mercoledì 12 novembre 2014

Non Sgarbi ma Opere di Bene-Beltempo di Saverio Pazzano







Nella sala della Provincia di Reggio Calabria, alle 17 di venerdì 14 novembre 2014,l’antropologo e scrittore Vito Teti e la giornalista e scrittrice Paola Bottero presenteranno il nuovo romanzo di Saverio Pazzano, Beltempo, pubblicato nella collana di narrativa di sabbiarossaED, Storie.
Storie di naufragi
Naufragio alla vita
Si naufraga in guerre insensate e carneficine

ALLEGRIA DI NAUFRAGI

E subito riprende
Il viaggio
Come
Dopo il naufragio
Un superstite
Lupo di mare.
Si naufraga in mare aperto scappando dalla miseria di dittatture e colonialismo schiavistico e infelice
Si naufraga nelle periferie desolate delle nostre citta sporche di sacchi neri abbandonati vicini cassonetti stracolmi.
Si naufraga nel terribile esercizio di un vivere solipsistico, nel rarefatto degli affetti invisibili, delle parentele sconosciute, dei vicini di casa che non esistono più.
Si naufraga sperando che aggrappati a quella zattera potremmo un giorno approdare.
Con l’attesa
In un mio post “La vita è un giorno” parlando sul film I LIVE RADIO ROCK scrivo
Nella straorzante virata che fa la tua barca puoi sempre contare su zattere e natanti che accorrono in aiuto nella procella-
Il mare freddo del nord, le onde radio, la voce e il suono.
vibra su tutto l'esaltazione e l'entusiasmo di essere vivi
ed eterna è la sconfinata allegria di testarsi capaci di cotante osare.
dall'alto del pennone si ha la vertigine che ti fa tuffare giù, a capofitto, e il conte ed il re, si ritrovano amici.
Una sfida a noi stessi, alla piaggeria, al monotono e arido formular  editti, una sfida al Regno Unito d'Inghilterra, ai burocrati e alle carte.
ci salverà la musica...
i film, 
la poesia di Calogero 

Ed il naufragar m’è dolce in questo mare
Auguro a tutti noi, naufraghi di un passato, avendo perso borse, documenti, fotografie, conti correnti, portafogli, telefonini, avendo perso paesi, amicizie, contatti, avendo perso tutto, noi sempre  naufraghi ogni giorno dignitosi e propositivi, auguro Beltempo per tutti

martedì 11 novembre 2014

Vite tagliate- Il carcere e la cuccia



Il carcere e la cuccia

Quelle unioni chiamate matrimonio

La bugia come finzione in due

La vedo palpabile sul viso di una lei, che ingurgitando corna su corna, manifeste, coram populo,

 diventa malvagità e malizia nei confronti di altra donna, solitaria e sorridente.
Ucciderebbe l’altra, la sporcherebbe, per il solo motivo che l’altra le ricorda quello che lei non saprebbe mai essere. Libera.

Carcere e cuccia i matrimoni di molti, per esseri infelici e teatranti, un tirare a campare con obblighi e appuntamenti.  I vostri raduni ai matrimoni altrui, della zia, della cugina, del vostro mondo mondano. I battesimi e le comunioni, le feste di laurea, i compleanni, poi la sfilata forse ci sta.

Al braccio portate un vostro ninnolo, marito o moglie, per l’occasione, lui intanto sacramenta oppure occhieggia, l’altra vorrebbe essere lontana da lì.

Chissà perché poi si chiami tutto questo-Stare insieme-

Vite tagliate- scrive Maria Gabriella De Santis, vite bugiarde, che tradiscono certo perché è umano tradire, nessuno può stare per sempre immobile  su un sentimento che è movimento, su un desiderio che padroni non ha.

Vite tagliate con un coltello che mozzi la testa e il pensiero, che scolleghi per sempre il vero dal falso, che uccida quella fiducia che in noi sta.

Carcere e cuccia diventa una casa, dovere e peso sono i figli, da coccolare e da torturare, per fare scontare proprio ai più piccoli di esser la causa della prigionia.

Vite tagliate vissute osservando con  vera malvagità chi si ritaglia in solitudine un vero momento di libertà. Quella verità che il tradimento mai vi darà.

giovedì 6 novembre 2014

Le vite degli altri- da Bodei a me



Natale 2010
Le vite degli altri.

Il film narra la vicenda di un uomo che monitora, segue, spia, ascolta la vita di un altro, per lavoro ed inavvertitamente la sua vita, il suo modo di pensare, cambia impercettibilmente. L’uomo spiato avrà salva la vita dalla sua spia, l’uomo che spia vedrà, per una omissione, la sua carriera  stroncata.
Il bene trova sempre vie imperscrutabili per affermarsi.
Il bene, la coscienza di non aver infamato un uomo giusto, credo che avranno reso la spia fiera e orgogliosa di essere uomo. Lo credo. Non si può stare accanto al bene senza esserne un po' presi, bisogna essere proprio dei malvagi. 
Dal film alla vita.
Le vite degli  altri ci scorrono davanti senza spessore, non tridimensionali, piatte, omologate.
Le vite degli altri come nel film, palpitano e soffrono, con affetti, con sentimenti, hanno cultura, lettura, silenzio e musica. Gli altri, nelle loro case, dipingono, che bei colori che imprimono sulla tela! Fiori, paesaggi, volti, dipingono a loro volta sensazioni degli altri. Se ci fermiamo a cogliere uno sguardo, se ascoltiamo una parola, se vediamo un gesto, percepiamo una intensità oltre il frasario quotidiano. Le vite degli altri vengono nei salotti  eleganti, pettinati, sorridenti, la padrona di casa affabile, accogliente, poi ti siedi, leggi, con un’emozione mai provata, e le guardi, quelle vite, mentre loro guardano la tua. Bellissimo e pericoloso può essere tutto ciò, perché nel duplice sguardo puoi invece di comprendere giudicare, oppure puoi gratificarti di una umana consapevolezza dello stesso destino.
E’ la trasformazione. E’ bastato un commento, una parola, e la riflessione nasce da sola e ti ritrovi a pensare che tutto non è come sembra, che inaspettatamente basta girare il libro e un altro racconto era lì e tu avevi cercato tanto proprio quello, quello che era  il suo risvolto. La vita dell'altro, degli altri.



domenica 2 novembre 2014

Frontiera di Pina Majone Mauro.-Miscellanea a cura di Ippolita Luzzo



Frontiera di Pina Majone                                    
Miscellanea a cura  di Ippolita Luzzo



Per lungo tempo appagati e felici          pag121

Bagnammo nel miele il pane dell’esilio

Oggi però remiamo all'incontrario

Nel mare della nostra indifferenza

Per ritornare dove abbiamo lasciato

Appese al muro le nostre chitarre


Non è ricca la pesca ma stasera            pag122

Dopo una mensa odorosa di mare

Possiamo riaprire le finestre

Ad una notte da reinventare

Ad un mattino che s’indora di sole

Mentre io comincio con l’intitolare

Al vostro ritorno l’ultimo mio canto


Solo tornando s’impara a non partire                 

Ognuno ha il suo tempo e la sua storia     pag33

Ma noi del sud non nascemmo vincenti


Se la storia non ignora se stessa               pag34

Mai più saliremo sui treni dell’esilio
...                                  

Il ritorno è un circuito della mente              pag73

Che ripassa per vie dimenticate

E s’incatena al canto notturno

Di chi grida al cielo sottovoce

Un nome mai scordato che si perde


Mare via di sale  per anime in fuga      pag159

Dal proprio nome  dalla propria fame 
...  

Bentornati alla casa alla foce               pag74

Bentornati al fiume della vita 
...           



Torniamo insieme meglio se siamo in tanti  pag145

Al mare alla casa al campo che lasciammo          


Nell'asfittico spazio del destino   pag185



Ritorno cavalcando la speranza   pag230



Mare unico celeste paradiso  pag231

In questo sud oscuro come l’inferno



Mare solcato dagli scafi insanguinati



Là dove il fato sbarrò la tua strada

Là io ti attendo in anima e dolore pag 231
anima che non sa dove cercarsi pag 232



sabato 1 novembre 2014

I morti che noi siamo


I morti che noi siamo

il rispetto pretendiamo.
Siamo i morti di domani.
Noi ci siamo e non ci siamo.
Siamo il nulla del domani,
siamo solo di passaggio, intermezzo musicale. 
Nel frattempo del presente ci formiamo una coscienza e pensiamo che sia vero tutto quello che vediamo.
Che sia vivo e che non muoia, in eterno resterà.
Noi immemori giochiamo con i morti, 
li osanniamo se un guadagno avremo nel vederli sventolare.
Se non sono più importanti già li abbiamo dimenticati 
non capendo che noi tutti è di loro che siam fatti
Ippolita Luzzo 

mercoledì 29 ottobre 2014

Amiche Sincopatiche

Evviva
Sei Viva?- domanda  cara amica al mio squillo.
Se ho fatto il numero e telefonato sicuramente sì, per ora, avrei dovuto rispondere, invece cincischio risatina scema sul sottile disagio che domanda rimproverante mi causa.
Altra amica, altro giro.
Telefono per farti gli auguri di tuo compleanno- esordisco io e lei, incurante mio tono dolce e affettuoso, si inerpica su una conversazione su chi fosse la ragazza che ha visto accanto a me su facebook, su quale marito abbia oppure su storia recente dell'altra.
La freno e gentilmente, cerco di riportare la conversazione su di noi, noi due, ma lei, che in effetti non mi chiama mai e non sa da tempo immemore cosa dirmi, mi intrattiene sull'altra, sulla casa dell'altra, su altro che io non ascolto più.
Capisco che io non la interesso, capisco che è difficile dire ad un'altra che non vuoi più sentir nulla di lei, e finalmente mi libero anche io dalla malia di pensar importanti e vere amicizie create solo in testa da me.
Altre amiche ad un tavolo di bar
I viaggi di una, il suo gruppo universitario, ascoltiamo tutto il resoconto di viaggi e poi le faccende dell'altra, ascoltiamo ed io penso che forse verrà il mio turno per dire il mio scrivere qui, sui tasti neri di un pc, il mio stare sui social nell'impossibile avviare una conversazione con loro.
Niente di tutto questo e dopo averci sollazzato con piccole incombenze ecco la domanda di una:- Tu cosa hai fatto questa estate?
Rispondo decisa di non aver fatto niente. Si irrita lei, allora sommessamente aggiungo che qualche ora sono andata a mare.
Le carissime amiche sincopatiche dicono anche di leggermi ogni tanto, si offendono e parlano tra loro di quanto io sia malvagia a dipingerle così. Infatti non è vero che sono così.
Sono tutte signore splendide ed eleganti, sono tutte prese da tante fatiche e sono oberate e felici dalla famiglia che li assorbe tanto.
La sincopatia è il loro metodo per non dover fermarsi un momento a guardar il volto che è il loro volto, a guardare il tempo che è il loro tempo, a chiedersi se c'è ancora spazio per una emozione che sia anche un litigio e poter  dire all'altra, che sarei io,  che le  ha infastidite con tutte ste fisime e  tutte ste analisi.
Evviva giornata di amicizia che amicizia vuol dire chissà