Tutti possiamo giocarci i titoli di scrittrici, giornalisti e quant’altro e a furia di dirlo far credere sia vero agli altri ma poi dovrà pur esistere un contenuto che suffraga quelle affermazioni, un contenuto riconosciuto fuori dalla vinella di appartenenza, altrimenti quelle affermazioni resteranno puro esercizio di menti ammalate di protagonismo.
mercoledì 25 agosto 2021
mercoledì 18 agosto 2021
Presentando Malinverno di Domenico Dara a Corazzo
Non c'è due senza tre, esordisco, ricordando le altre volte che qui a Corazzo abbiamo portato il Breve trattato sulle coincidenze e gli Appunti di meccanica celeste. Ora siamo col terzo libro di Domenico, alla terza ristampa, un successo di vendite e di letture. Già fortemente voluto da Domenico io ho parlato della genesi del libro un anno fa a Lamezia Terme, al Civico Trame, nel corso di una partecipata e calorosa accoglienza a Lamezia. Oggi vi racconterò alcuni episodi che intrecciano ancor di più una lettrice, io, con i libri di Domenico.
Durante l'inverno Domenico viene invitato da Annalisa Criscuolo, mia amica e referente al Liceo di Acerra, ad una diretta con gli alunni. Ritarda un po' e pensate voi a chi chiama Annalisa per risolvere l'attesa? Chiama me. Io la rassicuro e mi attivo subito, ed infatti dopo poco Domenico appare in collegamento. Questo per dire che ormai molti legano il mio blog o i miei pezzi a Domenico e questo mi fa piacere ancor di più perché, come dico sempre, accorgersi della bravura dell'altro, fin dal suo apparire, rende migliore il proprio vissuto. Durante l'inverno poi ho raccolto i pezzi su Domenico e ne ho fatto una raccolta, Dareide, il titolo, con prefazione di Domenico e postfazione di Giovanna Villella e di Olimpio Talarico. Ebbene quale la coincidenza ulteriore? la copertina è di Marcello Sestito, architetto creativo e multiforme di Reggio Calabria, molto amico di Domenico, tanto amico da essere un personaggio del libro di Malinverno! Coincidenza stratosferica!
Ed al libro torniamo con Marcello Soriano, il personaggio del libro, "Marcello Soriano era un famoso architetto del paese: insegnava all'università di Reggio Calabria e la sua fama era legata alla progettazione di ponti perché, diceva, gli piaceva unire ciò che la Natura aveva diviso. E per un ponte nella primavera del 1964 fece un viaggio di studio in Giappone offerto dall'Università" Lì in un viale un giorno vede un matrimonio, uno sposo sguaiato nella risata, e una sposa molto triste. Marcello continua a guardare la sposa e i loro occhi si incrociano... Vi lascio con la lettura di Malinverno e con Domenico Dara.
Ippolita Luzzo
Poi continuo
martedì 10 agosto 2021
La stizza ovverosia la scontentezza
Molti chiamano invidia quella irritazione che proviamo tutti quando qualcun altro fa quello che vorremmo fare noi e a noi è impedito per ragioni varie.
Io non credo sia invidia, cioè noi non vorremmo essere al posto dell’altro ma addirittura vorremmo togliere anche a lui la possibilità di fare ciò che sta facendo.
La stizza è irragionevole e non porta beneficio a chi la sente dentro e avvelena i rapporti
Cancellando
mercoledì 4 agosto 2021
Aldo Presta e i suoi Appunti in attesa di discorsi compiuti
Arriva nel Regno della Litweb il libro di Aldo Presta “Appunti in attesa di discorsi compiuti - Tra disegni e scritture” edito da Lettera Ventidue.
Su cosa ci stia succedendo ci si prova a dircelo, con il disegno, con la scrittura, con il cinema. Sembrano essere sempre di meno coloro che ancora posseggono l'arte del distacco e della riflessione, due condizioni necessarie per guardare i tempi che inesorabilmente stanno distruggendo ogni certezza su ciò che ci stia accadendo. Si prova con la linea, con la matita, ci prova in questi appunti Aldo Presta, donandoci vignette, chiamarle vignette è riduttivo, disegni filosofici, suvvia, che invitano ad un sorriso amarissimo. Parlo spesso di una mia risata di denuncia ed è una risata irritante la mia, qui invece troviamo l'eleganza del tratto, troviamo la serietà dei modi, troviamo la disciplina del gesto.
"Quelli che vi dico io come stanno le cose" e poi "Com'è fuori" e poi " Raccolgo i pezzi e arrivo" e continuo a scendere anch'io avvinta dal disagio, dalla tristissima realtà che mi spinge sui tasti a rincuorarmi.
Qui sui tasti trovo amici carissimi, trovo chi ha scritto i pezzi sui disegni, trovo chi volentieri ora abbraccerei, ma posso solo scriverlo. "A ciascuno la sua bolla (intera, semi, part time, etc.) (2021)" questa non c'è nel libro ma la faccio mia, una bolla che ci aiuta a vivere. Chi vorrà leggere e insieme ammirare il dialogo di Aldo con noi può acquistare il libro, può parlarne e insieme diffonderlo come io cerco di fare con un atto di civiltà.
Dico spesso che siamo in resistenza, resistiamo con un diario, queste immagini che Aldo Presta ci dona sono un diario, un fermo immagine su ciò che nel naufragio resta, la fede indissolubile nella posizione da cui si sta. Stiamo ancora in una posizione mentale sia a pezzi che nel mare, stiamo dove stiamo, dentro e fuori, nelle domande eterne sul chi siamo e nemmeno vogliamo sapere dove andiamo.
Stiamo nel Regno della Litweb
Ippolita Luzzo
Gli scritti e i commenti sono affidati a Luisa Bocchietto, Massimo Celani, Domenico Cersosimo, Michele Costabile, Mariadelaide Cuozzo, Emanuele Fadda, Cinzia Ferrara, Daniele Gambarara, Claudio Gambardella, Mario Piazza, Ida Giulia Presta, Matteo Presta, Marina Simonetti, Aurelia Sole, Giovanni Sole, Marco Tortoioli Ricci, Silvia Vizzardelli e Salvatore Zingale.
Il libro è una raccolta di disegni. Alcune riflessioni intorno e su di essi e sul disegnare, sulla pagina, su come interpretiamo (i fatti). E sul viaggio che il disegno-pensiero compie tra mano e cervello. E su quello che sta accadendo fuori, su come stiamo cambiando, sulla dissoluzione della vita e delle relazioni così come le abbiamo conosciute fino a un attimo fa.
I disegni sono tutti di Aldo Presta, progettista della comunicazione, socio Aiap e che da anni insegna design della comunicazione e grafica all’Accademia Abadir e all’Università della Calabria, dove lavora nell’ufficio identità visiva. presta-lab.it.
lunedì 2 agosto 2021
I Cani Di Gerusalemme di Luigi Malerba e Fabio Carpi
Pubblicato nel giugno 2021 per la collana Novel della Casa Editrice Kappalab, Bologna, I Cani di Gerusalemme mi giungono stamani a rallegrare un mio soggiorno intorno alle stanze e salendo su e giù le scale di casa mia. Il libro, ora ripubblicato con il permesso degli eredi di entrambi gli autori, nasce per le Edizioni Theoria nel 1988 ma del titolo e del testo si aveva traccia nel 1979, come soggetto cinematografico. Esce poi il film I cani di Gerusalemme nel 1984, con la regia di Fabio Carpi e la sceneggiatura di Carpi e di Luigi Malerba. Seguirà una versione teatrale e in seguito il libro. Questo devo scriverlo per dare al libro, ora nel Regno della Litweb, una storia temporale.
"Un viaggio sedentario" come si può viaggiare restando nella camera da letto, scendendo le scale per aprire al corriere della posta e seguire le avventure del barone Nicomede di Calatrava e il suo scudiero Ramondo. Il servo col padrone ci riporta alle tragedie greche, alle commedie di Aristofane, Le Rane, una commedia politica ateniese del V secolo avanti Cristo, con Dioniso e il suo servo alla ricerca della porta dell’inferno per andare a prendere e portare in vita Euripide, affinché lanci un messaggio di coesione ad una città, Atene, dilaniata da una schermaglia politica senza fine.
Nella prima parte della commedia Dioniso e il suo servo si scambiano la pelle, a seconda la convenienza di Dioniso, a seconda la convenienza di tutti i padroni, lesti a lasciare ai servi il momento del ricevere insulti e bastonate che spetterebbero a loro.
Anche nel Medioevo del barone Nicomede il rapporto servo padrone è immutato, dall'antica Grecia a oggi, oserei dire.
Il barone Nicodemo si rifiuta di andare alle Crociate e in una Sicilia teatrale inventa un viaggio verso Gerusalemme, compiuto in cinquecento giorni, intorno al suo castello con un mulo e il servo.
Un miraggio vero e proprio.
Come Le rane di Aristofane, anche I cani di Gerusalemme sono un'opera di denuncia e di indignazione politica.
Tutti sono partiti per la prima crociata ed il prete Blasco snocciola al cinquantenne barone Nicomede i nomi dei cavalieri già in guerra contro gli infedeli, andati per liberare il Santo Sepolcro.
Anche la sorella Adelaide lo invita ad andare a Gerusalemme per riempire un'ampolla con l'acqua del Giordano e portare a lei un cofanetto di terra santa della Palestina.
Allora il barone decide di mettersi in viaggio verso una Gerusalemme verbale per aver condonato i debiti dalla Chiesa.
Osservati dall'alto di una torre da Adelaide e dal prete, anche noi vediamo apparire e scomparire i due, leggiamo le disavventure e ascoltiamo lo scambio di battute e di vestiti.
Siamo presi dalla magia del linguaggio, rimaniamo avvinti alla sorte del barone e del servo, come se la storia fosse la nostra storia, come se anche noi ogni giorno, come Oblomov, altro personaggio leggendario di Goncarov, ci rifiutassimo di partire e vagassimo intorno alle stanze del nostro patrimonio libresco.
Leggiamo questa paradossale avventura come se fosse accaduta nel Regno della Litweb, leggiamola come se nel 2021 fossimo avvinti dalla stessa malia.
Ippolita Luzzo
venerdì 30 luglio 2021
Raffaele Gaetano Senza ombre di cerimonie
Sull'ospitalità nei Diari di viaggio in Calabria di Edward Lear.
Raffaele Gaetano da tempo studia l'estetica del viaggio e in particolare i viaggiatori stranieri in Calabria dal 700 fino al 900. Basti ricordare, fra gli altri, La Calabria nel viaggio pittoresco del Saint-Non, con la nuova traduzione del Voyage Pittoresque e le 35 Vedute acquerellate a mano Avanti all’anima mia, Il paesaggio calabrese nello sguardo di Theodore Brenson con le 52 Tavole del Viaggio in Calabria, Sull’orlo dell’invisibile, Il sublime nella Calabria del Grand Tour, Le querce sono in fiore, memorie di viaggiatori nel Lametino.
Venerdì 30 Luglio presso il Residence La Giungla si parla di Senza ombre di cerimonie, pubblicato nel settembre 2020 da Luigi Pellegrini Editore nella nuova collana All'insegna del Gatto Foss, diretta dallo stesso Raffaele Gaetano. Il gatto Foss era il gatto di Edward Lear, il gatto che lenì il periodo sanremese di Lear, che si vide costruito un grande fabbricato davanti la sua villa e non poté più godere della vista del mare dalle sue affacciate. Quisquilie e altre bizzarrie, opere stravaganti, ibride, e lontane dai circuiti tradizionali dei saggi, saranno le proposte di Raffaele Gaetano per questa collana.Qualche appunto:
"In Calabria tra la fine del ‘700 e l’intero ‘800, numerosi viaggiatori stranieri, specialmente inglesi, desiderosi di conoscere soprattutto i luoghi della Magna Grecia, viaggiarono verso l’estrema punta dell’Italia peninsulare, attratti dalla natura selvaggia, e hanno lasciato, oltre a testimonianze letterarie, una ricca iconografia fatta di incisioni o acquerelli
Uno di questi viaggiatori curiosi incoscienti e temerari, fu lo scrittore e pittore inglese Edward Lear (1812-1888). Nel 1841 si trasferì a Roma e nell’estate del 1847, insieme all’amico John Proby, Lear intraprese un viaggio in Calabria di cui ci avrebbe lasciato un delizioso resoconto nel suo “Journals of a landscape painter in Southern Calabria” pubblicato nel 1852 a Londra per l’editore Richard Bentley. Il viaggio si svolse dal 25 luglio al 5 settembre 1847 e fu compiuto a piedi: una scelta che lo stesso Lear considerò necessaria per poter fare “sempre ciò che ci piace, ammirare o fermarci per disegnare, senza alcuna regola precisa” come scrive nello stesso diario di viaggio.
L’itinerario iniziò da Reggio Calabria e terminò nella stessa città dopo aver attraversato l’entroterra e la costa della provincia. Borghi di collina o di mare come Motta, Bova, Condofuri, Staiti, Bovalino, Roccella, Palmi, Scilla, Villa San Giovanni, solo per citarne alcuni, furono visitati da Lear e dal suo compagno di viaggio grazie al supporto della guida locale Ciccio che li condusse per le contrade del reggino insieme al suo inseparabile asino.
I fermenti che presto sarebbero sfociati nei moti rivoluzionari di Reggio Calabria costrinsero infatti Lear ad interrompere, suo malgrado, il viaggio alla fine di agosto dello stesso anno.
Le immagini della Calabria non sono le uniche a comparire nei Journals di Edward Lear. Troviamo infatti anche quelle di altri luoghi del Regno di Napoli, raccolte dall’autore in Campania, Puglia e Basilicata lungo l’itinerario percorso per raggiungere la sua destinazione."
CHI ERA EDWARD LEAR ?
Edward Lear, nato a Londra nel 1812, è stato uno degli illustratori più apprezzati dell’Inghilterra vittoriana. Oltre a dedicarsi alla pittura e al disegno si sarebbe presto distinto anche come scrittore di nonsense.
Quando nel 1847 decise di recarsi in Calabria, il suo progetto prevedeva una visita dell’intero territorio, ma i moti di Reggio dell’ottobre 1847 gli consentirono di percorrere solo la provincia reggina. Nello stesso anno andò in Sicilia mentre nel 1848 visitò Melfi, la zona del Vulture e l’alta Irpinia. Scrisse ed illustrò diversi altri libri di viaggio, fra cui quelli su Roma, Grecia e Albania, Isole del Mar Jonio e Corsica. Morì a Sanremo il 29 gennaio 1888."