Leggere è una goduria quando si incontrano racconti così piacevoli come questi di Laroui. Splendidamente tradotti da Cristina Vezzaro che ha mantenuto il tono surrealista dell'autore, i racconti ci fanno sorridere con intelligenza e uno dei racconti " Il quarto d'ora dei filosofi" ci riporta alla scuola, ad un incontro fra un alunno, ormai adulto, e una sua insegnante di filosofia, incontrata per caso, ora insieme nella stessa aula dove avvenne il fattaccio.
Le domande che la filosofia pone e come ognuno di noi le fa sue ritornano nei nostri ricordi.. L'alunno rimprovera all'insegnante di averla angosciato con i "Pensieri" di Pascal sulla breve durata della vita e sull'eterno silenzio negli spazi infiniti. Nel gustoso dialogo poi succederà altro che non racconterò lasciandovi la ricerca intonsa dal mio ridere felice.
In "Nato da nessuno parte" trovo una situazione a me familiare. Molti, sapendo che scrivo, mi raccontano le loro storie, la loro vita, affinché io ne faccia un pezzo, e questo succede al narratore. Mentre lui sta seduto al bar un giovane marocchino lo avvicina e gli racconta di non essere nato nel luogo indicato dal certificato di nascita e da qui parte una serie di rivelazioni che lo hanno sempre più sorpreso e causato dubbi sulla sua identità. Dubbi che riguardano però anche chi sa con certezza dove e quando sia nato.
Sono Favole filosofiche, sono parabole? Si chiede il giornale "Le Monde" io credo siano divertissement, soprattutto "Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine" il racconto che dà il titolo alla raccolta. Narra la storia di un uomo, nipote di caid e figlio di primo ministro, incaricato dal governo marocchino, giunto in Belgio per trattare l'acquisto di una partita di cereali a Bruxelles. Un racconto surreale e felicissimo che andrete raccontando come faccio io dopo averlo letto. Dassoukine arriva a Bruxelles e già in albergo si scontra con un tizio che, inavvertitamente, vedendolo con un piatto in mano, poggiato da un cameriere sbadato, lo scambia proprio per un cameriere.
La notte faceva caldo e dalla stanza al piano terra la finestra è aperta. I pantaloni spariscono e la mattina dopo la ricerca di un paio di pantaloni lo porterà ad indossare i pantaloni da pagliaccio. Vedrete.
Le sorprese della lettura sono veramente tante, e con il narratore anche noi sentiremo quel "radicamento dell'erranza" che non prescinde dalla memoria delle origini e ci pone sempre alla domanda su chi noi siamo.
Un libro bellissimo a cominciare dalla copertina e dal profumo.
Un libro Del Vecchio Editore
Ippolita Luzzo
Fouad Laroui: Scrittore marocchino, è nato a Oujda, al confine con l'Algeria, nel 1958. Ha studiato al liceo francese di Casablanca e in Francia come ingegnere, presso la prestigiosa École Nationale des Ponts et Chaussées di Parigi, conseguendo un dottorato in materie economiche. In passato ha lavorato nel settore minerario a Khouribga, una delle aree estrattive del Marocco più conosciute al mondo, mentre oggi divide il suo tempo tra Amsterdam, Casablanca e Parigi. Ha pubblicato varie opere di narrativa, tutte segnate da uno humour pungente e da un'innata attitudine al racconto, tra le quali: Un anno con i francesi (2015), in cui a tenere banco è lo choc culturale di un giovane marocchino che scopre la visione del mondo dei francesi; La vecchia signora del riad, tradotto in Italia nel 2020 e vincitore del Premio Goncourt; Le tribolazioni dell'ultimo Sijilmassi (2020); Lo strano caso dei pantaloni di Dassoukine (2021).