Dal 2022 Enrico scrive:
Una sera parlo al telefono con Ippolita e mi viene questa immagine di lei: c'è chi fuma le sigarette senza filtro per sentire meglio il gusto del tabacco e poi c'è chi scrive senza filtri. Della biro, della penna d'accordo, ma fuori di metafora vale anche per il PC e ogni altra scrittura.
Scrivere senza filtri, proprio come per li fumare, per andare oltre, per non dire cose ovvie per cercare la parte più autentica, quella che dà piacere, appassiona( analogamente. In una parola, il nocciolo delle cose(ok, sono 4).
È questo che secondo me fa Ippolita da10 a n n i a questa parte attraverso il suo blog: dare voce a ciò che quel libro sul comodino le sta dicendo o le ha detto una volta terminato. Senza filtri, appunto, ma seguendo il filo personalissimo e originale al punto da ricostruire (riscrivere) una propria narrazione del testo.
Spontanea diretta e immaginifica a me pare la scrittura di Ippolita nel suo regno, la Litweb. Non ci sono vere regole, si segue, Ippolita segue il flusso di pensieri e sensazioni, quello che il testo le suggerisce. Ne scaturisce uno stile del tutto personale, difficilmente imitabile e fresco proprio perché corroborato, dal rincorrere idee non secondo un ordine -logico- prestabilito, non quello dell'autore, m a fondato proprio su quanto impressiona e tocca. Su quanto resta in senso soggettivo dall'atto del leggere.
Una recensione di Ippolita può partire dalla fine dall'inizio o dal centro semplicemente perché in quel punto ha scovato un'immagine, l'immagine per lei saliente, attorno a cui ruota il romanzo. Il metodo, se esiste, è proprio restituire a chi la legge quell'emozione.
È questo che racchiude il senso della Litweb e quindi l'amore per la lettura. È questo che in questi anni deve per forza essere arrivato ai suoi di lettori (stavo per scrivere utenti, come quando vai in biblioteca a consultare un volume o una rivista, poi mi sono trattenuto perché non lo so mica se lei, Ippolita, sarebbe d'accordo, anche se la funzione del servizio pubblico per la comunità forse la gradirebbe...devo chiederglielo)
A Ippolita piace rischiare, a Ippolita piace andare alla sostanza, al cuore, come dicevo, a ciò che fa senso di quel libro; non interessano i fronzoli o le belle maniere.
Da insegnante, sa che è facilissimo incantare, infiocchettare, far bella figura accontentare, ma... tutto questo a cosa serve, cioè dove ci porta? No, Ippolita è dritta e da lei trapela passione. Cosa che spiega anche l'importanza dei libri di cui sceglie di parlare, di scrivere...
Le sue recensioni hanno qualcosa di ingenuo e naif, ma sono un'ingenuità, una naività consapevoli. Meglio, volute.
Quello di Ippolita infatti, è un posizionamento, una scelta di campo. Sotto sotto e- tra le righe- non esiste nemmeno possibilità di scelta tra emozionarsi, raccontarsi, raccontare quello che ha trovato nei "suoi" libri da un lato, e fare il compitino, parlare oziosamente del più e del meno dall'altro
Da persona entusiasta della vita sa perfettamente che cosa ci facciamo qui: solo che invece di inviare messaggi agli alieni circa la nostra presenza sulla Terra, Ippolita lo fa leggendo e scrivendo di quello che realmente le lascia qualcosa.
Un approccio diretto, pieno di stima ed empatia verso gli autori. Ti parla a ruota libera, liberissima di quello che ha provato leggendo ed è per questo che funziona: i suoi lettori sanno di potersi fidare perché c'è dietro una trasparenza, una onestà delle emozioni, prima ancora che intellettuale che tracima dalla pagina virtuale al reale.
Qui, nelle sue parole, non c'è traccia di accondiscendenza ma entusiasmo freschezza. È questo che si sente. È quello delle emozioni, prima ancora che intellettuale che tracima dalla pagina virtuale al reale. È questo che si sente. È quello che arriva dalla Litweb.
Anche se non c'ero al primo anno -ho conosciuto virtualmente Ippolita nel 2014-, in questo tempo il suo regno è sicuramente cresciuto nei numeri e per importanza, ma il suo approccio, per come la conosco io, non mi sembra cambiato: poteva ben prestarsi a scambi e favori perché ormai essere ospitati su Litweb significa visibilità, pubblicità, riconoscimento ma no non si è prestata, non interessa.
Da che la conosco continua a scrivere, a leggere mossa semplicemente dall'amore per i libri. Non dal potere. Perché si parla di ciò che vale, non di quello che conviene.
So long, Ippolita. Ci vediamo nel 2032 giusto?
Enrico Vittoriani