giovedì 15 dicembre 2022

Sara Maria Serafini Rigenerazione K035 Divergenze


A Belgioioso ci sta un castello dove io non sono ancora stata ma mi auguro sia possibile un giorno. 
Belgioioso è la sede della casa editrice Divergenze, una casa editrice che cura i libri con veste sartoriale di alta moda.
Diverse le collane della casa editrice: Le Scie, Il Simposio, I fuoriserie, Le Ciliegie, ed (ec)citazioni, collana di alta moda del pensiero.  
Questo libro fa parte della collana (ec)citazioni ed è già un gioiello, realizzato con materiali pregiati, ed addirittura cucito a filo di refe in finissimi ottavi, da una legatoria etrusca separata dalla tipografia. 
Sono stupita. 
Più la grande distribuzione del libro e la produzione del libro vanno verso prodotti simili e da mandare al macero velocemente maggiore è la sfida delle piccole case editrici a produrre libri curatissimi. 
Mi ricorda la stessa cura un libro che mi piace citare qui di Domenico Conoscenti, "Intimo Paradiso" un'altra opera d'arte. Quindi libri unici. 
D'altronde la Casa editrice Divergenze è presente nelle menzioni di merito dell'Osservatorio sulla qualità dell'editoria che certifica dal 1989 l'impegno dei bravissimi. 
La collana (ec)citazioni è inaugurata da Antonina Nocera con Metafisica del sottosuolo, ora alla quarta ristampa, un saggio nel "sottosuolo" di Dostoevskij e Sciascia, per trovare punti di incontro, e divergenze: da una parte Il contesto (1971) e dall'altra I fratelli Karamazov
Ultima in ordine di uscita ora Sara Maria Serafini con Rigenerazione K035 con un racconto distopico, anche se di distopico è rimasto ben poco perché la realtà si incarica sempre di raggiungere e superare qualsiasi più orrenda visione profetica.
"In uno Stato che ha per obiettivo l'incapacità sociale di fallire, Lia si macchia di un delitto senza ragione. La sua memoria sarà ripulita e inserita in una trama di simulazioni in cui il suo alter ego, Amalia, non dovrà cadere di nuovo in errore."
Questo è scritto sulla quarta di copertina e guardo quel treno, nel quadrante di un orologio che segna un tempo del non luogo, un tempo senza luogo e senza spazio. 
A Campara ci spostiamo ma poi siamo da Platone, nella ultima lettera a lui attribuita, in cui anche lui, smarrito dagli avvenimenti politici, teorizza che solo i filosofi dovrebbero regnare. 
Leggendo La Repubblica lui espone come dovrebbe essere uno stato ideale, ricordo tutto e pure le assurdità, perché la teoria a volte non tiene conto che la perfezione non esiste e non si può realizzare essendo noi uomini imperfetti dalla nascita e dotati di pulsioni e sentimenti irrazionali. 
"Il sogno del Legislatore diviene lo stesso del dottore pazzo" scrive infatti anche Sara. e così leggo nella interessante introduzione di Erika Cancellu. 
Nel racconto vi è un gioco di specchi, a Campara, il 24 dicembre 2006 Lia ha 35 anni, "a Campara il cielo è pulito come la coscienza di un neonato." scrive Sara. 
Campara si trova a 612 metri dal livello del mare, ed ogni volta che nasce un paese inventato ha tutta la precisione del luogo, del tempo e dello spazio in cui si trova. 
Lia dunque abita a Campara, cammina e riconosce la Panda di Fabio come potrebbe incontrare la mia Panda, solo il colore differisce, la mia è viola, quella di Fabio è una Panda 4x4 verde oliva. Lei sale in macchina e ascoltano Karma Police da CD masterizzati di Fabio. 
Darko, Francesco, Raffaele Lia, Fabio, aspettano un treno, quel treno che campeggia nella quarta di copertina.
Mi metto a leggere ora l'Agenda 2100, un programma di richiami, mi ricordo un altro racconto di punizioni per ottenere una società perfetta, è il libro di Elena Giorgiana Mirabelli Maizo, su tre adolescenti e continuo a leggere con in testa tanti riferimenti. 
Il soggetto preso in esame qui ha 35 anni, una laurea in Architettura presso la Sapienza di Roma, con votazione finale 103/110 uguale al mio voto di laurea!
Fino all'età di diciotto anni Lia vive a Campara e poi a Roma e insomma leggerete il libro e vedrete che le vite, le nostre vite, se diventano una somma di malattie, interventi chirurgici, titoli di studi, e altre notizie qui e lì, in effetti sono assurde schede ma non servono a certificare il fatto, il fatto inspiegabile di un evento terribile.
Senza Movente. 
Il racconto mi ricorda il film Arancia Meccanica, senza movente la violenza, supponente invece l'opera rieducativa che a me fece più impressione della violenza stessa. 
Ivano Porpora, nella postfazione, si chiede chi siano le due protagoniste, Amalia e Lia, vissute a distanza di cento anni, ed eppure segnate da un destino che l'Agenda 2100 vorrebbe incanalare. raddrizzare, perfezionare. Ivano risale anche ai Vangeli per dire qualcosa sulla serietà e sulla leggerezza, in un momento storico che ci richiede attenzione e sacralità 
Leggendo faccio salti temporali e leggendo ho sensazioni di déjà-vu leggendo ritorno a Platone, al suo inutile sognare di poter aggiustare le cose di Atene con la filosofia, le cose degli uomini con la filosofia, le cose che ci accadono e chi noi siamo con la filosofia. 
Il racconto di Sara Maria Serafini scritto con bravura e competenza conferma le doti di una scrittrice sempre più rivolta ad analizzare le pieghe dell'animo umano, i contorni e gli spazi, l'architettura del nostro abitativo in un contesto politico di redenzione e punizione, di male e bene, eterna duplicità della storia
Un plauso all'autrice e un plauso immenso a Divergenze e a Fabio Ivan Pigola editore nel Regno della Litweb 
Ippolita Luzzo
     
𝗦𝗮𝗿𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗦𝗲𝗿𝗮𝗳𝗶𝗻𝗶 è laureata in Ingegneria, PhD in Urbanistica, insegna ed è direttore di RISME rivista e servizi editoriali. Suoi racconti sono usciti su diverse riviste (Carie, Crack, L’Irrequieto, Narrandom) e in antologie (due delle quali edite da La Stampa e Giunti Scuola). Ha pubblicato i romanzi 𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘥𝘰𝘯𝘯𝘢 (2019) e 𝘓’𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘪 (2021) per Morellini Editore. Il racconto lungo selezionato è uscito da poco col titolo 𝘙𝘪𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘒035 per Divergenze.

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