Per hopefulmonster editore, nella collana diretta da Dario Voltolini Gilda Policastro nel libro La ragnatela ci racconta attraverso il ballo qualche passaggio della sua infanzia, dell'adolescenza, la storia di quegli anni, ballando ballando, pestando con i piedi la pizzica di San Vito. La taranta; cosa voglia significare poi non è certo, ci sono tanti testi della tradizione e benché si cerchi quando si vuole riscriverli sono tutti diversi, ci dice la scrittrice. Il ballo rimane per lei un momento vitale, lei lo sente fin da piccolissima, e sente che attraverso il ballo si può guarire anche dal mal d'amore.
Nell’autointervista che Gilda Policastro si fa scopriamo cos’è la pizzica: “La pizzica alle sue origini è effetto del morso della taranta, il ragno. A quel punto non puoi fermarti, devi ballare. Ballare, poi. Devi letteralmente pestare il pavimento, come fossero tini.” Noi intanto aspettiamo La ragnatela in arrivo a maggio e al Salone del libro a Torino in questa settimana, ma di cosa parla La ragnatela?
Con un ritmo molto trascinante, simile al ballo evocato ecco apparire le poetesse che si suicidano sorprese prima di ammazzarsi in attività usuali. Incontriamo Bachmann in Puglia con una sua poesia tradotta proprio per questo libro da un amico di Gilda.
Ho letto con la musica in testa, trascinata dalla sua danza:"Ùn due tre ùn due tre ùn due tre, cento battiti al minuto, come ci fosse una festa non intorno ma dentro, perché il ritmo accelera e discioglie la malincunia o il brutto pasticcio dell’amore non corrisposto che a quel punto si srotola come una serpentella, come il nastro delle ginnaste, il giro di campo di un calciatore all’ultima partita, nel tripudio generale. In verità attorno a me ci sono le stesse facce spente (e del Sud), un po’ accaldate e istupidite dall’eccesso di cibo. Nun te fermare, nun te fermare, addu t’ha pizzicato, la taranta"
Non vi siete messi a ballare pure voi ed ora per farvi partecipare a questo rito ecco un altro passo di Gilda:
"Le donne del Salento ballano composte, con lunghe gonne che sfiorano il pavimento e scarpe molto basse, piede in vista (oggi infradito, ieri scalze).
A me piace ballare scalza, il piede aderisce alla terra, si ferisce. La ferita è la finestra del dolore, la ferita è la parte che sanguina, e mentre sanguina, guarisce. Guarisce quando sta sanguinando, certo, comincia proprio allora, a guarire. Quando stai male cominci a capire che devi guarire, devi provare a uscire dal dolore, trovare qualcuno che ti tiri per i capelli o tirarti tu come Münchausen. Quando ero in ospedale non pensavo mai al ballo, non ricordavo più che in una vita precedente io avessi ballato in tanti posti. Che lo avessi sognato, desiderato, che avessi dato spettacolo. Quando ero in ospedale, riuscivo a pensare a una cosa sola: com’è successo? In un libro di tanti anni fa avevo scritto che il cervello è una sfoglia di cipolla: anche questo lo diceva Sabellina, o forse zia Maria, detta Ziam"
Dario Voltolini nella postfazione scrive: un unico organismo. “La ragnatela” si produce tramite il ritmo e la musica della pizzica, il ballo delle tarantolate. La puntura di un ragno che appartiene a chissà quale livello della realtà, o della fantasia, o del mito; il pizzico da cui non c’è scampo e devi ballare, ballare, ballare, pestare con i piedi il pavimento, saltare, sfinirti, non pensare, parossisticamente vivere ed esistere.” E sulla scrittura di Gilda Policastro: "Pochissimi possono vantare una padronanza così completa della lingua italiana come Gilda Policastro. Poligrafa di grande talento (a suo completo agio tanto nella saggistica accademica quanto in quella militante, nella poesia, nella teoria della poesia, nel- la narrativa, nelle chat, in rete, nell’intervento social e così via), qui compone una sfavillante incursione nel territorio vivo, pulsante e corporale della crescita ed evoluzione personale."
Non è mia abitudine riportare molti stralci dei libri ma questo mi ha un po' preso la mano e si è imposto "pestando i piedi" con la bravura della scena.
Un affettuoso omaggio a Gilda Policastro da tutta la Litweb che balla con lei
Ippolita Luzzo
Gilda Policastro è scrittrice e critica letteraria, insegna Letteratura italiana, cura i corsi di poesia per l'Accademia di scrittura creativa Molly Bloom, collabora con riviste e siti letterari, è redattrice de «Le parole e le cose». Tra i suoi ultimi libri il romanzo La parte di Malvasia (La Nave di Teseo, 2021) e il saggio L'ultima poesia: scrittura anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021).