sabato 23 agosto 2014

In viaggio con la zia- Fabrizio Basciano e i Cerchi di Sgrano




In viaggio con la zia è un film diretto da George Cukor  che, nel 1972, segna il ritorno del regista alla MGM
Il film è tratto dal romanzo di Graham Greene
I due improbabili compagni di viaggio più che personaggi sono caratteri che vivono situazioni assurde, al limite del paradosso. Sotto il velo di una vis comica rara per Greene, in questo volume emerge in realtà la costante della sua narrativa, il tentativo di definire e comprendere il mondo ambiguo e impenetrabile in cui viviamo.
Ed è così che l'itinerario geografico si fa metafora di un percorso esistenziale lungo le traiettorie della vita.
In un  viaggio di un giorno:   dai Megaliti al convento di Soriano, alle valli dell’alto Mesima, di Dasà Il suo nome significa "zona boscosa, zona alberata" (dal greco dasòs, foresta).
Un viaggio dalla preistoria dell’uomo al suo mantra per essere felice, una comunità che ha innalzato pietre al sacro, alle divinità, per aspirare all’alto, per ingraziarsi i Numi, per esser grandi.
Saranno stati dei giganti gli abitanti di Nardodipace?
Vecchia Calabria  Nardodipace
Disse Vito Teti nel 2004 ne  -Il senso dei luoghi - "Il cammino più lungo è quello che ti porta nelle profondità della propria terra  e della propria anima"
Abbiamo tanto camminato senza camminare mai
Vittoria
Non andremo alla meta a uno a uno ma a due  a due dice Paul Eluard e due sono le pietre in alto, vicini, gemelli che si alzano fieri, e due siamo forti, e due vincono il tempo e l’indifferenza, continua la poesia
La storia ci rimanderà a settembre, basta un incendio, racconta Fabrizio  e i Megaliti scoperti verranno.
Non importa chi come e quando, oppure sì, importerà moltissimo sapere, perché il sapere ci rende fieri, ci accompagna a quella meta che ha per nome conoscenza.
Se si conosce la natura, l’altro, il viaggio, se si conosce il nostro intero universo nascosto, un megalite  abbiamo innalzato  anzi due  nel cinematografico riferimento di un Oscar 1972

giovedì 21 agosto 2014

La Litote- 27 Novembre 2011



La litòte (dal greco antico litótēs, "semplicità" e "attenuazione", da litós "semplice") è una figura retorica che consiste nel dare un giudizio o fare un'affermazione adoperando la negazione di una espressione di senso contrario. Può avere intento di attenuazione o enfasi, ma anche di eufemismo o ironia.



La litote  27 novembre 2011  

Una domenica così non la potrò dimenticare … cantava così, chi? tanto tempo fa.

è stato tutto un caso.

Ho poggiato il mio cappottino rosa, alla Kate Windsor, su una sedia vuota di un tavolo perfettamente vuoto, con altre giacche, cappotti, messi lì sulle sedie, ho scelto un tavolo soleggiato, con una grande vetrata in  fronte un giardino, un mare in lontananza, e lì mi sono seduta, in attesa di commensali, compagni di merenda? sconosciuti.

Poi mi sono ritrovata a capotavola, con accanto un coetaneo di Mario Monti, il nostro … obtorto collo, capo di governo, un prof di spagnolo, tre colleghi ed abbiamo fatto un collegio docenti!

Un assistente di laboratorio di fisica-chimica nel liceo classico, un prof di francese, la sua simpaticissima moglie ed io, di lettere, abbiamo iniziato con una litote. Non è magnifico?

La litote per comunicare una carica emotiva, per sorprendere, incuriosire e non lasciare  indifferente l’ascoltatore! Ma questo è il compito di tutte le figure retoriche!

Nella litote,  che io avrò fatto, avrò negato per attenuare, avrò detto –non sei anziano per dire… Sei giovane

Attenuando la gravità dell’asserzione, avrò detto -ma  no, non è così- Volendo dire è proprio così! Siamo tutti giovani o vecchi a secondo se ci rapportiamo a vicini più giovani o più adulti, cambiamo velocemente anche atteggiamento- Uno nessuno e centomila.

E dopo la litote riconosciuta subito da Bruno, Antonio mi ha raccontato lo snodo cruciale della sua vita, l’avvenimento in sé banale, forse, incredibile, strano, in un uomo che ha sempre fatto della correttezza e della mitezza il suo stile di vita, l’avvenimento  forte e decisivo che, a vent'anni circa, lo costrinse a subire uno stop senza preavviso all'università.

Non lo racconto, ma l’ho ascoltato ed ho percepito il suo stupore, il suo meravigliarsi ancora oggi di come fosse stato possibile, di come il destino avesse deciso per lui, regalandogli poi un lavoro diverso, una bella moglie, dei figli stupendi e amati e degli amici cari e sornioni.

Ci siamo proprio tuffati nella sua storia, ne eravamo rapiti -Il cibo? Chi l’ha visto?- eravamo proprio lì con lui, nei suoi vent'anni, della fine degli anni cinquanta, primi anni sessanta, lontani e così siamo rimasti con il prof di spagnolo.

Siamo partiti per la Spagna, il Portogallo, la saudade, la malinconia letteraria e reale delle donne dei pescatori che attendevano i loro cari al ritorno della pesca in un mare amico infido, un ossimoro? pacifico e nemico, amico nemico, quel mare che brillava con  sfarfallio di luce davanti ai nostri occhi.

 Il prof di francese, a tanta malinconia, ridente eh, ha opposto le sue barzellette esilaranti, ha recitato le sue poesie, quadretti deliziosi di un paese con macchiette tipiche, con personaggi che si possono trovare sempre e solo in un paese.

Motrice e Rimorchio, il dottore Greco, il dottore che visitava le donne sotto la madama e costoro gli fecero una propaganda elettorale spietata, tutto gratis! logicamente il dottore fu eletto sindaco, nel tripudio dei suoi sostenitori che lo lanciarono in alto, afferrandolo proprio lì, dove non dovevano! Ho ancora in testa il comizio di un altro politico  che disse alla folla:-Votate perché io non sono come quelli di tando!-

Quante risate ci siamo fatti! Tanti si sono incuriositi, le mogli, ogni tanto, premurose, ci chiedevano di cosa parlassimo, felici a loro volta di vedere i loro mariti come sempre sorridenti scherzosi, felici come ero io, che,  per puro caso,  ho avuto il piacere di incontrarli  e sorridere.

Ecco di cosa sorrido io, di una litote riconosciuta, detta così lievemente, che mi riporta al tempi della mia scuola amata, sorrido di assonanze, consonanze, rimandi a pensieri e libri, con la leggera sensazione di essere capita su uno stesso terreno di riferimento, quello degli studi condivisi certamente  ma soprattutto sul terreno del rispetto e della delicatezza degli incontri umani
Ippolita Luzzo 
                                                                                                             

martedì 19 agosto 2014

Sole Bilancia e Luna Aquario- Pippo Russo, Scrittore




Sole Bilancia e Luna Aquario- Pippo Russo, Scrittore

"Invece adesso ecco cosa sono, cosa siamo: tessere sparse. Lei, lui, io. Tre pezzi di un mosaico che non verrà mai rimesso assieme. Perché non sempre i mosaici vengono composti. E perché di questo è fatta la vita. Di tessere sparse che non torneranno mai al loro posto. E di gente che non era pronta mentre la vita piombava addosso"
 Ricordando Nedo, in attesa che torni...
Combinazione astrale felice, verso la vita sociale, il dialogo, l’armonia, la gentilezza del gesto.
Binomio equilibrato, dotato intellettualmente, originale, adatto a svolgere compiti di assistenza sociale.
 Caro Pippo, qui, oroscopo ci azzecca in pieno. Assisti socialmente e ti spendi per far capire alle tante Marine
A Marina: la virgola è un apostrofo rosa fra le parole "an" e "alfabeta"...
Entusiasmo vivo, disponibile ad un ventaglio di interessi, il carattere tenderà ad evitare le seccature, la monotonia, la routine. 
 Possibile un po’ di snobismo, poco poco
I rapporti si sublimano, l’affetto vissuto con fervore intellettuale, alla ricerca del “ Troppo bello per essere vero”
Si evitano gli aspetti più crudi della realtà per continuare a credere nel proprio mondo.
L’uomo vedrà la donna come un cristallo sulle cui sfaccettature  rifletterà la sua ammirazione. Serena Foglia scrive questo, Pippo
Già perdutamente persa in una ammirazione mentale verso te, alla maniera delle bisottiane che tu, che noi, aborriamo intono il post per te.
Ho  incontrato Pippo Russo  su Facebook inseguendo Satisfiction che, copiando me, fa festival a Settembre, Parolario 2014 Quattordicesima edizione Como 29 agosto – 6 settembre  Nuovo appuntamento di fine estate con la cultura, i libri e la lettura ( io faccio Insetti #vivonotra noi dal 13 settembre )
Pippo è un critico letterario, uno scrittore, un professore universitario, un uomo reverse. Nel senso bello del cambiare.
Cambiamo per restare seri, scherziamo per rispettare, sembra che dica, implacabile.
Lo vedo ogni mattina andare in edicola, in libreria e comprare romanzi da sottolineare
Analizza frase per frase lui, con impegno, un  letterario findus, il pacco della prostituzione dei sentimenti che viene smerciato come libro, un uso scorretto della sintassi, del costrutto logico di un pensiero.

La deriva delle donne nel continente amore. Il tragico strumento letterario che le rimbecillisce. Le brave ragazze non leggono
romanzi, scriveva la Serra.
 Intendeva il languore, il fantastico che domina menti femminee già portate di loro a esser preda di voglie lunari. Queste voglie generano mostri. Nel nostro caso generano scrittori, che eufemisticamente potremmo definire fenomeni. Uno fra tutti Bisotti. Pippo Russo analizza scientificamente il fenomeno paranormale di un autore privo di senso sintattico, analogico e anafasico. Una scrittura ana. Senza, vuol dire ana. Nel suo leggere attento e allegramente pervaso dal senso di giustizia e di pulizia Pippo sfronda, segna, indica, cercando luce nelle fronde, nei rami contorti di frasi improbabili nella giungla di Mowgli. Cercando di far luce in menti ottenebrate lui non si risparmia. Sempre presente nella sua trincea sbarra il passo, vorrebbe, a ragazzette e donne agitate ed eccitate da pagine inconcludenti inneggianti l'amore sdolcinato, banale, ridotto puro non sense ed effimero sollucchero da Volo, nolo e malo, da Moccia e Bisotti che dir si voglia . Un guerriero che combatte su fronti larghissimi, dal lessico iperbolico dei commentatori del calcio al rimaneggiamento di frasi leziose di scrittori lascivamente adagiati sul sentimentalismo.
Un compito improbo lo attende. Lui lo svolge da anni e continuerà a tagliare e sfrondare frasi non potendo e volendo tagliar teste come al tempo del furore giacobino. Un uomo solo al comando!
I suoi libri mi attendono.
Pippo Russo: L'importo della ferita e altre storie[2]. Frasi veramente scritte dagli autori italiani contemporanei. Faletti, Moccia, Volo, Pupo e altri casi della narrativa di oggi
  Pippo Russo, La tribù e il talento. Traiettorie della cittadinanza nell'epoca della globalizzazione
Pippo Russo, La memoria di pesci
Leggiamo. Buone Letture a noi

lunedì 18 agosto 2014

Il pregiudizio dell'età

Molto bene. Nella riserva indiana che abitiamo ognuno sta al suo posto. Giovani con giovani, vecchi con vecchi, ricchi con ricchi, orti chiusi, chiusissimi.
Recintati. Il volo fuori dalla riserva è difficile, impossibile, unico strumento per alcuni sono i soldi. Con i soldi puoi, falsissima idea, che per volare liberi senza argini e confini basti aprire un portafoglio.
Per altri basta farsi un nome, con un premio, una alleanza, con la politica e cultura.
Stranissimo modo di volare sbattendo le ali e facendo la ruota ma... Vola il Pavone?
Ma non voglio parlarvi di voli, stamattina.
Molto prosaicamente voglio domandarvi se per voi sessanta anni sono troppi per essere stupiti, curiosi e immaginativi, voglio domandarvi che idea avete voi della vecchiaia e se escludete che settanta sia l'età dell'entusiasmo,
che ottanta possa essere amore e che novanta sia ancora infanzia.
Lo voglio domandare a chi di anni ne ha quaranta, trenta e venti, a chi ha eretto muri e sbarramenti con un pregiudizio duro a morire, quello dell'età.

martedì 12 agosto 2014

Sporchiamo tutto- qualcosa resterà

La merda
Sporchiamo allegramente tutto.
Passeggi più di una volta con giovane? Sicuramente è un tuo amante, dicono sussurri e grida, nella piazza sconcia della calunnia.
Gratteri ammonisce contro la falsità di alcuni giornalisti? Sicuramente ce l'ha con loro, giornalisti puri della carta stampata. Gratteri alza i toni e deve essere additato al pubblico ludibrio nella piazza sconcia della calunnia.
Qualcuno si permette di muovere dubbi sulla qualità di alcuni spettacoli? Sicuramente prima di farlo si sarà premurato di accertarsi se gli organizzatori siano o non siano abbastanza potenti da nuocere, siano o non siano amici da mantenere, siano o non siano utili, nella piazza sconcia della calunnia.
Sporchiamo tutto, chi ci crede e chi non ci crede, chi ha un ideale e chi non ne possiede, chi è generoso e chi è avido, chi è vizioso e chi è casto, chi vive in compagnia e chi sta solo.
Sporchiamo, così solo la puzza resterà di questi brutti anni in cui assistiamo al trionfo del male comune. Mal comune mezzo gaudio.
e l'altro mezzo?
Sporchiamolo, così lo abbiamo intero, il gaudio, nella piazza sconcia della calunnia.

lunedì 11 agosto 2014

Ai margini

Ai margini


Tutto si spegne da me, scrissi una volta.  Una vita episodica, senza continuità.
Lo scrissi per ribellarmi, affidando al foglio un compito impossibile, un ruolo di relazione laddove relazione non c’era.
Nella rilettura impietosa dei miei scritti vedo tutti gli errori, sintattici, di forma e grammaticali.
Vedo una grande imprecisione e ignoranza ed una conoscenza approssimativa basata su una curiosità epidermica
A questi scritti davvero io pensavo di dare il compito di dire a tutti un mio vissuto? Di dire a tutti che esisto anche io, come tutti noi, certo, ma senza?
Senza un vissuto, che cosa possiamo dire agli altri per interessarli?
Così ho preso a raccontare tutto quello di bello arrivava fino a me.
Ho preso ad parlare di film, di racconti, di fotografie, dipinti, scultura, di tanti.
Convinta che stessi parlando di me
Erronea mente
Una rappresentazione che ad Agosto di tutti gli anni si sbriciola impietosa lasciandomi  guardare un soffitto e  attendere settembre
Agosto non è benigno con chi non ha compagnia, con chi vorrebbe accendere quel falò sulla spiaggia come tutti gli altri, con chi vorrebbe viaggiare e scherzare insieme agli umani che vedo nei lidi, oppure in feste che io ho letto sui libri, giornali, sui vostri racconti.
Ai margini di questa realtà tentando più volte di non scivolare
Mi aggrappo al foglio, al libro, al film, ad una canzone.
Dire per dire non si dice niente

lunedì 4 agosto 2014

Prima che te ne vada- A Domenico Dara




Breve Trattato sulle coincidenze
Un paese ci vuole anche e soltanto per poterne parlare, il paese dell’anima.
La coincidenza è come una piccola lente d’ingrandimento che chiarisce il groviglio e riporta ordine e significato là dove non sembra ci sia altro che confusione e accidentalità.
La coincidenza è l’incontro fra due punti di rette parallele che non dovrebbero e non potrebbero incontrarsi mai
La coincidenza è una lettura di avvenimenti non necessariamente accaduti, collegati da altre letture, da ricordo, da amore.
Tutto coincide con l’oggetto del tuo pensiero, tutto ti parla di lui o di lei e ogni cosa riporta a te, nel mondo.
Così” Tu ti appoggiavi un momento alla mia guancia”, coincidenza 457  e ” il vasetto di vetro pieno di lucciole sulla finestra di Gioconduzza che qualche ragazzo s’era scordato. Il postino lo prese, andò dietro la timpa di Musconi e liberò gli insetti, che non gli era mai piaciuto quel modo di farsi lampade. La siepe si illuminò, come un lembo di cielo stellato caduto sulla terra, lucciole che si accendevano e spegnevano, stelle che nascevano e morivano, uomini che impazzivano e rinsavivano. Tutti possono inciampare nell’attimo  in cui strada e mente si oscurano, è questo il destino, un casuale succedersi di luci e ombre.
Il paese è la mente che conosce e rielabora, trasforma, unisce e ricorda. Un paese che poi racconta, affabulante,  per lenire paure, per offrire un sogno, una mano, una lettura.
Il paese che abbiamo.
Coincide con tanti altri paesi e universale chiamiamo quel nostro sentire, e universale è conosciuto quel sottile slargo per andare vedere, oltre finestre, oltre la porta, oltre  la monade che  ognuno abita, in comune e privato.
Le tante letture che ci hanno cresciuto, nutrito. Nutrimenti, non a caso si chiama così la casa editrice che ti ha pubblicato, un’altra delle tue coincidenze più care. Nutrimenti, che ora metabolizzati, stanno tra noi, fanno parte di noi, come sangue, come acqua, come zucchero e cibo.
Omaggio a chi di coincidenze parlò per anni, per giorni, consumando sette paia di scarpe per il lungo errare, cercando e cercando di dare un senso, di ingentilire e di poter entrare in quell’abito fuori misura che è la nostra realtà.
Omaggio a chi legge e a chi scrive, omaggio a chi aspetta, a Pavese, a Calvino, a Emily, omaggio allo sconosciuto che potremmo restare tutti noi se una lucciola non verrà mai ad illuminare il nostro racconto, non per questo men bello.
Breve trattato sulle coincidenze che affabulando vanno da una Girifalco alle Langhe, da San Floro alla biblioteca di Borges, il luogo dei ritrovamenti, infatti è qui che ritroviamo e ci ritroviamo, come il postino ritrova il padre e Calogero, insieme a colui che chiarirà il mistero di lettere mai spedite.
 Affabulando affabulando  le coincidenze diventano una volta per tutte la nostra realtà,
 la vostra realtà,
 il tempo che abbiamo trascorso per far nostra la storia.