Vedo che molte scrittrici, versatili in ogni campo, giornalistico e di creazione eventi, posseggono una agenda di citazioni importanti, frasi di autori importanti, con cui imbellettano il loro sublime dire.
Li ascoltiamo tutti ammirati, e parlo al femminile perché il fenomeno fra gli uomini é più circoscritto.
Sono le donne, infatti, "ancillae" dell'altrui pensiero a raccogliere e regalarci a mitraglietta citazioni e citazioni nel loro splendido dire. Vorremmo tante sapere a volte se abbiano anche loro un pensiero e leggiamo i loro testi, i loro ben accolti romanzi dappertutto. Romanzi.
Leggiamo dunque e restiamo sconfortati dalle banalità che vi troviamo.
"Il pensa positivo che sono vivo, la bellezza che salverà il mondo, il ritorno nella terra natia e la resilienza al Sud dove tutte le cose si risolvono con la loro volontà", con la volontà degli autori.
Siamo annichilite ma poi vediamo che simili baggianate vengono scelti come libri di testo, simili banalità vengono presentati in fior di rassegne letterarie e "similia similibus" ci domandiamo quale direttivo di lettori, quale circolo letterario, abbia scelto e letto quei testi.
Piuttosto suppongo che codesti circoli non scelgano il testo ma il potere che ha l'autore di imporre il testo, le amicizie e gli eventuali scambi di partecipazioni in altre rassegne che l'autore può offrire.
Questo Racconterò a Dario nella intervista che a me farà per il New York Times
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