Lorena Martufi, la complice.
Lorenzo Arruga, nella prefazione al libro, ci invita a cercare i complici, degli autori e degli artisti del melodramma, che hanno sentito il desiderio e il dovere quasi di farsi tramite fra loro e i lettori, per raccontare il teatro d'opera.
Lorena Martufi, collaboratrice nel corso "Storia del teatro musicale" tenuto dal giornalista, critico e musicologo Lorenzo Arruga, è dunque una complice, si fa tramite fra noi e la musica, affinché anche noi, senza conoscere le note, possiamo camminarci dentro: sono queste parole sue," il camminare dentro la musica".
Libro di esordio, ad esso Lorena regala il suo entusiasmo verso il teatro d'opera e verso chi ha scritto di teatro. Un teatro che racconta.
Lorena raccoglie le parole di Giorgio Strehler "Per un teatro umano", di Roland Barthes " Il piacere del testo" e via via di tanti altri autori da lei studiati e amati, oppure possiamo scrivere, da lei amati e studiati.
Nel folle volo la parola dei giornalisti, che si occupano di teatro d'opera, dovrebbe avere quel segno, quasi un testimone, che passi fra autore e spettatore la creatività, l'entusiasmo, la verità della pazzia.
Un segno che rispetti il vero, che dia comprensione del testo, che venga consegnato e nelle consegne lasci viva l'elettricità dello scambio, delle note.
Lorena parla di energia; crea chi sprigiona energia, possiede quel soffio magico, lo stile riconoscibile.
Cosa ha significato per me leggere Lorena? Cosa ha significato incontrarla alla uscita di Primavera dei Teatri nello spazio del Protoconvento Francescano? Felicità e insieme il folle volo della parola dal testo scritto di un virtuale, dove ci siamo incuriosite, al luogo fisico di uno libro in mano, e l'istantanea è lei che fruga nello zaino, con la difficoltà della ricerca con una mano sola perché con l'altra sorregge il suo dolcissimo bimbo.
Un folle volo dunque in un momento di elettricità, nel dono che illuminava quegli studi amati da entrambe con la stessa passione. Studi diversi. Eppure con un senso. " senza la creazione continua di senso l'umanità non sarebbe più umana" scrive Barthes e in quell'incontro di due persone fisiche ci siamo interrogate, con Barthes, non sul " che cosa vuol dire" ma "cosa mi fa dire" e potremmo dire di avere davvero ascoltato e potremmo pensare il sentire. L'ascolto musicale sollecita la mente a retrocedere verso il corpo in una dimensione primitiva. Questa percezione esprimerà quello che non possiamo ancora dire. Sarà il segno di un linguaggio che verrà.
Come l'ascolto musicale così l'ascolto interumano.
Felice, dai miei incontri affettuosi, porto a casa album di famiglia. Nella famiglia ideale dove abito Il folle volo della parola per la musica di Lorena Martufi. Una famiglia bellissima esiste.
Se non puoi vivere nel mondo che desideri puoi crearlo con l'immaginazione, puoi "raccontare tante storie di altri ad altri, o racconto storie mie a me stesso e agli altri. Riuscire a raccontare senza raccontare troppo le nostre storie." Dal teatro umano a noi, con Strehler e con Lorena. Con Il folle volo della parola per la musica. In mongolfiera.
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