domenica 7 dicembre 2025

Domenico Conoscenti Manomissione

 


“…Tutte le reti private e pubbliche, nei televisori accesi in ogni italica dimora, per le strade già fornite di schermi o altoparlanti, nelle sale d’attesa di stazioni e aeroporti proclamano e ribadiscono di giorno e di notte le stesse verità, oscurandone quindi altre… Non c’è altra realtà che non sia catodica e massmediatica. Ho conosciuto da ragazzino il senso struggente di esclusione e la conseguente invidia per quelli che erano “dentro” dalla nascita, così, senza nessun merito, senza alcuno sforzo… la stessa struggente invidia riaffiora adesso per quanti vivono in sintonia con questa età dell’oro, ipocriti guardoni, miei simili, a me avversi.” 

Ho trascritto un passo del libro Manomissione di Domenico Conoscenti affinché si senta tutto il senso della claustrofobica realtà in cui ci troviamo in una città immaginaria dove il professore Leonardo Lascari trova nel suo letto il cadavere sgozzato del poliziotto Pomara da qualche tempo sospeso dalla Polizia per aver massacrato di botte i partecipanti a un raduno gay. 

Il libro diventa ben presto da poliziesco storico e politico e intreccia situazioni di emergenza e pericolo individuale con una vicina aderenza ai nostri giorni. 

L’umorismo dell’autore attenua a volte l’irritazione, la penna vola leggera anche su particolari scabrosi e ci troviamo a sorridere quando dovremmo quasi impaurirci.

 Credo sia un merito di Domenico Conoscenti farci riflettere e nello stesso tempo divertirci con una narrazione sorretta da un ritmo amato e cantato quasi fossimo ancora a cantare tutte le canzoni citate da Vecchia piccola borghesia a Una storia sbagliata. Non poteva certo mancare La canzone del maggio nella prima versione italiana, non potevano mancare i Manu Chao e Napoli Centrale.

 C’è molto altro, il linguaggio, i termini aderenti al soggetto scelto, il rapporto padre figlio e professore alunno, il diverso ma uguale nel vivere rapporti amorosi sempre indecifrabili. C’è su tutto la dittatura che incombe come un plumbeo cielo nero sulle teste di ogni individuo ed è questa la Manomissione.

Manomissione di Domenico Conoscenti pubblicato da Il ramo e la foglia sta nel Regno della Litweb

Ippolita Luzzo 

giovedì 4 dicembre 2025

Discorso del Regno


Da alcuni anni non faccio il discorso di fine anno e ora invece improvvisamente mi viene da dirvi una frase che riporto dalla mia infanzia: Si tutti l’agialli canuscessiru u granu, granu un di ristera. Significa che se tutti gli uccelli conoscessero il grano, grano non ne resterebbe. Questo per dire che la conoscenza è patrimonio di pochi, pochissimi. Tutti gli altri si fanno infinocchiare da nutrizionisti improbabili, da influencer e supposte scrittrici che vi fanno il firma copie in fila per sei col resto di due, vendendo non il contenuto ma il contenitore in un delirio collettivo di ipnosi.

 Ne sono sconcertata e credo che nessun discorso possa più far rinsavire la plebe festante di essere plebe. Credo siano rimasti pochissimi gli uccelli a conoscere il grano, pochissimi.

 E nel continuare mi sono accorta che già nel dicembre del 2022 non ho scritto il discorso del regno che ogni anno da dieci anni inviavo agli abitanti del Regno della Litweb. 

In concomitanza con il discorso della regina Elisabetta, che ci manca moltissimo, il discorso del Regno della Litweb ha di volta in volta spronato il popolo alla resistenza, alla luminosità, alla dignità. Valori ormai desueti e scomparsi. Discorsi che furono ormai.

A proposito di proverbi e di modi di dire c'è quello per cui se tu fai un castello nessuno se ne accorge, se invece un altro fa una scoreggia tutti ad applaudire quel suono e quel profumo sopraffino. Devo trovare quel proverbio in dialetto calabro.   

Intanto nella felicità del Regno, luogo inesistente, citiamo un altro Regno inesistente dall'Ecclesiaste:

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

Un tempo per cercare e un tempo per perdere,

un tempo per serbare e un tempo per buttar via.

Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,

un tempo per tacere e un tempo per parlare.

Buon anno dalla Litweb 

Ippolita Luzzo 

lunedì 1 dicembre 2025

Vico dei Miracoli

 



In occasione dei 300 anni dalla pubblicazione della prima edizione dei Principi di una scienza nuova

Vico dei Miracoli di Marcello Veneziani presso Foyer Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme per AMA Calabria XLVIII Festival Musicama Calabria.

 Una serata dedicata allo storico Vico, al filosofo Vico, all’uomo Vico. 

Una serata piacevolissima in cui l’omaggio alla Scienza Nuova di Vico diventa l’omaggio alla fantasia creativa, all’immaginazione, alla musica, al potere dell’uomo di trasfigurarsi. Un omaggio al sentimento, alla storia del pensiero. 

Con levità e grande professionalità la vicenda umana di Vico dalla nascita e fanciullezza riviveva con noi tramite la voce evocativa di Luca Violino, mentre la musica, narrazione nella narrazione, componeva per noi Napoli e filosofia, vicoli e povertà, nobiltà e studi. La malattia, l’inciampo, la caduta, le occasioni, l’amore impossibile.

 Incontriamo Vico innamorato della sua alunna, Vico che scrive il discorso per le nozze di lei e poi lui stesso sposare una donna del popolo, analfabeta. 

Padre premuroso di molti figli, docente di retorica presso l’Università di Napoli, Vico è Napoli ma nello stesso tempo si sentì straniero a Napoli. 

Uno sconoscimento doloroso ma una “provvida sventura” perché l’isolamento forse diede più tempo per scrivere e pensare. Nella trasfigurazione degli studi, nell'altra vita possibile una grande libertà. 

 E poi la grande intuizione di una storia, una visione organica del sapere, la storia universale con il mito come fondazione. Era nata La Scienza Nuova. 

I nostri applausi. 

Ippolita Luzzo 


Marcello VENEZIANI, scrittore

Luca VIOLINI, voce recitante

Francesco NICOLOSI, pianoforte

Marcello Veneziani è autore di vari saggi di filosofia, letteratura e cultura politica. 

 Francesco Nicolosi è considerato oggi uno dei massimi esponenti della prestigiosa scuola pianistica napoletana. Vincitore nel 1980 del Concorso Internazionale di Ginevra, si è affermato in tutto il mondo come uno dei pianisti più interessanti della sua generazione


Luca Violini nel doppiaggio è una delle più importanti e note voci nel panorama documentaristico, pubblicitario, televisivo e radiofonico nazionale. In qualità di speaker è la voce speaker sponsor de La7. 

Mi piace ricordare i brani musicali: 

Alessandro Marcello (Venezia, 1 febbraio 1673 - 19 giugno 1747)

Adagio e presto dal Concerto per oboe in Re minore (trascr J. S. Bach)

Domenico Scarlatti (Napoli, 26 ottobre 1685 - Madrid, 23 luglio 1757

Sonata in Do maggiore "Pastorale" K 513

Giuseppe Martucci (Capua, 6 gennaio 1856 - Napoli, 1 giugno 1909)

Notturno italiano op. 70 n. 1

Ottorino Respighi (Bologna, 9 luglio 1879 - Roma, 18 aprile 1936)

Siciliana da Antiche danze e Arie (trascr. Respighi)

Mario Castelnuovo-Tedesco

(Firenze, 3 aprile 1895 - Beverly Hills, 16 marzo 1968)

Voce luntana (Fenesta che lucive...) da Piedigrotta 1924.

giovedì 27 novembre 2025

Tramonti novembre 2024

 Un anno fa: Ieri pomeriggio passeggiando e poi sedute al sole al mare alle isole e al tramonto colorando e scolorando come se facessimo un acquarello su pensieri anni attimi sugli zii e sui silenzi e su un Eh che era il suono del suo zio ormai anziano con nel passato la guerra, tutto il Novecento a pennellate si dipingeva, la seconda guerra mondiale ma anche gli albori del Novecento con mio nonno nato nell’ottobre del Novecento a cui non fu permesso di continuare gli studi malgrado lo volesse, lui bravissimo a scuola. Noi nate negli anni dal 1954 in poi noi ora sedute di fronte ad un tramonto del 2025 coloriamo e scoloriamo mantenendo tutti i pennelli nella cura degli affetti, i pennelli come umani, gli umani e le loro decisioni, le indecisioni soprattutto, con cui si sono fatti i quadri. Le tante vicende di vite vicine eppure lontane oramai e quasi lasciate nel mare laggiù

mercoledì 19 novembre 2025

Calùra di Saverio Gangemi


Calùra "Il tacere del mondo fu infranto dalle cicale"
, il tacere.

 Narrare non è narrare, narrare è usare un linguaggio immaginifico tale da far sorgere nella mente del lettore assonanze somiglianze scene da film. Un linguaggio ricco di una opulenza quasi sfacciata, un linguaggio che cattura natura e uomini in una malia.

 Certo la tematica è quella di una delle sette piaghe d’Egitto, la tematica è una punizione biblica, la siccità, e la grande debolezza degli animali e delle piante dinnanzi alla penuria d’acqua, dinnanzi al caldo cocente, degli uomini rimasti a bere dal succo delle agavi e dalle pale di fichidindia.  

Leggendo l’estate di questo anno mi ritornava con la sua crudeltà, con le mie tapparelle abbassate, con la luce fastidiosa e il caldo senza tregua. Si riusciva a passeggiare solo dopo il tramonto, stremati ci trascinavamo sul corso cittadino per una granita di fragole, per una chiacchierata. 

All’ombra di un albero casualmente chiamato della merda si consuma lo stillicidio degli abitanti di questo luogo immaginario, di un non luogo, direbbe Marc Augè, anche se per lui i non luoghi erano il simbolo del capitalismo. 

Qui è un non luogo di cielo che incombe pesante, di uccelli che scappano, di piante che seccano. Un non luogo privato da uno degli elementi vitali, un non luogo che ci ricorda le pene dell’inferno.

 Eppure nonostante ciò la narrazione trasforma e noi leggiamo come fosse una favola, come fosse un film, a me mi raggiungevano flash di Siccità di Virzì, mi ricordano il libro di Rocco Carbone L’assedio, con quella caligine che incombe. 

Ma di più c’è qualcosa di biblico, come dicevo prima, che innalza l’opera dagli altri racconti apocalittici e distopici. 

C’è poi soprattutto una struttura potente e un linguaggio nuovo, “le donne armate di bocca”, e la magia, le arti misteriose dei racconti delle nonne.

 Mia nonna e le sue favole nere, nerissime, i trabocchetti e gli urli nella notte dei fantasmi, delle persone uccise da poco, senza sapere chi sia il nemico.

 Un romanzo da leggere per assaporare la grande caducità del nostro passaggio sul mondo essendo noi stessi preda dei fenomeni atmosferici, essendo noi stessi imbelli e come racconta Eschilo nel Prometeo incatenato nudi e impauriti nel mondo. 

Ecco leggendo questo libro proprio i primi versi del Prometeo incatenato mi sono ritornati prepotenti. Un libro finalista al Premio Italo Calvino con merito e che riscalderà con Calùra moltissime letture. Edito Rubbettino per la collana Velvet , sono orgogliosa di averlo qui nel Regno della Litweb

Ippolita Luzzo 

domenica 9 novembre 2025

Libriamoci novembre 2019 al Liceo Classico con me

Dal passato:
Sto con la testa ai quattordici anni che incontrerò martedì e sto con la testa nei miei quattordici anni.

 Dirò loro che saranno questi gli anni che ricorderanno di più e in modo limpido, gli anni ai quali torneranno dopo i sessanta, scordando tutto quello che avranno fatto più o meno dai venti anni in poi. 

Ricordo perfettamente i libri che leggevo, come passavo le giornate, come mi vestivo, anche dove stavo immobile per ore.

 Una vita contemplativa che stranamente ora mi fa una grande compagnia. 

Questo dirò loro affinché sappiano di star vivendo gli anni d’oro della conoscenza. “Incontrerò per Libriamoci a scuola ragazzi di 14 anni e da quando ho ricevuto l’invito sono con la testa con loro, pensando a ciò che si aspettano di sentire mentre sono io curiosissima di sapere da loro come si stanno inventando il loro giorno. 

Sono nati nel 2005 ed è quasi una mia nascita, lo dico sempre che avrei potuto non esserci più, molti non ci sono più, e a me sono stati regalati questi 14 anni nuovi di zecca. 14 anni di scrittura. 

Ho iniziato a conservare Pezzi proprio in sala operatoria, in ospedale, e poi dopo durante le sedute col folsfox. 

Da allora ad oggi unica compagnia la scrittura, unica compagnia la lettura. 

Domanderò ai miei coetanei però più giovani, non gravati dalla stasi di anni inutili, cosa leggono per lenire le paure, cosa leggono per distrarsi e divertirsi, cosa leggono per imparare, cosa leggono invece per avere più paura. 

Chiederò i titoli dei loro libri affinché anche loro poi possano farli a Pezzi, fare piccoli componimenti affettuosi per sentire più loro il libro.

 Siamo nati per narrarci storie, dirò loro, raccontando come ogni sera io quattordicenne raccontavo storie a mia sorella di nove anni per farla addormentare.

 Lei mi dava un dito della mano e mi faceva sì o no col dito, se la storia era o no di suo gradimento. Mi è rimasto di quegli anni quel sì o no alle mie storie. Chissà cosa le raccontavo!

 Ai ragazzi chiederò se anche loro si raccontano storie e a chi le raccontano, e poi presenterò loro Vinpeel degli orizzonti di Peppe Millanta, Dopo il diluvio di Leonardo Malaguti, Il gattopardo spiegato a mia figlia di Maria Antonietta Ferraloro. Vedremo se l’istinto di narrare è ancora vivo fra i ragazzi nel 2019.” Libriamoci a scuola 

Con Ippolita Luzzo

lunedì 27 ottobre 2025

27 ottobre 2015 Aspettare ad un binario morto


 Aspettare ad un binario morto. 

Era questa la frase adolescenziale 

caricata di nero 

campeggiare sulle prime pagine di un diario scolastico. 

Stava lì ad indicare quell'inerzia 

e quel momento in cui ogni persona si sarà trovata negli anni della scuola. 

Poi aspettando aspettando

 il tempo finisce

 e anche se il treno non passerà

 chi aspetta avrà per forza trovato il modo

 per trascorrere l'attesa con un libro in mano

Ippolita Luzzo