Abituati ai film, alle fiction, ai videogame, ai giochi sul computer, prendiamo per vero ciò che vediamo sullo schermo e applichiamo alla realtà la stessa onnipotenza dell'uomo attore, del robot che muoviamo con un click, con una freccia, destra sinistra e olé.
Tutto facile, tutto semplice.
Abituati ad un pensiero semplice e privo di connessioni conosciamo, pensiamo di conoscere, il sì o il no, il buono o cattivo, e con la stessa caparbietà esaltiamo e condanniamo fenomeni e istituzioni, confondendo Stato con stato, soccorritori con volontari, e donando subito la patente di superman oppure di inadatti e incapaci a chiunque non soddisfi il nostro immaginario di super potenza.
Abituati a vederci come i dominatori del mondo e non come canne al vento...
Sempre attuali sono le riflessioni di chi invita a ripensare sul ruolo dell'uomo nella natura, sulla natura potente che tutto involve, come il tempo, sul nostro essere niente.
Riflessioni già fatte al tempo dell'Illuminismo, riflessioni da fare sempre, anche ora che siamo sempre più in balia di un immaginario di superpotenza e poi basta una valanga, un pugno di neve e siamo sepolti.
Basta una scossa, un fremito e siamo già ignudi, senza tetto, senza luce. Basta un mare in tempesta e giù dai barconi cadono i corpi, annegati.
Un niente della natura può lasciarci inermi, scriveva Leopardi, a chi si inorgogliva dei progressi del secolo. Un niente. Siamo quindi sempre in balia degli eventi, siamo sempre ospiti su questa terra, e se lo ricorderemo saremo più attenti. Almeno ce lo auguriamo
Da Leopardi.
La Ginestra
Dipinte in queste rive
son dell’umana gente
le magnifiche sorti e progressive. (cit. daTerenzio Mamiani, cugino di Leopardi)
Qui mira e qui ti specchia,
secol superbo e sciocco,
che il calle insino allora
dal risorto pensier segnato innanti
abbandonasti, e vòlti addietro i passi,
del ritornar ti vanti,
e procedere il chiami.
In fotografia Rigopiano sotto la valanga
Tutto facile, tutto semplice.
Abituati ad un pensiero semplice e privo di connessioni conosciamo, pensiamo di conoscere, il sì o il no, il buono o cattivo, e con la stessa caparbietà esaltiamo e condanniamo fenomeni e istituzioni, confondendo Stato con stato, soccorritori con volontari, e donando subito la patente di superman oppure di inadatti e incapaci a chiunque non soddisfi il nostro immaginario di super potenza.
Abituati a vederci come i dominatori del mondo e non come canne al vento...
Sempre attuali sono le riflessioni di chi invita a ripensare sul ruolo dell'uomo nella natura, sulla natura potente che tutto involve, come il tempo, sul nostro essere niente.
Riflessioni già fatte al tempo dell'Illuminismo, riflessioni da fare sempre, anche ora che siamo sempre più in balia di un immaginario di superpotenza e poi basta una valanga, un pugno di neve e siamo sepolti.
Basta una scossa, un fremito e siamo già ignudi, senza tetto, senza luce. Basta un mare in tempesta e giù dai barconi cadono i corpi, annegati.
Un niente della natura può lasciarci inermi, scriveva Leopardi, a chi si inorgogliva dei progressi del secolo. Un niente. Siamo quindi sempre in balia degli eventi, siamo sempre ospiti su questa terra, e se lo ricorderemo saremo più attenti. Almeno ce lo auguriamo
Da Leopardi.
La Ginestra
Dipinte in queste rive
son dell’umana gente
le magnifiche sorti e progressive. (cit. daTerenzio Mamiani, cugino di Leopardi)
Qui mira e qui ti specchia,
secol superbo e sciocco,
che il calle insino allora
dal risorto pensier segnato innanti
abbandonasti, e vòlti addietro i passi,
del ritornar ti vanti,
e procedere il chiami.
In fotografia Rigopiano sotto la valanga
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