto l’ho voluto io di Piazza grande intonata da tutti nell’affermare la dignità di tutte le persone senza dimora, senza titoli, ma con una piazza grande oltre le strettoie dell’avere o non avere un potere.

 Nel canto corale di Piazza Grande termina la prima parte e si riprende con un Lucio ormai una star da concerti affollatissimi, con Lucio a Berlino, con Lucio contro la guerra, anch’essa una insensatezza inflitta ai popoli da gente miserevole che usa il potere per infliggere l’umiliazione, la distruzione, la tortura.

 Se lui fosse un angelo direbbe a Dio di non perdonare i potenti,     “Se io fossi un angelo

Con lo sguardo biblico li fisserei

Vi do’ due ore, due ore al massimo

Poi sulla testa vi piscerei”

 ecco il gioco ironico dell’arte che permette sempre di trovare il varco per uscire verso la felicità. Ah felicità!

Avevo già visto questo spettacolo. L’ho trovato forse meno teatrale e più cantato, rispetto a come lo ricordavo, meno scanzonato come se avesse perso quella giocosità e quel riderci su che ho ritrovato solo un po’ verso la fine, però magari era l’atmosfera del teatro a far indossare ai tre bravissimi interpreti un abito “istituzionale”. Nella felicità che nella notte di fretta passa e va, canticchiando anche noi andiamo via dal teatro della città. 

Ippolita Luzzo 

domenica 3 novembre 2024

3 novembre 2021 La lettura è uno spazio aperto


 A chi mi dice che ho solo contatti rispondo con la stima di chi mi stima e con le mie parole sull’agenda insieme a voi. 

“La lettura è uno spazio aperto. Nello spazio aperto gli occhi vedono, l’immaginazione crea, un dialogo può nascere fra le parole scritte e le immagini create. La lettura è uno spazio aperto, non facciamolo diventare spazio chiuso.” 

Ippolita Luzzo su Agenda Perrone Edizione. 

venerdì 1 novembre 2024

1 novembre 2015 /2 novembre 2024


Morto da molti anni il fratello di papà che andava ogni giorno a trovarli, si sedeva accanto al camino e diceva: Chiovi, e chiovi chiovi, quando chiovi un sicca nente.- Piove, e piove piove, quando piove non secca nulla. 

Morto da anni il fratello di mamma che ogni tanto andava a raccontare sue stralunate avventure da bevitore e suonatore di mandolino.

Morto da troppi anni mio nonno unica intelligenza ironica che io mi porto appresso e morta la nonna con le sue favole

ora andare a casa dei miei cari ogni giorno solo per riscrivere i proverbi di mio padre e le umiliazioni di mia madre, le difficoltà di un fratello e il mortorio di fondo che sussurra 

Ciò scrivevo allora e stamani al 2 novembre 2024 mi ritrovo sui tasti del perduto stare senza nessuno più in quella casa. 

Anche i mobili presero i tarli, e giacciono sotto teli trasparenti in attesa di guarire.

Un 2 novembre di passaggio su questa terra soleggiata e strana, su questa terra che ci sopporta da vivi e da morti senza eternità.

Restano però i tasti per scriverne ancora di passaggi e di paesaggi, di fiori e lumini, di lampade votive. 

Ippolita Luzzo